Secondo le associazioni, dopo la corsa agli incentivi si rischia la paralisi del settore fotovoltaico
Quinto conto energia. Associazioni, lavoratori, sindacati, Regioni e adesso anche il Senato stanno difendendo con le unghie e con i denti il fotovoltaico e gli incentivi, bocciando del tutto o in parte la bozza del decreto che circola ormai da un mese.
E, anche in vista di una riduzione del plafond di spesa, si teme per la corsa agli incentivi. Come più volte è stato sottolineato, il nuovo sistema ha abbassato notevolmente il tetto degli investimenti passando dai 6 miliardi del Quarto conto energia ai 500 milioni di euro del Quinto. Stando a quanto si legge nella bozza attuale, il nuovo regime dovrebbe entrerebbe in vigore un mese dopo il superamento della soglia dei 6 miliardi.
È chiaro che non è possibile prevedere quanto tale cifra sarà raggiunta, nemmeno per il Gse. Il decreto, però, non dovrebbe partire dal 1° luglio come previsto inizialmente ma il 1° ottobre 2012. Tuttavia, sono in molti a credere che la soglia dei 6 miliardi di euro degli incentivi possa essere raggiunta nel corso dell’estate, addirittura entro la fine di agosto o al massimo i primi giorni di settembre.
Colpa, se così si può chiamare, della corsa alle installazioni da parte degli operatori del settore per riuscire ad ottenere i benefici previsti dal Quarto conto energia, prima del definitivo subentro del Quinto.
E nuove lamentele arrivano anche da Anie/Gifi, soprattutto in merito al registro. Il nuovo sistema introdurrà l’obbligo di iscrizione al registro anche per gli impianti di piccola taglia, fatti salvi solo quelli sotto i 12 kW. Ed ecco come cambieranno le tariffe. Come si legge su Repubblica, se con il quarto conto energia un impianto da 3 kW su tetto permetteva una remunerazione di circa 352 euro/MWh, con il Quinto ne avrà 237 e per un impianto da 200 kW su edificio la remunerazione scenderà da 313 a 199 euro/MWh, mentre per 1 MW a terra passerà da 236 a 161.
Da qui l’invito alle istituzioni ad innalzare la soglia del registro fino a 200 kW, più compatibile con gli obiettivi di promozione dell’autoconsumo e del controllo della spesa. “Abbiamo proposto alle Istituzioni l’adozione di un sistema di controllo della spesa virtuoso che all’aumentare della potenza connessa alla rete elettrica preveda un ulteriore decremento della tariffa nel periodo di riferimento successivo. Così facendo la spesa continuerebbe ad essere monitorata e si eliminierebbe l’elemento di insicurezza legato ad una soglia registro troppo bassa” dicono le associazioni.
Valerio Natalizia Presidente GIFI-ANIE ha detto che “l’implementazione del registro gestito dal GSE per tutti gli impianti con potenza di picco superiore a 12 kWp non è lo strumento adatto“. A suo avviso, infatti, l’adozione del registro con una soglia di accesso così bassa avrebbe come unico effetto quello di “aumentare la burocrazia mettendo a forte rischio lo sviluppo sostenibile del mercato anche e soprattutto a causa dell’enorme incertezza inerente la fattibilità dei progetti fotovoltaici a discapito della loro bancabilità“.
Francesca Mancuso