Da un anno, ad Arezzo si sta compiendo uno degli esperimenti più innovativi al mondo: il primo idrogenodotto in città, divenuto reale grazie al distretto orafo aretino, che da sempre utilizza proprio l'idrogeno come materia prima.
Non è la prima volta che la Toscana stupisce in fatto di ecosostenibilità. Dati alla mano, la culla degli antichi Etruschi ha molto da insegnare al resto del Belpaese. Si è messa in testa, a ragione, di condurre una vita “al verde”, inculcando ai propri cittadini, mamme, padri e pargoletti, il giusto valore dell’ambiente.
Da un anno, ad Arezzo si sta compiendo uno degli esperimenti più innovativi al mondo: il primo idrogenodotto in città, divenuto reale grazie al distretto orafo aretino, che da sempre utilizza proprio l’idrogeno come materia prima. Un tubo pieno zeppo di energia buona destinata ai mille usi, che rende disponibili acqua calda ed elettricità, tepore e fresco estivo grazie a una fonte inappagabile come il sole.
A concepire il progetto “Idrogeno per Arezzo” è stata una cooperativa di giovani, la Fabbrica del Sole, con Regione Toscana, Provincia di Arezzo, Comune di Arezzo, Industriali, CNA, Confartigianato, Gruppo Sapio, Exergy Fuel Cells e Coingas.
E allora: seguendo le condutture che viaggiano per 1 km a 1 metro di profondità, l’idrogeno a bassa pressione bussa alla porta di quattro aziende orafe che, con lo stesso idrogeno, alimentano piccole centrali elettriche da 5 Mw. Non solo, per raffreddare queste centrali si usa acqua e il vapore prodotto al contatto con la centrale calda è usato per il riscaldamento. Poco manca, infine, alla presenza dell’idrogeno anche nelle case.
Intanto a mettere gli occhi sul progetto sono già stati i cinesi. Comuni d’Italia, che aspettate?