Quarto conto energia: ricorsi e richieste di risarcimento

ll Quarto Conto Energia, lungi dall'aver messo tutti d'accordo riguardo agli incentivi per il fotovoltaico, ha già numerosi antagonisti. All'indomani dell'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, il nuovo decreto ha già scatenato reazioni sia in Italia che all'estero.

ll Quarto Conto Energia, lungi dall’aver messo tutti d’accordo riguardo agli incentivi per il fotovoltaico, ha già numerosi antagonisti. All’indomani dell’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, il nuovo decreto ha già scatenato reazioni sia in Italia che all’estero.

Nel nostro paese, l’associazione SOS Rinnovabili ha già minacciato di ricorrere contro il provvedimento, e fuori dai nostri confini si sta già pensando di chiedere un risarcimento allo Stato italiano per colmare le conseguenze negative legate alla diminuzione degli incentivi. Infatti, un gruppo di 150 aziende estere, riunitesi nel POI (Photovoltaic operators investor) di cui fanno parte AES Solar Energy, Akuo Energy, Fotowatio Renewable Ventures, Martifer Solar, Siliken Solarig, N-Gagee Wurth Solar, sono già scese in campo per difendere i propri diritti e denunciare, a loro avviso, i rischi ad asso connessi.

La proposta di portare il Decreto Romani e il conseguente decreto del Quarto Conto Energia in tribunale è stata lanciata dall’associazione nata sul web e promotrice di numerose iniziative di contestazione del decreto, nel corso del Solar Expo di Verona e stando a quanto sostenuto sul suo sito, sarà articolata in due azioni: il primo ricorso verrà presentato alla Corte di Giustizia UE, “perché il decreto del 3 marzo scorso – così come il Commissario europeo all’energia Oettinger ha sottolineato in una lettera inviata al ministro Romani – non recepisce la direttiva europea che prevede lo sviluppo delle rinnovabili, ma anzi limita lo sviluppo delle energie dal sole”. La seconda azione “sarà invece avviata nei confronti del TAR. E non è improbabile che si finisca davanti alla Corte costituzionale: perché il provvedimento danneggia le aziende che, pur avendo rispettato le norme di legge vigenti, avranno un diverso trattamento a livello di tariffe incentivanti”.

In lista poi ci sarebbero ulteriori azioni risarcitorie tra cui “un ricorso alla Corte dei Conti perché il decreto espone lo Stato al rischio di esborsi pesanti; e, infine, una segnalazione all’Antitrust: il provvedimento emanato dal governo falsa i termini della concorrenza, avvantaggiando i grandi gruppo oligopolistici”.

Gli investitori esteri, invece, hanno chiesto un maxi risarcimento da 500 milioni di euro per colmare le perdite provocate nel futuro prossimo dal Quarto Conto Energia. I nuovi incentivi infatti sono inferiori rispetto a quelli previsti dal Terzo Conto Energia. In particolare, il nuovo decreto andrebbe a colpire chi ha effettuato investimenti partendo dal Terzo Conto Energia, da realizzarsi entro il 2011 e il primo trimestre del 2012, essendo a questo punto costretti ad avere ‘oneri aggiuntivi’ pari a 500 milioni di euro circa.

Ma non è una sorpresa. Già prima dell’approvazione del decreto, essi avevano minacciato di intentare un’azione legale contro l’Italia poiché avevano “avviato in Italia importanti investimenti nel settore dell’energia solare, sulla base di un quadro normativo perfezionatosi nell’agosto del 2010 ma che a soli 3 mesi dalla data in cui ha iniziato a spiegare la sua efficacia è stato completamente disatteso dal Governo Italiano ed a breve potrebbe essere sostituito da un provvedimento quale il Quarto Conto Energia dai contenuti fortemente peggiorativi, retroattivi e discriminanti“.

La situazione non si mette bene per lo Stato Italiano, e quindi per noi cittadini. Malvisto anche dal Commissario europeo all’energia, Gunther Oettinger, il Quarto Conto Energia potrebbe gravare ulteriormente sui cittadini. Spiegano i legali dei POI: “In caso di soccombenza dello Stato italiano tali importi dovranno essere versati ai ricorrenti dallo Stato stesso e dunque graveranno in ultima analisi sui cittadini che, peraltro, si vedranno anche privati dei benefici che sarebbero derivati dagli investimenti pregiudicati“.

Francesca Mancuso

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