Presentata la prima asciugabiancheria solare termica, ma è davvero green?

Torniamo a parlare di pulizie ecologiche, questa volta per presentarvi un'asciugatrice in grado di abbattere drasticamente i costi energetici e il consumo di energia (fino all'80%, stando a quanto dichiara la ditta produttrice) rispetto ai dispositivi convenzionali. Come? Sfruttando il calore del sole per eliminare l'umidità dai nostri capi.

La prima asciugabiancheria solare, presentata all’IFA 2011, fiera berlinese dell’elettronica e apparecchi per la casa, è nata grazie alla collaborazione tra le tedesche Miele, famosa produttrice di elettrodomestici, e Solvis, azienda di sviluppo e produzione di sistemi a energia solare.

Fino ad oggi non era possibile utilizzare l’energia del sole senza convertirla prima in elettricità, ma ora, grazie alle nuove tecnologie e al solare termico, la nuova asciugatrice Miele sarà collegata direttamente ad una copertura di collettori solari-termici, combinati con un accumulatore stratificato di energia termica. I collettori saranno attraversati da un fluido termovettore incanalato in un circuito solare che lo porterà all’ accumulatore.

Le perdite energetiche saranno scongiurate, poi, grazie ad un circuito chiuso, a 4 tubi che permetterà di reintrodurre nel serbatoio di stoccaggio il calore estratto durante il processo di condensazione. Niente paura, infine, in caso di maltempo o di notte: l’energia termica mantenuta dal serbatoio garantirà un’autonomia per molte ore e l’asciugatrice potrà anche essere collegata ad altri tipi di alimentazione.

asciugatrice_solare_miele

L’asciugatrice solare della Miele sarà lanciata sul mercato entro il prossimo anno.

Una buona notizia per chi con la scusa dei tempi stretti, del corri-corri generale, del poco spazio per stendere o delle condizioni metereologiche, non vuole proprio privarsi di questo elettrodomestico. Noi, però, continuiamo a preferire il bucato steso all’aria aperta: con questa asciugatura 100% naturale si arriva a risparmiare 1 tonnellata di CO2: questo sì che è green! Alla faccia di tutti quelli americani, i maggiori utilizzatori del “tumble dryer” fin dal dopoguerra, che credono ancora che stendere il bucato all’aperto sia sinonimo di arretratezza, povertà e immigrazione.

Via libera, quindi, a stendini e corde, affinché i nostri panni possano essere sempre baciati dal sole e lambiti dal vento. Alla faccia di chi crede che i panni svolazzanti nei vicoli dei nostri borghi, con il loro complesso sistema di carrucole e tiranti, siano un immagine da cancellare con ordinanze comunali sul decoro pubblico.

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