Secondo la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile gli italiani pagano l'energia il 18% in più della media europea
Bollette. Gli italiani pagano troppo l‘energia elettrica: il 18% in più della media europea, per un valore economico di 25 miliardi che si potrebbero risparmiare. Sono i dati della Fondazione Sviluppo Sostenibile, che punta il dito contro le fossili e i costi nascosti.
Troppe tasse, una maggior dipendenza dai combustibili fossili rispetto alla media europea, un mercato del gas non abbastanza concorrenziale. Questi i motivi principali del carobollette secondo il dossier della fondazione. Per risolvere il problema servono scelte coraggiose e strategiche, che riallineino il mercato italiano a quello europeo e facciano pagare il giusto agli italiani.
Sommando elettricità, gas e carburanti la fattura energetica italiana nel 2012 è stata di oltre 160 miliardi di euro, in crescita rispetto al 2011: +10% solo per i prodotti petroliferi, più tutto il resto. Le famiglie pagano il gas dal 24 al 35% in più del dovuto, le aziende pagano l’elettricità fino all’86% in più della media.
“Quello energetico – ha spiegato il presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile Edo Ronchi – è uno dei settori produttivi più importanti a livello nazionale, con un giro d’affari, in crescita, attorno al 20% del PIL e quasi mezzo milione di posti di lavoro creati”. Ma a pagare siamo noi, quindi è giusto chiedersi dove stia il problema.
Una risposta sta nella dipendenza quasi totale (82%) dalle fonti fossili tradizionali: tra il 2000 e il 2012 i prezzi del petrolio triplicati, quelli del carbone sono cresciuti del 160% e quelli del gas del 300%. Consumando meno fossili e usando più rinnovabili, evidentemente, potremmo risparmiare parecchio.
Per quanto riguarda i costi diretti, infatti, gli incentivi alle rinnovabili del settore elettrico (che rappresentano la maggior parte degli incentivi) hanno raggiunto nel 2012 circa 10 milardi di Euro, il 16-17% della bolletta elettrica nazionale. E indovinate? Questi ultimi hanno inciso sull’aumento del prezzo del kWh degli ultimi anni solo per il 33%, mentre per il 57% questo è stato causato dall’aumento dei prezzi dei fossili.
Poi ci sono anche i costi non detti, quelli nascosti: i sussidi a gas petrolio e carbone, tramite agevolazioni fiscali ad esempio, sono stimabili tra i 2,1 e i 5,3 miliardi di euro l’anno. Il dossier, giustamente, stima anche i costi degli incentivi alle rinnovabili e il loro rapporto costi/benefici. Gli incentivi nel 2012 ci sono costati 10 miliardi di euro circa, ma questa cifra rappresenta solo il 33% della nostra bolletta, mentre il restante 57% deriva dall’aumento del prezzo delle fonti fossili.
“Il settore energetico è nel pieno di una trasformazione epocale, e se come Paese non saremo in grado di comprenderne a pieno tutte le implicazioni e operare le scelte più giuste, rischieremo alla fine di pagare un conto molto alto“, commenta Andrea Barbabella, responsabile Energia per la Fondazione.
Simile la posizione di Annamaria Furlan, segretario confederale della Cisl: “La bolletta energetica pagata da famiglie e imprese nel nostro Paese e’ del 18% più alta rispetto alla media europea, circa 25 miliardi di euro in un anno che pesano di più nelle tasche delle famiglie e sulle imprese. Ecco perché bisogna subito rivedere un piano importante, strategico che abbatta il costo dell’energia per italiani e aziende“.
Tuttavia, al momento sembrerebbe che il Governo Letta non abbia molta intenzione di seguire i consigli degli ecologisti: l’ipotesi di tassare anche l’energia prodotta dalle rinnovabili e autoconsumata non farebbe scendere la nostra bolletta.
Peppe Croce
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