Mentre a Parigi la Cop21 naviga ancora nell'incertezza, tra dubbi e contrasti, dalle Hawaii arrivano notizie non buone per il clima. Per la prima volta nella storia umana, i livelli globali di CO2 hanno superato i limiti di sicurezza e ormai in modo permanente
Mentre a Parigi la , tra dubbi e contrasti, dalle Hawaii arrivano notizie non buone per il clima. Per la prima volta nella storia umana, i livelli globali di CO2 hanno superato i limiti di sicurezza e ormai in modo permanente.
La conferenza ONU sul clima è iniziata il 30 novembre. Tempismo perfetto visto che l’11 novembre i livelli di CO2 della nostra atmosfera hanno ufficialmente superato la zona di sicurezza.
Secondo le misurazioni dello Scripps Mauna Lua Observatory in Hawaii, la quantità di anidride carbonica dell’atmosfera terrestre ha superato le 400 parti per milione (ppm) per una serie di giorni consecutivi. Ed è la prima volta in 3 milioni di anni.
Il grafico, aggiornato settimanalmente, mostra i singoli punti medi giornalieri di CO2 confrontandoli con quelli delle settimane precedenti.
Nel corso degli ultimi 5 giorni i dati preliminari di CO2 media giornaliera sono stati:
9 dicembre: 401,69 ppm
8 dicembre: 400,87 ppm
7 dicembre: 400,92 ppm
6 dicembre: 401,18 ppm
5 dicembre: 400,92 ppm
La Terra in realtà aveva già raggiunto il livello di 400 ppm a maggio, livelli poi scesi a luglio per via dell’aumento stagionale della vegetazione nell’emisfero settentrionale. Ma ora, con l’inverno alle porte, l’assorbimento di CO2 da parte delle piante è inferiore e i livelli sono tornati a salire.
Senza contare che la deforestazione non contribuisce ad attenuare il problema. Da sola, anzi, è responsabile per il 23% delle emissioni di anidride carbonica di origine antropica.
La CO2 rimane nell’atmosfera per centinaia di anni, ma ne stiamo ancora aumentando i livelli di CO2 ogni anno. A questi ritmi, di certo non li vedremo mai rientrare al di sotto delle 400 ppm per tutta la nostra vita.
Prospettiva poco rassicurante. Chissà se a Parigi si prova la stessa inquietudine.
Francesca Mancuso
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