Quinto Conto Energia: le 5 modifiche proposte dalle Regioni

Dopo l'apertura del Governo, ecco le cinque proposte di modifica avanzate dalle Regioni

Quinto conto energia. Dopo il piccolo passo avanti effettuato in occasione della Conferenza Stato-Regioni, queste ultime stanno già riflettendo sulle modifiche da presentare al Governo, che in occasione della Conferenza si era detto disposto ad accogliere le proposte delle Regioni. In che modo cambierà il sistema di incentivi per il fotovoltaico?

Numerosi sono stati i suggerimenti, da più parti. Dai Comuni alle associazioni, ciascuno ha una propria idea su come deve e non deve essere il Quinto conto energia, che subentrerà all’attuale sistema in vigore, il Quarto conto energia.

Rinvio dell’entrata in vigore al 1° ottobre 2012. Una delle prime richieste avanzata dalle Regioni prevede il rinvio dell’entrata in vigore del Quinto conto energia, dal 1° luglio al 1° ottobre. Va inoltre sottolineato che il nuovo sistema incentivante partirebbe nel caso in cui entro il 1° ottobre il valore complessivo di spesa di 6 miliardi di euro sia stato raggiunto da almeno 30 giorni.

Deroga per gli impianti degli edifici pubblici. Diverso il caso degli edifici pubblici, che per tutto il 2012 potrebbero continuare ad usufruire degli incentivi previsti dall’attuale Quarto conto energia, che si applicherebbero regolarmente agli impianti realizzati sugli edifici e sulle aree pubbliche a condizione che risultino entrate in esercizio entro il 31 dicembre 2012. Qualora invece varcassero tale soglia, usufruirebbero anch’essi del Quinto conto energia.

Modifiche al registro e iscrizione. A lungo è stata una nota dolente. Un’altra richiesta avanzata dalla Regioni è l’innalzamento della soglia di potenza degli impianti per l’iscrizione al registro, che secondo la bozza del decreto doveva essere di 12 kWp. Le Regioni invece richiedono di esonerare dall’obbligo di iscrizione al registro, gli impianti fotovoltaici di potenza fino a 100 kW, per i quali il costo annuo indicativo degli incentivi del semestre non superi i 50 milioni di euro. Stessa sorte anche per gli impianti su edifici, capannoni e fabbricati rurali di potenza fino a 100 kW installati in sostituzione di coperture in eternit o contenenti amianto. Altre novità riguardano gli impianti che non dovranno iscriversi al registro, ossia quelli a concentrazione e integrati con caratteristiche innovative, quelli su edifici pubblici e quelli su edifici, capannoni e fabbricati rurali ricompresi nelle aree colpite dal terremoto in Emilia, a condizione che siano costruiti o ricostruiti nel rispetto della normativa antisismica. Infine, per evitare l’eccesso di burocrazia e l’allungamento dei tempi, le Regioni pensando alla possibilità di introdurre le autocertificazioni.

Innalzamento del plafond di spesa. Fondamentale anche l’innalzamento della soglia di spesa dai 500 milioni annui sanciti dalla bozza fino a 749 milioni di euro. Non è molto, ma è comunque un passo avanti.

Introduzione del premio Made in Europe e del bonus per la sostituzione delle coperture in amianto. Non potevano di certo mancare i due premi, il primo volto a favorire la produzione europea e che dovrebbe essere di 3 centesimi di euro per kWh per gli impianti il cui costo di investimento nei materiali utilizzati sia per non meno dell’80% riconducibile a una produzione realizzata nel vecchio continente. Stessa cifra sarà corrisposta anche per chi decide di sostituire le coperture in amianto col fotovoltaico.

Francesca Mancuso

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