Acciaio e nucleare: l’Italia esplora un’altra strada verso la decarbonizzazione. Sarà quella giusta?

Un nuovo accordo tra EDF, Edison, Ansaldo e Federacciai apre la via all'utilizzo dell'energia nucleare nelle acciaierie italiane

L’Italia si affaccia su un bivio energetico: il nuovo accordo siglato tra EDF, Edison, Ansaldo Energia, Ansaldo Nucleare e Federacciai apre le porte all’utilizzo dell’energia nucleare per decarbonizzare l’industria siderurgica nazionale, ovvero uno dei settori hard to abate, cioè più inquinanti e difficili da riconvertire.

Il Memorandum of Understanding (MoU) prevede la valutazione di potenziali investimenti in piccoli reattori modulari (SMR) in Italia e l’approvvigionamento di energia nucleare dalla Francia attraverso l’interconnessione esistente.

L’obiettivo dell’intesa è, da un lato, valutare la fattibilità di costruire SMR in Italia entro il prossimo decennio, sfruttando la tecnologia di EDF e le competenze di Edison e Ansaldo; dall’altro, esplorare la possibilità di importare energia nucleare dalla Francia per contribuire alla decarbonizzazione dell’industria siderurgica italiana.

I firmatari dell’accordo sottolineano il ruolo potenziale dell’energia nucleare nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione stabiliti dall’Unione Europea per il 2050. Secondo loro, l’energia nucleare, non producendo direttamente emissioni di gas serra, potrebbe contribuire a ridurre l’impatto ambientale dell’industria siderurgica, notoriamente energivora.

L’accordo prevede anche la collaborazione tra le aziende coinvolte, sfruttando le rispettive competenze: EDF come leader mondiale nella produzione di energia nucleare, Edison come player del settore energetico italiano, Ansaldo Energia e Ansaldo Nucleare come fornitori di tecnologie e servizi per l’industria nucleare, e Federacciai come rappresentante dell’industria siderurgica italiana.

L’utilizzo dell’energia nucleare nel settore siderurgico continua però a sollevare alcune questioni dirimenti. La costruzione di nuovi impianti nucleari, anche di dimensioni ridotte come gli SMR, richiede investimenti significativi e tempi lunghi. Inoltre, la gestione delle scorie radioattive e il rischio, seppur minimo, di incidenti, rimangono temi di dibattito.

Per questo, sarà necessario un dibattito approfondito per valutare attentamente i pro e i contro di questa scelta e per considerare tutte le opzioni disponibili per un futuro energetico finalmente sostenibile.

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