Il decreto attuativo sulle rinnovabili che ridefinirà i nuovi incentivi al fotovoltaico sta finalmente per approdare sul tavolo delle Regioni e il 20 aprile prossimo molto probabilmente (anche se il condizionale è d'obbligo) potremmo finalmente avere notizie certe, dopo le tante indiscrezioni, sulla bozza del Governo sul Quarto Conto Energia e se questa verrà rimodulata sul modello tedesco come fatto intendere e se sarà previsto un tetto alla spesa.
Il decreto attuativo sulle rinnovabili che ridefinirà i nuovi incentivi al fotovoltaico sta finalmente per approdare sul tavolo delle Regioni e il 20 aprile prossimo molto probabilmente (anche se il condizionale è d’obbligo) potremmo finalmente avere notizie certe, dopo le tante indiscrezioni, sulla bozza del Governo sul Quarto Conto Energia e se questa verrà rimodulata sul modello tedesco come fatto intendere e se sarà previsto un tetto alla spesa.
Il Ministro Stefano Saglia, infatti, qualche giorno fa ha detto: “Stiamo ragionando su un tetto alla spesa sul modello tedesco visto che il tetto alla potenza risulta così sgradito. Non abbiamo ancora deciso se verrà conteggiato ogni sei mesi o ogni anno. Il nuovo sistema prevede, inoltre, che nel 2017 non ci sarà più incentivazione“. Il 2017, infatti, è l’anno in cui dovrebbe essere raggiunta la cosiddetta grid parity cioè, in sintesi, la capacità del fotovoltaico di produrreenergia elettricasenza necessità di incentivi. Il sottosegretario Saglia, tuttavia, non ha accennato alle cifre: quali saranno, dunque, i tagli previsti alle tariffe incentivanti ? In ogni caso il sottosegretario ha assicurato che gli investimenti in corso non saranno penalizzati.
Per saperne di più, dunque, dovremo aspettare ancora due giorni. Già oggi, tuttavia, i rappresentanti dell’esecutivo incontreranno la commissione tecnica della Conferenza Stato Regioni, in vista dell’incontro di mercoledì venti. Ci auguriamo, dunque, che il periodo di incertezza normativa termini presto, viste le ripercussioni negative che, stando almeno alle opinioni degli imprenditori, si potrebbero e già si stanno avendo sull’occupazione
Durante la giornata conclusiva di Energy Med, infatti, la mostra convegno dedicata alle fonti rinnovabili ed all’efficienza energetica nel Mediterraneo, tenutasi a Napoli lo scorso 16 Aprile , si è discusso proprio di queste tematiche: Quarto Conto Energia, scambio sul posto e futuro dell’industria delle rinnovabili e del fotovoltaico in particolare. Durante l’incontro sono state evidenziate le potenzialità che il settore potrebbe avere grazie al supporto economico governativo in favore delle fonti rinnovabili. Il settore vede attualmente impegnati oltre 120mila operatori in Italia e 60 mila nel solo centro sud. Tuttavia “L’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del decreto legislativo che recepisce la direttiva europea 28/2009/CE, sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, rischia di provocare una paralisi per tutto il settore “– sono le parole di Michele Macaluso, direttore dell’agenzia napoletana energia e ambiente , che ha proseguito -. “Il rimando a disposizioni future per quanto riguarda la definizione di aspetti chiave del sistema rinnovabili, come ad esempio quella che dovrebbe stabilire il valore degli incentivi per il futuro, introduce pericolosi elementi di incertezza. Incombe il rischio retroattività per progetti già avviati e finanziati, con gravi danni economici per tutte le aziende che hanno investito nel settore”
A rischio, solo nel Mezzogiorno, ben 60mila unità così suddivise: nell’eolico circa 10mila addetti, nel solare fotovoltaico circa 5.700 e il comparto delle biomasse con circa 25.000 occupati. Il resto dei colletti verdi è distribuito tra il geotermico, il solare termico, il mini idrico, e le altre forme minori di produzione di energia da fonti rinnovabili. È proprio questa la formula vincente che lo stesso direttore dell’Anea indica:
“È necessario agevolare la crescita del settore delle rinnovabili, puntando in particolare su alcuni settori che hanno grandi potenzialità nel centro sud Italia quali il fotovoltaico, il raffrescamento solare (solar cooling), la geotermia, il minidraullico e l’efficienza energetica, che possono puntare a soddisfare il 50% del fabbisogno energetico del Mezzogiorno entro il 2020, se sufficientemente incentivato e con maggiori certezze sul quadro normativo. Infatti – conclude Michele Macaluso -, l’obiettivo deve essere quello di favorire un’occupazione distribuita capace di coinvolgere un numero ampio di aziende e addetti ai lavori”.
Ma non sono solo le associazioni e gli imprenditori del settore a smaniare contro il traccheggio del Governo. Come abbiamo visto anche il Commissario Europeo all’Energia Günther Oettinger ha scritto a Romani per esortarlo a “intraprendere ogni sforzo per attuare la direttiva 2009/28/CE in maniera stabile e prevedibile e di essere particolarmente cauto nel considerare misure che possano avere ripercussioni sugli investimenti già effettuati”.
Sul piedi di guerra poi anche i sindacati: proprio il 20 aprile, lo stesso giorno della Conferenza Stato Regioni, è prevista una manifestazone di protesta chiamata “Non spegnete il sole” , lo slogan con cui i sindacati scenderanno in piazza portando la protesta contro il taglio agli incentivi alle energie rinnovabli. A Roma sfileranno gli aderenti a Fiom-Cgil, Fim-Cils, Uilm-Uil. Con loro, fin sotto al ministero guidato da Romani, ci saranno lavoratori e imprenditori provenienti dal Veneto, oltre duecento aziende aderenti alla Rives (Rete imprese venete per il solare),preoccupati per i loro posti di lavoro. “Il decreto sulle energie rinnovabili del 3 marzo scorso– si legge sul volantino della manifestazione – ha avuto un solo effetto: ha bloccato l’intera filiera del fotovoltaico in Italia. Da allora si sono ridimensionati i piani di investimenti e in molti casi, annunciati processi di delocalizzazione e avviato il ricorso ad ammortizzatori sociali. Per dare una prospettiva di sviluppo equilibrato ad un settore strategico per il paese, il decreto va radicalmente modificato”.