Secondo alcune indiscrezioni, il Governo potrebbe non apportare le modifiche richieste dalle Regioni. Le associazioni insorgono
Quinto conto energia. I timori sulle modifiche agli incentivi al fotovoltaico crescono. Le ultime indiscrezioni non promettono nulla di buono visto che il Governo, a dispetto dell’apertura iniziale, sarebbe disposto a modificare solo una piccola parte della bozza, a differenza di quanto richiesto di recente dalle Regioni. E intanto la soglia dei 6 miliardi è sempre più vicina.
Probabilmente il rinvio dell’entrata in vigore al 1°ottobre non avrà luogo, e forse il registro sarà obbligatorio anche per gli impianti da 12 kW in su. Ma a preoccupare le associazioni è un altro fatto e riguarda il mancato accoglimento, da parte del Governo, delle modifiche considerate “imprescindibili” dalle Regioni.
Nonostante il parere tutto sommato positivo nei confonti del Decreto sviluppo, le associazioni temomo un passo indietro dell’Esecutivo sul sistema di incentivi per il fotovoltaoico. Attraverso una nota congiunta APER, Anie-GIFI e Assosolare hanno messo le mani avanti: “Si tratterebbe dell’ennesima posizione ideologica sulla quale si ‘arrocca’ il Ministero dello Sviluppo Economico per il quale, a questo punto è d’obbligo dirlo, le uniche fonti energetiche ‘plausibili’ sono quelle fossili“.
Scarsa la spinta verso il fotovoltaico, secondo le associazioni per le quali il settore delle rinnovabili è pronto a “dare il proprio contributo all’uscita dalla crisi, ma vorremmo che nella contabilità complessiva non fossero inseriti solo i costi degli incentivi, ma anche le voci quali la riduzione della dipendenza dall’estero in materia d’energia, la protezione dalla volatilità del prezzo dei combustibili fossili, l’ormai dimostrata riduzione del prezzo dell’energia elettrica e la creazione di nuovi posti di lavoro“. Non solo conto energia, dunque, ma un insieme di misure che portino progressivamente alla riduzione dell’utilizzo di petrolio e affini.
Secondo le associazioni sarebbero numerosi i danni economici inferti al settore, per il mancato innalzamento del tetto per i piccoli impianti fotovoltaici fuori registro che non consentirebbe “un adeguato sviluppo di impianti medio piccoli destinati all’autoconsumo nelle Pmi“.
Ma anche il mancato innalzamento del plafond di spesa fino a 7 miliardi di euro e il mancato spostamento a ottobre dell’entrata in vigore del Quinto conto energia comporteranno secondo le associazioni “un prematuro termine degli incentivi stessi prima che venga raggiunta l’effettiva competitività del fotovoltaico e dall’altro creerà dei danni irreparabili a chi sta legittimamente realizzando gli impianti in questi giorni“.
“Se queste voci fossero confermate sarebbe l’ennesimo duro colpo da parte del Governo ai danni degli operatori del mercato delle energie rinnovabili“. Per questo APER, Anie-GIFI e Assosolare “chiedono a gran voce al Governo di rispettare almeno il patto stretto con le Regioni, apportando le modifiche alle bozze richieste dalla Conferenza Unificata“.
Francesca Mancuso