Una start-up indiana sta trasformando i rifiuti delle piante di banano in assorbenti mestruali ecologici, unendo la tutela ambientale con l’accesso all’igiene mestruale per le donne
Circa la metà di ogni pianta di banano viene scartata come rifiuto. In questo contesto una start-up indiana ha intrapreso un progetto pionieristico, volto a trasformare questi scarti in un’opportunità sia ecologica che sociale per risolvere un’altra questione di grande rilevanza nel Paese: l’accesso limitato all’igiene mestruale per molte donne e ragazze.
Quando il progetto è nato nel 2015, solo un terzo delle donne indiane aveva accesso a prodotti igienici adeguati durante il ciclo mestruale. La start-up Saathi, con il suo approccio ingegnoso, mira a risolvere entrambe queste problematiche e non solo. Oltre a un’urgenza sociale, si presenta infatti allo stesso tempo anche un’importante questione ambientale.
Secondo le stime delle Nazioni Unite, ogni individuo produce circa 60 kg di rifiuti annualmente a causa dei prodotti igienici, con una somma totale di 100.000 tonnellate di rifiuti all’anno. Secondo le Nazioni Unite, i materiali utilizzati negli assorbenti tradizionali, come la plastica e il poliestere, impiegano fino a 800 anni per degradarsi.
L’innovativa soluzione proposta da Sati punta a ridurre notevolmente questi numeri, offrendo al contempo un beneficio diretto alla salute di milioni di donne in India. In che modo? Trasformando i rifiuti di banano in assorbenti ecologici con anche l’imballaggio biodegradabile (in 6 mesi se interrato e in 18 mesi se all’aperto).
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Come avviene il processo di produzione
Il processo di trasformazione dei rifiuti di banano in assorbenti mestruali è tanto semplice quanto rivoluzionario. Inizia con il taglio a metà del fusto della pianta di banano, seguito dalla separazione degli strati. Questi vengono poi lavati, asciugati, e una macchina li riduce in fibre più piccole, creando una sorta di cotone.
Questo materiale viene poi compattato per ottenere la forma desiderata della salvietta. Dopo essere state testate e igienizzate, le salviette sono pronte per l’uso. Come detto, sia la salvietta che l’imballaggio sono completamente biodegradabili, rendendo il prodotto ecologicamente sostenibile.
Il successo di questa iniziativa è dimostrato dalla distribuzione di oltre 2 milioni di salviette e la start-up continua a espandere la sua portata per raggiungere ancora più luoghi in India. Questa iniziativa rappresenta dunque un esempio eccellente di come le sfide ambientali possano essere trasformate in opportunità innovative per migliorare la vita delle persone.
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Una bella realtà che ricorda molto quella della designer brasiliana Rafaella de Bona Goncalves che contribuisce alla lotta alla povertà mestruale attraverso tamponi compostabili pensati per le donne senza tetto e realizzati anch’essi dalle bucce di banana:
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