La nave di Greenpeace Arctic Sunrise ha portato tra i ghiacciai dell'Artico il pianista Ludovico Einaudi che ha suonato qui un suo inedito in difesa del Polo Nord.
Che spettacolo il Polo Nord! E che spettacolo un musicista che suona il suo piano tra i ghiacciai dell’Artico! Lui è Ludovico Einaudi e quelle sono le note dell’inedito “Elegy for the Arctic” (video sotto).
Ma cosa è accaduto? È accaduto che due settimane fa, la nave di Greenpeace Arctic Sunrise è partita dai Paesi Bassi con un carico molto speciale: le voci di otto milioni di persone. Un appello firmato in cui si chiede ai governi di salvare l’Artico da minacce come le trivellazioni petrolifere e la pesca distruttiva.
E i motivi, ormai, li conosciamo tutti: per la sua fauna unica, tra cui orsi polari, narvali e volpi artiche; per le generazioni future; perché l’Artico regola il clima.
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E alle Svalbard, in Norvegia, porta dell’Europa verso l’Artico, l’Artic Sunrise ha accolto a bordo un ospite eccellente, il celebre pianista e compositore Ludovico Einaudi e, con lui, un meraviglioso pianoforte a coda.
Ed è stato così che Einaudi ha dato vita a una performance unica al largo del ghiacciaio Wahlenbergbreen, proprio sulle Isole Svalbard, unendosi a quell’appello per la difesa dell’Artico.
“L’Artico non è un deserto ma un luogo pieno di vita – ha dichiarato Ludovico Einaudi – Ho potuto vedere con i miei occhi la purezza e la fragilità di quest’area meravigliosa. E interpretare una mia composizione ispirata alla bellezza dell’Artico e alle minacce che subisce a causa del riscaldamento globale. Dobbiamo comprendere l’importanza dell’Artico per proteggerlo prima che sia troppo tardi”.
L’inusuale “concerto” si è tenuto alla vigilia di un’importante riunione dell’OSPAR, la commissione internazionale che vigila sulla conservazione dell’Atlantico nordorientale, che proprio in questi giorni potrebbe decidere di istituire un’area protetta di più di 226 mila chilometri quadrati nelle acque internazionali del Mar Glaciale Artico per un’area grande quanto la Gran Bretagna.
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Processo approvazione che, tra l’altro, i governi di Norvegia, Danimarca e Islanda stanno cercando di ostacolare. Eppure, non ci vuole molto a capire che il surriscaldamento di un ecosistema unico come l’Artico si ripercuote per forza sull’intero clima terrestre. Perché giocare coi nostri destini?
Firmate allora anche voi la petizione per salvare l’Artico!
Germana Carillo