Le modifiche apportate al Quinto conto energia non hanno lasciato pienamente soddisfatto Valerio Natalizia, Presidente GIFI-ANIE, che critica l'eccesso di burocrazia
Quinto conto energia. Sono state accolte con un mix di soddisfazione e delusione le proposte di modifica delle Regioni, che dopo la Conferenza Unificata e la parziale apertura del Governo nei confronti di nuove migliorie, hanno riformulato i nuovi punti di forza di cui l’esecutivo dovrà tener conto per il decreto sul fotovoltaico.
In sintesi, ciò che le Regioni chiedono al Governo è innanzitutto di rinviare l’entrata in vigore del Quinto conto energia al 1° ottobre 2012, insieme all’innalzamento della soglia di potenza degli impianti per l’iscrizione al registro, che secondo la bozza del decreto doveva essere di 12 kWp. Le Regioni invece vorrebbero esonerare dall’obbligo di iscrizione al registro gli impianti fotovoltaici di potenza fino a 100 kW. E con l’innalzamento della soglia di spesa dai 500 milioni annui sanciti dalla bozza fino a 749 milioni di euro e la deroga per gli edifici pubblici, il quadro è quasi completo. A corredo delle modifiche la reintroduzione dei due bonus, quello volto ad incentivare la produzione europea e quello volto a favorire la sostituzione delle coperture in eternit col fotovoltaico, entrambi pari a 3 centesimi di euro per kWh.
Ma le associazioni non sono del tutto soddisfatte. Se è vero che dei passi avanti sono stati fatti rispetto al testo precedente, dall’altra parte ci sono ancora dei punti controversi. In particolare, Valerio Natalizia, Presidente GIFI–ANIE, sottolinea: “Il documento scaturito dalla riunione del 6 giugno presenta contemporaneamente aspetti positivi e criticità ancora da risolvere. Pur apprezzando la richiesta delle Regioni di escludere dal registro una più vasta tipologia di impianti continuiamo a non condividere lo strumento in quanto tale che, come affermato anche dalla UE, aumenta la burocrazia ed i costi creando maggiore incertezza a scapito della bancabilità dei progetti”. La troppa burocrazia è un limite, che potrebbe rallentare la piena operatività del comparto, e che secondo Natalizia sarebbe il vero nodo da sciogliere: “Lo sviluppo sostenibile del mercato fotovoltaico non si basa sull’aumento delle tariffe incentivanti ma sull’eliminazione delle barriere burocratiche e delle incertezze legate al registro ed ai limiti ‘imposti’. L’industria nazionale ha bisogno di misure lungimiranti che servano a stimolare la competitività del sistema produttivo nel suo complesso.“
Bene anche l’innalzamento del plafond di spesa, anche se non è ancora sufficiente. Continua Natalizia: “L’aumento a 6,759 mld € complessivi è sicuramente un passo nella giusta direzione ma non è soddisfacente soprattutto in virtù dei numerosi limiti che sono stati posti sulle varie tipologie di impianti. Ribadiamo la necessità di arrivare a 7 mld“.
Infine, un plauso per il ritorno dei due bonus: “La re-introduzione dei premi per la sostituzione dei tetti in eternit e per la componentistica Made in EU è sicuramente un ulteriore passo in avanti – commenta Natalizia. Credo comunque che l’entità dei premi debba essere saggiamente valutata sulla base dell’effettiva ricaduta occupazionale e dell’impatto a medio-lungo termine così come l’entità delle tariffe incentivanti, il cui incremento proposto per alcune fasce di potenza ci lascia perplessi“.
Francesca Mancuso