Secondo uno studio turco condotto durante questa emergenza coronavirus, andare a letto prima permetterebbe di ridurre le emissioni inquinanti.
Secondo un nuovo studio, se ci addormentassimo due ore prima durante l’emergenza coronavirus, risparmieremmo oltre 4.000 tonnellate di emissioni di anidride carbonica (CO2) all’atmosfera, visto che si ridurrebbe il consumo di elettricità per l’illuminazione.
Il Covid-19 ha cambiato le nostre abitudini in maniera drastica. Si esce poco o nulla, si lavora a distanza e soprattutto si sta a casa. Ciò sta influenzando anche i nostri consumi domestici. Se le emissioni inquinanti nei paesi maggiormente colpiti dall’emergenza stanno diminuendo per via del lockdown, stando a casa consumiamo più elettricità e di conseguenza inquiniamo.
Per analizzare l’impatto di queste nuove e modificate abitudini, gli scienziati turchi hanno condotto uno studio su come il sonno stia influenzando il consumo di elettricità e l’impronta di carbonio di Turchia in questo periodo di emergenza coronavirus.
L’analisi è stata condotta da Ercan Izgi, esperto di ingegneria elettrica ed elettronica dell’Università tecnica Yildiz di Istanbul, che ha esaminato un campione di cittadini e il loro consumo di elettricità. Il collega Huseyin Toros, esperto di scienza dell’atmosfera e qualità dell’aria, ha valutato invece le variazioni delle emissioni di CO2.
I ricercatori hanno così scoperto che ci sarebbero circa 4.130 tonnellate di emissioni di CO2 in meno ogni giorno se 38 milioni di case in Turchia, dove si utilizzano 100 watt all’ora per l’illuminazione, spegnessero la luce due ore prima.
I 100 watt erano una cifra ipotetica e non riflettono il consumo medio a causa di diverse variabili, ma Izgi sostiene che lo studio
“è giunto alla conclusione che andando a dormire presto e consumando così meno elettricità, si avrebbero benefici economici sia per le famiglie che per l’ambiente in termini di emissioni di CO2”.
“Se proviamo a svolgere il più possibile le nostre attività quotidiane alla luce del giorno naturale, cioè se l’illuminazione viene utilizzata meno durante la notte nelle case, il consumo di elettricità diminuirà”, ha aggiunto il collega Toros.
Spiegano gli autori dello studio che la quantità di CO2 nell’atmosfera ha iniziato ad aumentare rapidamente nel 20° secolo, mentre era inferiore a 300 ppm [parti per milione] fino al 1900 negli ultimi 800.000 anni: la CO2 nell’atmosfera era di 291 ppm nel 1880 ma è aumentata del 42% nel 2019 e ha raggiunto 412 ppm.
“Questo aumento ha portato a rapidi cambiamenti sulla Terra”, ha detto Toros.
Impatto del coronavirus
La produzione industriale, il consumo di benzina e di carbone in tutto il mondo stanno rapidamente diminuendo a causa delle misure adottate a livello globale per arginare la diffusione del coronavirus. In questo senso, l’epidemia può essere istruttiva secondo i due ricercatori:
“Sembra che il livello di biossido di azoto (NO2) stia rapidamente calando e, secondo i dati satellitari, le emissioni di CO2 stanno rapidamente diminuendo. Per la continuità delle emissioni decrescenti dovute al coronavirus, abbiamo una conoscenza globale del la sicurezza e della sostenibilità del mondo “, ha affermato Toros.
Secondo lo scienziato, è necessario organizzare una nuova campagna a livello globale del tipo: “Dormo presto la sera, sto riducendo la mia impronta di carbonio”.
“Spengo le luci presto a casa la sera per rilasciare meno inquinanti nell’atmosfera” e “Approfitto maggiormente della luce del giorno, proteggo la mia salute e il mio ambiente”, ha suggerito come slogan per proteggere l’ambiente.
Un monito che dovrebbe funzionare a prescindere dal coronavirus. Spegnere le luci, anche se non stiamo ancora dormendo, magari mentre guardiamo la TV, è certamente una buona abitudine da seguire ogni giorno.
Fonti di riferimento: Anadolu Agency,
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