Pannelli fotovoltaici per far rinascere l’Australia: la tecnologia in 100 siti che sono rimaste prive di energia di rete a causa degli incendi
Mini reti di pannelli fotovoltaici per far rinascere l’Australia: una nuova impresa creata per fornire energia nelle città colpite dai recenti incendi boschivi si sta preparando a installare la tecnologia in 100 siti che sono rimasti privi di energia di rete.
Nasce il Resilient Energy Collective, fondato da Mike and Annie Cannon-Brookes, che opera con la compagnia solare 5B e il produttore di batterie Tesla. Obiettivo? Riportare l’energia dove gli incendi hanno portato distruzione. E farlo in modo sostenibile.
Gli incendi che hanno imperversato nei mesi scorsi nel grande Paese dell’Oceania hanno portato morte disastri: stime apocalittiche indicano il decesso di un miliardo di animali, oltre alla perdita di un enorme quantità di ettari di terreno. E, come se non bastasse, alcune famiglie ma anche piccole imprese e servizi, anche critici per il Paese, sono rimasti privi di energia di rete sia a causa degli incendi che delle alluvioni che si sono susseguite
Centinaia di sedi utilizzano generatori diesel, mentre altri stanno ricostruendo da zero e avranno bisogno di nuove soluzioni di energia off-grid resistenti. Ma perché non farlo, stavolta, in modo pulito e sostenibile? Resilient Energy Collective mira a mettere in atto soluzioni energetiche off-grid molto prima e con pannelli fotovoltaici, organizzati in mini reti che connettono le zone ora escluse dalla grande rete energetica.
“In tre settimane ci siamo riuniti, abbiamo trovato la tecnologia, l’abbiamo adattata, e in questo momento funziona, genera elettricità – afferma Mike Cannon-Brookes, co-fondatore di Resilient Energy Collective e co-fondatore e CEO di Atlassian – […] Abbiamo costruito la migliore tecnologia con la migliore ingegnosità per risolvere un grosso problema, e l’abbiamo fatto in giorni, non mesi o anni”.
Resilient Energy Collective sta già collaborando con fornitori di servizi di rete tra cui Essential Energy, Endeavour Energy, AusNet e SA Power Networks e fornitori di energia per indirizzare la tecnologia nei siti più urgenti in tutte le zone più devastate (NSW, Victoria, South Australia).
Ci sono già due infrastrutture: vicino Cobargo, nel sud-est dell’NSW era in funzione in meno di due giorni un sistema autonomo solare a batteria che ha contribuito a ricollegare l’elettricità a una torre di comunicazioni di emergenza a Peak Alone, rifornendo anche una torre radio della polizia.
In collaborazione con AusNet, è stato installato inoltre un altro sistema per alimentare nella Goongerah Community Hall a East Gippsland (Victoria). La sala non era più operativa ma ora verrà utilizzata dai residenti locali per servizi di soccorso, connessione a Internet, refrigerazione e riunioni della comunità.
“In futuro, vediamo un mondo in cui molte comunità remote operano a energia solare, fuori dalla rete. Queato sarà più stabile, più resistente e meno soggetto a danni – conclude Cannon-Brookes. Questa è una soluzione perfetta per un grosso problema. Ripristinerà l’energia più velocemente. È rinnovabile, affidabile e pulita”.
Sperando che da un incalcolabile disastro ambientale e umano risorga la vita.
Fonti di riferimento: Ecogeneration / Resilient Energy Collective
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