Questa startup indiana utilizza gli scarti dei raccolti di riso per realizzare imballaggi biodegradabili (che sembrano di polistirene)

Perché bruciare gli scarti agricoli, inquinando l'ambiente, quando si possono riutilizzare per dar vita a qualcosa di utile? Un giovane ingenere indiano ha creato una startup che produce imballaggi organici e biodegradabili partendo dalle stoppie. Vi raccontiamo un bellissimo progetto di economia circolare

Il polistirene è una delle numerose tipologie di plastica che finiscono per inquinare il nostro Pianeta e compromettere la vita di diverse specie animali. Ancora oggi lo ritroviamo con molta frequenza in svariati settori, da quello edilizio a quello alimentare. In troppi casi, però, questo materiale – apprezzato per la sua leggerezza e la versatilità – non viene smaltito correttamente, trasformandosi nell’ennesima minaccia per l’ambiente.

Per combattere l’abuso di questo polimero inquinante Arpit Dhupar, un giovane ingegnere indiano ha creato degli imballaggi ecosostenibili, ricavati dagli scarti – tecnicamente “stoppie” – delle colture di riso e altri cereali, che restano nei campi dopo la mietitura. Ogni anno in India gli agricoltori sono costretti a bruciare milioni di tonnellate di stoppie.

Leggi anche: Bicchieri e imballaggi dagli scarti di ananas: così questa start-up filippina aiuta gli agricoltori e dice addio alla plastica

Così Dhupar ha pensato bene di riutilizzarle per dare vita a un materiale che a prima vista ricorda il polistirene, ma che in realtà è organico e 100% biodegradabile.

L’idea gli è balenata dopo aver visto un disegno realizzato da suo nipote, che per colorare il cielo aveva usato il grigio invece il blu o l’azzurro.

“Non dovremmo vivere in un mondo in cui dobbiamo spiegare ai bambini che il cielo dovrebbe essere dipinto di blu. Dovrebbe essere un dato di fatto” ha raccontato alla rivista The Better India.

Così, nel 2019 Arpit Dhupar, insieme all’amico Anand Bodh, ha lanciato la startup Dharaksha Ecosolutions, che ha sede a Faridabad (una città dell’India settentrionale). Le stoppie di riso, usate per creare gli imballaggi green, vengono fornite dagli agricoltori che coltivano i campi negli Stati del Punjab e dell’Haryana.

in questo modo si risolvono due problemi in un solo colpo: da un lato vengono ridotti i livelli di inquinamento provocati dalla combustione degli scarti agricoli, dall’alto si evita che altro polistirene finisca nelle discariche del Paese.

Per rendere le stoppie più resistenti si ricorre ai funghi, che vengono fatte cresce sugli scarti delle colture di riso dopo una volta che quest’ultime vengono sottoposte a una fase di sterilizzazione.

“Il micelio cresce, formando una sorta di struttura interconnessa che tiene in posizione il materiale. Questo lo rende forte, quindi non è necessario aggiungere resina. Il mix viene poi messo in forno, dove i funghi vengono neutralizzati” spiega Dhupar.

Il risultato è sorprendente: il materiale messo a punto dalla startup indiana è antistatico, ha ottime capacità di ammortizzazione e riesce a sopportare anche elevati livelli di umidità.

L’azienda lo impiega in vari modi: come imballaggio per prodotti alimentari, ad esempio miele e conserve, cofanetti per creme e profumi o come alternativa ai vasi per le piante.

“Ho iniziato l’impresa con l’obiettivo di rendere i cieli blu. Sono soddisfatto del fatto che stiamo facendo la differenza” ammette il giovane ingegnere. Che dire? Un’idea green e vincente.

Seguici su Telegram Instagram | Facebook TikTok Youtube

Fonte: Dharaksha Ecosolutions

Leggi anche:

 

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook