La bozza del Quinto Conto Energia non piace quasi a nessuno. Ecco cosa non va secondo gli addetti ai lavori
Quinto conto energia. Inizia a cricolare la bozza del testo del decreto. L’atteso sistema di incentivi per il fotovoltaico sembra aver deluso tutte, ma proprio tutte le aspettative degli addetti ai lavori, e non solo a causa dei tagli già da tempo annunciati. A venire abbassati non saranno solo gli investimenti da destinare al fotovoltaico, ma anche le tariffe e i limiti di spesa.
Secondo quanto previsto dalla bozza del Quinto conto energia, gli incentivi si applicheranno a partire dal 1° luglio 2012, nel caso in cui il costo indicativo cumulato annuo degli incentivi al fotovoltaico del precedente conto energia, il Quarto, abbia già raggiunto i 6 miliardi di euro l’anno da almeno 30 giorni.
Ma non piacciono alle associazioni le novità del nuovo sistema incentivante. In primo luogo, a partire dal 30 giugno 2012 o in ogni caso dal momento in cui verrà raggiunta quota 6 miliardi, le tariffe per il fotovoltaico saranno ridotte del 35% per tutti i tipi di impianti. E tale situazione si protrarrà fino al secondo semestre 2014. Via anche tutti i premi, primi tra tutti quelli destinati alla sostituzione delle copertura contenenti Eternit.
E poi ci sono i famigerati 500 milioni di euro: 100 milioni per ciascun semestre, da qui fino al 2014. E se da una parte è vero che in tal modo, il carico sulle bollette elettriche non dovrebbe superare i 6,5 miliardi di euro, dall’altra vi sono già oltre 9.000 MW di progetti approvati e già iscritti al registro del GSE, che se attuati in poco tempo assorbirebbero l’intera quota.
Altra novità è l’iscrizione per tutti gli impianti al Registro, esclusi quelli di potenza inferiore ai 12 kW. E chi richiede l’iscrizione sarà obbligato a pagare 5 € per ogni kW di potenza dell’impianto che si vuole iscrivere. Tali cifre non venrranno restituite anche se non si rientrerà nelle graduatorie. Inoltre, dopo 20 giorni dall’apertura che dura 60 giorni, il Gestore dei servizi energetici renderà pubbliche tali graduatorie e coloro che vi rientrano hanno l’obbligo di realizzare l’impianto entro un anno dalla pubblicazione. E tra i requisiti per essere iscritti in graduatoria, non sarà possibile realizzare impianti su terreni agricoli, ma solo su copertura di serre o di altri capannoni di utilizzo agricolo.
E le associazioni non hanno affatto gradito i punti introdotti dal nuovo conto energia. Mercoledì 18 aprile è attesa una mobilitazione di massa a Roma, a Piazza Montecitorio per protestare contro il pericolo di blocco del fotovoltaico.
“L’introduzione dei registri anche per i piccoli impianti rischia di uccidere un intero settore industriale, ma ci sono anche evidenti storture incomprensibili di dettaglio come ad esempio il fatto che non sia stato confermato il sistema premiante per chi, installando il fotovoltaico sui tetti, li bonifichi dall’amianto che da decenni continua ad essere un killer silenzioso e sempre più pericoloso per l’ambiente e la salute” ha commentato il senatore del Pd Francesco Ferrante: “Nella stesura dell’ennesimo conto energia sul fotovoltaico è mancato un adeguato confronto con la rappresentanza del settore, e il testo sconta tutta una serie di criticità che rischiano seriamente di vanificare gli ottimi risultati raggiunti in termini di riduzione di CO2, posti di lavoro e in prospettiva di riduzione delle tariffe energetiche“. Fondamentale sarebbe stato dunque ascoltare le associazioni.
Ma c’è di più. Secondo Ferrante “tra gli aspetti che la Conferenza Stato–Regioni ritengo debba correggere c’è certamente la conferma di una misura che ha consentito negli ultimi anni di bonificare 12 milioni di metri quadrati circa di tetti, che erano ricoperti di amianto e che ora invece ospitano 1100 megawatt di energia elettrica pulita“.
E che dire dello smaltimento corretto dell’amianto? La sua incentivazione legata all’installazione del fotovoltaico è stato finora un sistema virtuoso che ha sopperito, secondo il senatore, “a 20 anni di vuoto normativo, cioè da quando il materiale è stato dichiarato fuorilegge, ma senza prevedere l’obbligo di bonificare gli edifici“.
“Bisogna cambiare paradigma – ha dichiarato il Presidente Anie/Gifi, Natalizia. – Il fotovoltaico è un un‘enorme opportunità da cogliere senza esitazioni. Il Governo, con il decreto, invece di disinibire lo sviluppo sostenibile del settore ha posto le basi per il rapido dissolvimento della filiera nazionale. In questo modo si vanificano gli investimenti fatti ed i 6 miliardi di spesa annui già impegnati per i prossimi 20 anni”.
Francesca Mancuso
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