Parte Zero Emission Rome, e il Quinto conto energia non è accolto con favore dalle associazioni e dai comitati, che lo considerano un freno allo sviluppo del fotovoltaico
Quinto conto energia. A ZeroEmission Rome il nuovo sistema di incentivi per il fotovoltaico non può di certo mancare. Non con una grande accoglienza viste le critiche che lo hanno accompagnato fin dall’inizio. Per oggi era previsto addirittura un flash mob per protestare contro le novità introdotte dal Quinto Conto Energia, organizzato da Azione Energia Solare insieme a Legambiente, Cetri, Ifi e ad altre associazioni.
Proprio Alessandro Cremonesi, Presidente del Comitato IFI (Industrie Fotovoltaiche Italiane), è intervenuto al convegno che oggi ha inaugurato ZeroEmission Rome 2012, manifestazione dedicata alle energie rinnovabili. Cremonesi non ha nascosto le sue perplessità sul nuovo sistema di incentivi per il fotovoltaico, entrato in vigore lo scorso 27 agosto, sottolineando la situazione di estrema difficoltà che l’industria italiana produttrice di celle e moduli fotovoltaici sta vivendo, e che non sarà di certo alleggerità dall’introduzione del sistema.
Il plafond di spesa di 700 milioni di euro da destinare ai nuovi impianti previsto dal Quinto Conto Energia, secondo il Comitato IFI si esaurirà in meno di un anno, molto prima quindi dei 5 semestri previsti dall’attuale governo: “Dal momento che il settore non si trova in una condizione di grid parity e non riuscirà a raggiungere la piena autonomia economico-produttiva nel periodo di un anno, c’è il rischio reale che tutto il settore si fermi una volta raggiunti i 6,7 miliardi di euro di spesa annui” ha detto Cremonesi. “In questi mesi lavoreremo per ricevere garanzie da tutti gli schieramenti politici candidati a formare il prossimo governo di intervenire in maniera costruttiva e stabile per protrarre il programma di incentivi fino al reale raggiungimento della grid parity“. Che ormai sembra possibile solo con un autentico miracolo.
Il Comitato delle Indutrie fotovoltaiche italiane intanto si sta muovendo per tutelare la produzione nazionale dalla spietata concorrenza cinese e per questo ha appoggiato l’azione di Eu ProSun, che raccoglie oltre una ventina di grandi compagnie manifatturiere europee nel settore fotovoltaico, attraverso la richiesta avanzata alla Commissione Europea di aprire un’investigazione formale sulle pratiche di antidumping da parte dei produttori cinesi.
“Stiamo parlando di un settore che in Italia occupa tra diretti e indotto almeno 120mila posti di lavoro” spiega Cremonesi. “Un settore che nel nostro Paese ha generato nel 2011 un volume d’affari pari ad alcune decine di miliardi di euro e che si è dovuto confrontare con un mercato in condizioni di turbativa, con un quadro normativo instabile e con un sistema creditizio che non ha dato fiducia all’industria e a tutta la filiera“.
Per questo, il Comitato IFI ha proposto l’introduzione di un bonus fiscale sugli utili reinvestiti negli impianti fotovoltaici con tecnologia italiana oltre ad avere una maggiore chiarezza alla composizione della bolletta sull’energia elettrica. Secondo Cremonesi “è necessario chiarire a tutti gli utenti che nella bolletta elettrica sono presenti almeno 3 miliardi di euro/anno di oneri impropri inerenti sconti per interruzioni per le imprese energivore, contributi per le energie da fonte fossile, aiuti per i trasporti su rete ferroviaria, dismissioni da centrali nucleari. Voci che dovrebbero essere trasferite in un capitolo di bilancio separato. Non è ammissibile quindi che gli aumenti di quest’ultimo periodo vadano imputati agli incentivi per le energie rinnovabili, che invece rappresentano una straordinaria opportunità per il nostro Paese in termini di produzione e capacità occupazionale“.
Francesca Mancuso