Dopo mesi di attesa il Governo ha sciolto i nodi sui due decreti per le rinnovabili
Quinto conto energia e decreto rinnovabili. È fatta. Il testo definitivo dei decreti per gli incentivi al fotovoltaico e per le altre fonti rinnovabili non fotovoltaiche ha finalmente visto la luce. Dopo mesi di attesa, il Governo ha accolto parte della modifiche suggerite dalle Regioni nella Conferenza Unificata. Ma non ci sono grosse sorprese.
Chi potrà accedere. Per quanto riguarda il Quinto conto energia, potranno accedere alle tariffe incentivanti: gli impianti fotovoltaici di potenza fino a 50 kW realizzati su edifici con moduli installati in sostituzione di coperture su cui è operata la completa rimozione dell’eternit o dell’amianto, gli impianti fotovoltaici di potenza non superiore a 12 kW, ivi inclusi gli impianti realizzati a seguito di rifacimento, nonché i potenziamenti che comportano un incremento della potenza dell’impianto non superiore a 12 kW, i potenziamenti che comportano un incremento della potenza dell’impianto non superiore a 12 kW, gli impianti fotovoltaici integrati con caratteristiche innovative fino al raggiungimento di un costo indicativo cumulato degli incentivi degli incentivi di 50 ML€, gli impianti fotovoltaici a concentrazione fino al raggiungimento di un costo indicativo cumulato degli incentivi di 50 ML€, gli impianti fotovoltaici realizzati da Amministrazioni pubbliche sempre fino a 50 ML€. Ma c’è un’eccezione. Potranno usufruire degli incentivi anche gli impianti fotovoltaici di potenza superiore a 12 kW e non superiore a 20 kW che richiedono una tariffa ridotta del 20% rispetto a quella spettante ai pari impianti iscritti al registro. La promessa di Clini, di portare a 20 i kW riguardava dunque questa “clausola”.
Modifiche accolte. Le migliorie alla bozza suggerite dalle Regioni sono state parzialmente accolte. Nel dettaglio, le Regioni avevano richiesto l’entrata in vigore del decreto il 1° ottobre, la deroga per gli impianti degli edifici pubblici, l’innalzamento della soglia di potenza degli impianti per l’iscrizione al registro da 12 kW a 100 kW, l’esenzione dall’iscrizione al registro per gli impianti a concentrazione e integrati con caratteristiche innovative, quelli su edifici pubblici e quelli su edifici, capannoni e fabbricati rurali ricompresi nelle aree colpite dal terremoto in Emilia, a condizione che siano costruiti o ricostruiti nel rispetto della normativa antisismica. Erano poi considerate altrettanto imprescindibili lo snellimento della burocrazia, l’innalzamento del plafond di spesa dai 500 milioni annui sanciti dalla bozza fino a 749 milioni di euro, l’introduzione del premio Made in Europe e del bonus per la sostituzione delle coperture in amianto.
Ed ecco invece cosa prevede il nuovo conto energia. L’entrata in vigore non sarà più 30 giorni dopo il raggiungimento dei 6 miliardi ma dopo 45 giorni. In questo modo, stimando che tale cifra potrebbe essere raggiunta a fine luglio, il Quinto conto energia dovrebbe partire già a settembre. È andata meglio per le esenzioni. Il decreto disponde infatti una maggiore flessibilità nella definizione delle soglie oltre le quali scatta il meccanismo dell’iscrizione al registro, attraverso l’esenzione dal registro per gli impianti fotovoltaici integrati innovativi, gli impianti a concentrazione, gli impianti fotovoltaici realizzati da Amministrazioni pubbliche e impianti fotovoltaici di potenza fino a 50 kW realizzati su edifici con moduli installati in sostituzione di coperture su cui è operata la completa rimozione dell’eternit o dell’amianto.
Reintegrati nel testo anche questi ultimi due punti, sebbene con cifre più basse rispetto a quelle richieste (per impianti sotto ai 20 kW in sostituzione dell’amianto 30 euro/MWh fino a tutto il 2013, 20 fino al 2014 e 10 euro/MWh dal 2015 in poi; per il ‘made in Europe’ e per gli impianti sopra i 20 kW in sostituzione dell’amianto il premio è di 20 euro/MWh fino a tutto il 2013 e poi 10 fino al 2014 e 5 euro/MWh dal 2015). Una delle note dolenti riguarda il plafond di spesa, visto che la cifra richiesta dalle regioni era di 749 milioni di euro annui, mentre il costo indicativo cumulato annuo degli incentivi è passato da 6,5 a 6,7 miliardi di euro.
Per quanto riguarda invece il decreto rinnovabili, il costo indicativo cumulato di tutte le tipologie di incentivi degli impianti a fonte rinnovabile tra cui biomassa, biogas, e bioliquidi sostenibili (con esclusione di quelli fotovoltaici), non potrà superare i 5,8 miliardi di euro annui. A tal fine, secondo quanto si legge nel testo, il GSE aggiornerà e pubblicherà mensilmente il costo indicativo cumulato degli incentivi alle fonti rinnovabili.
Potranno accedere ai meccanismi di incentivazione stabiliti dal decreto, dopo l’iscrizione negli appositi registri i seguenti impianti: gli impianti nuovi, integralmente ricostruiti, riattivati, se la relativa potenza è non superiore alla potenza di soglia; gli impianti ibridi, la cui potenza complessiva è non superiore al valore di soglia della fonte rinnovabile impiegata; gli impianti oggetto di un intervento di rifacimento totale o parziale, nei limiti di contingenti e con le modalità stabiliti all’articolo 17; gli impianti oggetto di un intervento di potenziamento, qualora la differenza tra il valore della potenza dopo l’intervento e quello della potenza prima dell’intervento sia non superiore al valore di soglia vigente per impianti alimentati dalla stessa fonte.
I valori della potenza di soglia sono fissati in 5 MW per tutte le tipologie di fonte rinnovabile escluse le fonti idroelettriche per le quali il valore di soglia è fissato in 10 MW di potenza nominale di concessione e le fonti geotermoelettriche, per le quali il valore di soglia è fissato a 20 MW. I nuovi incentivi per le rinnovabili entreranno in vigore il 1° gennaio 2013.
“Con i due decreti firmati oggi – hanno dichiarato i MinistriCatania, Clini e Passera – viene introdotto un sistema di incentivi moderno, europeo ed equo per le tasche dei cittadini e delle imprese. L’energia rinnovabile continua a essere un pilastro fondamentale della nostra strategia, ed è per questo essenziale supportarla in modo efficace, favorendo le fonti verdi che possono sviluppare una filiera industriale e produttiva nazionale. Abbiamo inoltre posto un freno importante alla crescita dei costi energetici per cittadini e imprese. La sostenibilità economica e quella ambientale – hanno concluso i ministri – sono i due cardini su cui il governo intende basare la nuova strategia energetica nazionale in corso di elaborazione”.
Francesca Mancuso