Quinto Conto Energia: il mondo delle rinnovabili in piazza contro i decreti che limitano gli incentivi

Questa mattina tutti in piazza a Montecitorio per difendere le rinnovabili. Ecco i commenti delle associazioni e degli addetti ai lavori

Decreto rinnovabili e Quinto conto energia. La promessa delle associazioni di una forte mobilitazone a difesa delle energie pulite è stata mantenuta. Questa mattina davanti a Montecitorio erano presenti cittadini, associazioni, lavoratori e imprenditori. Nessuno tocchi le energie rinnovabili che non solo gioverebbero all’ambiente ma anche all’occupazione e alla crescita del paese.

Per questo, lamentando soprattutto i tagli per il fotovoltaico previsti dal Quinto conto energia, e la conseguente perdita, secondo gli addetti ai lavori, di decine di migliaia di posti di lavoro, oggi le associazioni sono scese in piazza al fianco dei lavoratori e dei sindacati al grido “Salviamo il futuro delle Rinnovabili“. Legambiente in particolare ha invitato il Governo a riaprire il tavolo delle trattative sui decreti. “Per la prima volta il mondo delle rinnovabili scende in piazza mostrando la sua forza e determinazione nell’impedire che nel nostro Paese si ponga fine allo sviluppo delle energie pulite come volano di crescita economica e di sostenibilità ambientale” ha detto il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini.

Le accuse di Legambiente sono indirizzate soprattutto al Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, che non avrebbe ascoltato le voci degli addetti ai lavori prima della stesura della bozza dei decreti. Continua Zanchini: “Il Governo, e in particolare il ministro Passera, hanno sbagliato nel metodo, approvando i decreti senza alcun confronto con le associazioni di settore, e nel merito, perché i testi sono pieni di impedimenti burocratici e di barriere agli investimenti che avrebbero l’effetto di fermare i successi realizzati in questi anni in termini di produzione di energia pulita e di nuova occupazione“.

Ancora una volta, Legambiente fa appello al modello “tedesco“, che, secondo l’associazione, riduce gli incentivi progressivamente attraverso il confronto con le imprese, ma soprattutto in maniera trasparente, senza tetti annui e con meno burocrazia. “Proprio le fonti rinnovabili termiche ed elettriche, il risparmio e l’efficienza energetica sono la strada maestra per ridurre i costi delle bollette di famiglie e imprese che sono stati alla base delle polemiche delle ultime settimane. Pare, però, che per il governo la questione si sia ridotta unicamente ai tagli alle rinnovabili, proprio come volevano i produttori di energia da carbone, petrolio e fonti fossili“. Gli interessi in gioco sono davvero tanti, troppi quando c’è di mezzo il petrolio. Per questo, l’appello di Legambiente va adesso verso il Parlamento e le amministrazioni regionali che dovranno “impegnarsi per la modifica dei decreti” soprattutto nel passaggio decisivo in Conferenza Stato-Regioni: “Ci sono, infatti, tutte le condizioni per trovare un accordo che preveda l’eliminazione della burocrazia e degli extra costi per chi vuole realizzare gli impianti e al tempo stesso la garanzia di incentivi ridotti ma certi“.

Anche gli addetti ai lavori erano presenti, ed in particolare Enerpoint, che attraverso il presidente e AD Paolo Maria Rocco Viscontini, ha spiegato le difficoltà del settore delle rinnovabili: “A distanza di un anno ci troviamo nuovamente a protestare per l’ennesimo cambio in corsa che stravolge lo schema normativo introducendo burocrazia, limiti e incertezza. In particolare, il registro per impianti fotovoltaici sopra i 12 kWp previsto dal testo dal V Conto Energia è un duro colpo per un settore che ha dato nuova linfa all’economia, che ci proietta verso un futuro sostenibile in linea con gli obiettivi di Kyoto e che ha permesso ad aziende italiane come Enerpoint di sviluppare un know how spendibile su mercati internazionali“.

Il testo presentato – conclude il Presidente di Enerpointrischia di vanificare gli investimenti fatti dagli italiani a sostegno dell’energia pulita ad un passo dal traguardo: la Grid Parity. Per questo motivo sosteniamo la manifestazione per salvare il futuro delle rinnovabili“.

