Anche l'Arabia Saudita guarda con interesse al solare. Il paese simbolo dello sfruttamento del petrolio a livello globale a breve potrebbe investire in un importante progetto fotovoltaico da 200 GW. Sarà la più grande centrale solare del mondo e produrrà più energia di quella attualmente fornita al paese dal petrolio
Anche l’Arabia Saudita guarda con interesse al solare. Il paese simbolo dello sfruttamento del petrolio a livello globale a breve potrebbe investire in un importante progetto fotovoltaico da 200 GW. Sarà la più grande centrale solare del mondo e produrrà più energia di quella attualmente fornita al paese dal petrolio.
Un investimento pari a 200 miliardi di dollari che non solo produrrà grandi quantità di energia pulita, ma offrirà 100mila nuovi posti di lavoro. Ad annunciarlo a New York sono stati il fondatore di SoftBank Masayoshi Son, durante una cerimonia con il principe ereditario saudita Mohammed Bin Salman.
Il potente erede al trono del più grande esportatore di petrolio del mondo sta cercando di diversificare l’economia e di ridurre la dipendenza dal petrolio.
Con i suoi 200 gigawatt, il progetto sostenuto economicamente da Softbank dovrebbe trovare posto nel deserto saudita e da solo dovrebbe produrre più del doppio di quello che l’industria fotovoltaica mondiale ha prodotto lo scorso anno, secondo Bloomberg New Energy Finance.
Il progetto chiamato “Vision 2030” prevede la partecipazione economica anche di soggetti privati da tutto il mondo oltre al sostegno pubblico. Tra gli aiuti più cospicui vi è proprio quello del colosso giapponese SoftBank, che dallo scorso anno ha stretto la mano all’Arabia Saudita per la realizzazione di vari progetti, creando anche un fondo tecnologico da 93 miliardi di dollari. Quest’ultimo sarà la base di partenza per la mega centrale solare e finanzierà i primi 5 miliardi di dollari. I restanti saranno ripagati dalla vendita di energia.
“È un grande passo nella storia umana”, ha detto il principe Mohammed. “È audace, rischioso e speriamo di riuscire a farlo”.
Una volta costruita, la centrale triplicherebbe quasi la capacità di produzione di energia elettrica dell’Arabia Saudita, pari a 77 gigawatt nel 2017. Circa due terzi sono generati dal gas naturale, mentre il resto proviene dal petrolio. L’impianto, secondo l’attuale formulazione del progetto, raggiungerà la capacità massima entro il 2030.
“Il regno dispone di grandi quantità di sole, grandi estensioni di terra disponibile, grandi ingegneri, grande lavoro” ha detto Masayoshi Son.
L’accordo è l’ultimo di una serie di annunci da parte dell’Arabia Saudita che promette di aumentare il ricorso alle energie rinnovabili. Anche se notoriamente il paese è il regno del petrolio, dallo scorso anno sono stati portati avanti i primi progetti, con la realizzazione di un impianto da 300 megawatt a ottobre 2017.
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Francesca Mancuso