Una nota di Pecoraro Scanio, tra gli indagati per la centrale di Scandale (Kr)

Dalla Calabria emerge una storia di malaffare e di corruzione che verte sulla centrale elettrica a turbogas di Scandale (Kr) e nella quale uno dei destinatari dei 16 avvisi di garanzia è l'ex-ministro dell'Ambiente Pecoraro Scanio.

Dalla Calabria emerge una storia di malaffare e di corruzione che verte sulla centrale elettrica a turbogas di Scandale (Kr) e nella quale uno dei destinatari dei 16 avvisi di garanzia è l’ex-ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio. Una storia ancora agli inizi, ancora da scrivere.

Nella presunta storia di tangenti sono indagati anche l’ex presidente della regione Giuseppe Chiaravalloti, il parlamentare Pino Galati, ex sottosegretario alle Attività produttive, l’ex assessore regionale all’Ambiente Diego Tommasi e Giovanni Iannini, magistrato. Tra le accuse, associazione a delinquere finalizzata alla concussione e riciclaggio di denaro.

Pecoraro Scanio ha rilasciato alle agenzie una nota in cui ha dato mandato al suo avvocato Paola Balducci di presentare querela per calunnia “contro chiunque abbia cercato di accostare il suo nome a fatti rispetto ai quali è totalmente estraneo”. “È notorio che il ministro Pecoraro Scanio non si è mai occupato di finanziamenti e meno che meno di centrali a turbogas. L’ex ministro Pecoraro Scanio e’ a disposizione della procura di Crotone per qualunque chiarimento sui fatti in questione rispetto ai quali, si ribadisce, l’ex ministro è completamente estraneo.”

Anche alcuni tra gli altri indagati hanno rilasciato dichiarazioni in cui smentiscono ogni loro coinvolgimento nella vicenda.

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