Qualche giorno fa il quotidiano inglese The Guardian ha pubblicato la lista delle fantastiche 100, e cioè delle cento realtà produttive più promettenti nel campo delle clean technologies.
Coniugare la giusta attenzione all’innovazione, allo sviluppo e alla competitività con la sostenibilità e il rispetto per l’ambiente è la sfida della green economy, la nuova frontiera dello sviluppo economico, che punta su tecnologie pulite, risparmio energetico, energie rinnovabili e collaborazione tra mondo della ricerca e mondo industriale. Una sfida che può creare nuove opportunità e garantire nuove prospettive di sviluppo una volta superata l’attuale crisi economica, e che è stata già raccolta da numerose aziende sparse ovunque per il mondo.
A questo proposito, qualche giorno fa il quotidiano inglese The Guardian ha pubblicato la lista delle “fantastiche 100”, e cioè delle cento realtà produttive più promettenti nel campo delle clean technologies. Le 100 aziende sono state scelte tra più di 3500 candidate da una commissione di esperti e di accademici coordinata dalla Cleantech Group, una delle principali società di consulenza finanziaria operanti nell’ambito della green economy, che dal 2002 promuove eventi e studi di settore nel campo delle tecnologie ecocompatibili.
Le imprese prescelte sono per la maggior parte delle realtà piccole o medie ma, stando al giudizio dei selezionatori, sono tutte accomunate dalla ricerca costante nell’ambito delle clean technologies, dall’atteggiamento positivo e propositivo di chi le gestisce, dalla rilevanza dei risultati fino ad ora conseguiti e dalle buone prospettive di consolidamento e di crescita sul mercato. Insomma, la classifica ha voluto premiare sia la bontà delle idee che le loro reali possibilità di applicazione e il loro potenziale commerciale: come dire, siamo di fronte a delle scommesse, ma non a dei salti nel vuoto.
La Global Cleantech 100 del 2009 è composta da aziende che operano in ambiti spesso molto lontani tra loro: basti pensare che 74 di esse sono attive nel settore dell’energie, 11 nel risparmio di acqua, 6 nei trasporti, 3 nel riciclo e riuso, 2 nell’agricoltura. Ben 55 di queste imprese hanno sede negli Stati Uniti, che conquistano così il primato di paese virtuoso per il binomio di innovazione e sostenibilità ambientale. Seguono poi il Regno Unito, con 13 imprese, la Germania con 10, Israele con 5, la Svezia con 4, la Francia e l’India con 3, la Danimarca con 2 e, a quota 1, Norvegia, Canada, Lussemburgo, Svizzera e Italia.
Già, anche l’Italia riesce a ritagliarsi un posticino in questa lista di eccellenze. I nostri colori sono tenuti alti dalla Electro Power Systems di Torino, e chissà che questo prestigioso riconoscimento non funga da sprone anche per altre realtà imprenditoriali italiane. Fondata nel 2005, la ElectroPS è un’azienda leader nella progettazione e nella produzione di sistemi a fuel cell (in italiano, “cella a combustibile”) per il backup energetico e ideatrice di Electro7TM, il sistema a idrogeno più piccolo e leggero presente sul mercato, che potrebbe avere interessanti applicazioni nel campo delle telecomunicazioni, profilandosi come una soluzione a basso impatto ambientale e dai costi contenuti. La ElectroPS non è comunque nuova ai riconoscimenti internazionali: basti pensare che lo scorso giugno è stata nominata Global Finalist del 2010 GSMA Mobile Innovation Grand Prix, che si terrà nel febbraio 2010 nel contesto del GSMA Mobile World Congress, il più importante evento mondiale nell’industria delle telecomunicazioni mobili.