Una bufala. Circola in questi giorni un messaggio sui social e su WhatsApp secondo cui nelle bollette elettriche di aprile vedremo addebitare 35 euro in più, per saldare quello che i morosi non hanno pagato
Una bufala. Circola in questi giorni un messaggio sui social e su WhatsApp secondo cui nelle bollette elettriche di aprile vedremo addebitare 35 euro in più, per saldare quello che i morosi non hanno pagato.
Ma non è così. Tutto nasce dal fatto che l’Autorità per l’energia elettrica, il gas e i rifiuti (Arera) di recente ha approvato una delibera che consentirà ai distributori della luce di recuperare alcuni crediti tramite le bollette di tutti i consumatori.
Ciò non significa che pagheremo interamente le bollette altrio. Per la precisione, ai cittadini verranno addebbitati parte degli oneri generali di sistema, una delle tante voci della bolletta, non propriamente legata al consumo di energia.
Secondo quanto spiega l’Arera, “il provvedimento citato (deliberazione 50/2018) riguarda solo una particolare casistica, limitata numericamente, e solo una parte degli oneri generali di sistema previsti per legge. In particolare, il riconoscimento individuato dall’Autorità per i soli distributori è parziale e attiene ai soli oneri generali di sistema già da loro versati ma non incassati da quei venditori con cui, a fronte della inadempienza di questi ultimi, i distributori hanno interrotto il relativo contratto di trasporto di energia, di fatto sospendendo così a tali soggetti la possibilità di operare nel mercato dell’energia”.
Si parla inoltre di 200 milioni, ma oltre a ciò non si sa altro. È presto per parlare di cifre visto che il provvedimento non è ancora definitivo ed è in corso una consultazione pubblica, che si concluderà a marzo.
Secondo SpazioConsumatori, dai dati dell’Autorità per l’energia sui morosi
“appare lampante come in questo Paese a non pagare sono sostanzialmente: la pubblica amministrazione e le imprese e comunque tutti colori che consumano in “media tensione (MT) altri usi, quindi non gli utenti domestici, ovvero non i privati cittadini. Pertanto sul monte complessivo di insoluto il consumatore ha inciso per il 2016 al 16,2%, mentre gli ”MT altri usi” per il 26,2%; nel 2012 sono arrivati ad essere morosi per ben il 37,8%, come riportato dall’Autorità”
“Non appena verrà chiusa la consultazione del documento, impugneremo davanti al TAR questo provvedimento assurdo, l’ennesimo di questa Autorità pro distributori”, dice Luigi Gabriele di Codici. “I fornitori di energia si rivalgano sui reali responsabili insolventi, tra l’altro rabbrividiamo al pensiero che altre delibere sul tema saranno messe a punto nei prossimi mesi per completare le procedure con cui i consumatori dovranno rimborsare ciò che non è stato pagato dai furbetti, chissà che altro si inventerà l’Autorità”.
Anche il Codacons è intervenuto sulla questione della bufala che circola sul web e su Whatsapp:
“Stanno circolando sui social network e attraverso testi inviati da cellulare messaggi che annunciano un addebito da 35 euro sulla bolletta della luce di aprile, finalizzato a coprire i debiti degli utenti morosi, quelli cioè che non hanno pagato la propria bolletta elettrica. Un messaggio pericolosissimo perché invita anche a non pagare la bolletta in attesa di una non meglio specificata sentenza del Tar, e a decurtare questi 35 euro dal bollettino postale. Si tratta di una bufala a tutti gli effetti, che solo in parte di fonda su un aspetto reale”.
Nonostante l’invito a non credere nella bufala, il Codacons è contrario alla possibilità di spalmare sugli utenti finali le morosità, anche se lagata solo agli oneri di sistema non pagati.
“Un principio per il Codacons palesemente ingiusto perché, al di là degli importi e dell’entità dei ricarichi in bolletta, spalma sui consumatori onesti parte dei debiti accumulati sulle bollette elettriche”.
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Per questo, sta preparando un ricorso al Tar della Lombardia, dove impugnerà la delibera chiedendo l’annullamento nella parte in cui addebita all’intera collettività gli oneri di sistema non pagati.
Francesca Mancuso