Dal canto suo, il Ministro dell’Ambiente Clini attraverso una lettera pubblicata dal Corriere della Sera, ha cercato di far luce sulle discussioni degli ultimi tempi e sulle accuse che le rinnovabili facciano lievitare i costi della bolletta elettrica degli italiani: “Le fonti rinnovabili coprono oggi il 26% dell’ offerta di elettricità. Il peso delle fonti rinnovabili sulla bolletta elettrica è pari a circa il 20%, e rimarrà pressoché costante nel prossimo triennio, di fronte a un aumento dell’ offerta di elettricità dalle fonti rinnovabili fino a circa il 35%, per effetto della rimodulazione in basso degli incentivi, che abbiamo concordato con i ministri Catania e Passera”. Fin qui tutto chiaro. Secondo Clini le rinnovabili non solo non incidono in maniera considerevole sulla bolletta, quantificando anche tale valore, ma “diminuiscono in modo significativo il prezzo dell’ elettricità“.

Anche sotto il profilo dello sviluppo economico, le energe pulite sono state un toccasana. Dice Clini: “Le fonti rinnovabili sono anche il settore che ha conosciuto negli ultimi 5 anni e nonostante la crisi una crescita costante e vertiginosa degli investimenti in ricerca e sviluppo: 260 miliardi di dollari nel 2011 contro meno di 100 nel 2007“. Non poco.

E non parliamo dell’occupazione. Dati alla mano, secondo Clini, nel 2010 l’ occupazione diretta e indiretta in Italia nei settori delle fonti rinnovabili e delle nuove tecnologie per la generazione distribuita “è stimata tra 110.000 (EurObserver 2012) e 150.000 (Confartigianato) addetti“. Si tratta soprattutto di giovani e con elevata specializzazione. “Perché dovremmo mettere a rischio questa importante fonte di occupazione, mentre la bolletta elettrica ha sostenuto per anni e sostiene ancora con contributi impropri settori produttivi che non raggiungono un terzo di questi occupati?” Ottima domanda, ministro. A lei la risposta. “Le rinnovabili e la generazione distribuita devono essere considerate un driver di crescita e un fattore di modernizzazione e trasparenza nel sistema industriale italiano“. Ne siamo sempre più convinti.

Le parole di Clini sono state accolte favorevolmente da Averaldo Farri, consigliere delegato di Power-One: “Grazie ministro Clini. Le siamo grati che un rappresentante del Governo abbia fatto chiarezza e abbia fornito i veri numeri sul peso degli incentivi per le rinnovabili sulla bolletta elettrica. Si sono scritte troppe bugie. Finalmente il ministro Clini rimette in ordine cifre e teoremi”.

Confermato il fatto che le rinnovabili possono essere uno stimolo per l’economia e per l’occupazione, secondo PowerOne, “l’Italia non può e non deve rimanere indietro, la green economy è una realtà in forte crescita. Abbiamo un’occasione unica per stabilire un’infrastruttura energetica che possiamo definire nostra, indipendente da gas, petrolio, carbone o altre fonti fossili costose ed inquinanti”.

Queste le associazioni che hanno aderito alla manifestazione: AES (Azione Energia Solare), ANEST (Associazione Nazionale Energia Solare Termodinamica), ANEV (Associazione Nazionale Energia dal Vento), ANTER (Associazione nazionale tutela energie rinnovabili), APER (Associazioni Produttori Energia da Fonti Rinnovabili), Artenergy, ASCOMAC – COGENA, ASSIEME (Associazione Italiana Energia Mini Eolico), ASSO ENERGIE FUTURE, ASSOLTERM (Associazione Italiana Solare Termico), ASSOSOLARE (Associazione Nazionale dell’industria Solare Fotovoltaica), ATER (Associazione Tecnici Energie Rinnovabili), CIB (Consorzio Italiano Biogas), COMITATO IFI (Industrie Fotovoltaiche Italiane), CPEM (Consorzio dei Produttori di Energia da Minieolico), FEDERPERN ( Federazione Produttori Idroelettrici), FIPER ( Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili), GIGA (Gruppo Informale per la Geotermia e l’Ambiente), Greenpeace, Ises Italia, ITABIA (Associazione Italiana Biomasse), Kyoto Club, Legambiente, SOS rinnovabili, VAS, WWF.

Francesca Mancuso

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