Quarto conto energia: favorevoli e contrari

Meno di 24 ore fa è stato approvato il Quarto Conto Energia che, ricordiamo, gestirà gli incentivi legati al fotovoltaico. La lunga attesa di questi mesi soddisferà le aspettative di cittadini, imprese e associazioni?

Meno di 24 ore fa è stato approvato il Quarto Conto Energia che, ricordiamo, gestirà gli incentivi legati al fotovoltaico. La lunga attesa di questi mesi soddisferà le aspettative di cittadini, imprese e associazioni?

Ecco i commenti a caldo riguardo all’approvazione del decreto da parte del Consiglio dei Ministri. Secondo Stefania Prestigiacomo il provvedimento sulle rinnovabili rappresenta una grande vittoria per l’ambiente e una grande sfida di sviluppo sostenibile. È un intervento che sostiene un settore strategicamente decisivo per il futuro dell’energia rafforzando le prospettive di crescita di un comparto in espansione“. Soddisfatto e speranzoso, il ministro dell’Ambiente guarda al futuro dell’energia, auspicando la crescita del settore: “Abbiamo anche dato un sostegno serio alla diffusione di quel piccolo solare diffuso che punta all’autonomia energetica di aziende e abitazioni e che rappresenta un importante elemento nella strategia di riqualificazione del territorio e dei centri urbani. Il provvedimento assicurando certezze per gli investimenti nel breve e nel lungo periodoalimenterà la spinta virtuosa verso nuove tecnologie energetiche amiche dell’ambiente e aiuterà in maniera decisiva l’Italia a raggiungere i target di riduzione di C02 fissati a livello internazionale“.

Per una volta, è della stessa opinione anche Paolo Romani, ministro dello Sviluppo Economico, che ha detto: “Questo importante provvedimento consente finalmente di dare stabilità e prospettive di lungo periodo al mercato fino al raggiungimento della competitività tecnologica. È una riforma strutturale per le imprese e i cittadini, raggiunta dopo una complessa e laboriosa concertazione. Per il futuro energetico del Paese siamo impegnati a raggiungere e superare gli obiettivi di Europa 2020. Attraverso la competizione tra diverse fonti di produzione, potremo garantire la copertura del fabbisogno energetico nazionale sfruttando tutti i vantaggi dell’innovazione tecnologica. Le energie rinnovabili avranno, assieme all’efficienza energetica e alle reti intelligenti, un ruolo fondamentale nella nuova strategia energetica nazionale che presenteremo nella Conferenza Nazionale per l’Energia“.

Parla di momento storico anche Valerio Natalizia, Presidente di ANIE/GIFI, che in un primo momento, durante le ore di attesa prima dell’approvazione da parte del CdM, aveva mostrato di mal tollerare un ulteriore rinvio: “Finalmente è stato firmato il decreto che permette all’intero comparto di ripartire e pianificare i prossimi 5 anni di attività – dice Natalizia –. GIFI/ANIE è orgogliosa di aver contribuito in maniera sostanziale alla stesura del testo definitivo. La politica del dialogo portata avanti dalla nostra associazione ci ha permesso di portare dei correttivi fondamentali che hanno portato all’approvazione di un testo che garantisce lo sviluppo del mercato. Se rimarrà confermata la versione ad oggi circolata, sarà necessario proseguire il lavoro sugli aspetti da migliorare, costituendo, come da noi già proposto, un tavolo tecnico permanente con le istituzioni per la semplificazione delle procedure autorizzative e di connessione alla rete.

È intervenuto anche Claudio Andrea Gemme, Presidente di ANIE Energia:È un passo importante anche per l’intera filiera nazionale delle tecnologie elettromeccaniche – ha detto -. I Ministeri hanno preso atto che il comparto fotovoltaico rappresenta un importantissima realtà e un motore di sviluppo per il paese. L’obiettivo di 23 GWp di potenza installabili contribuirà in maniera sostanziale al conseguimento degli obiettivi definiti per il 2020 e alla maggiore indipendenza dall’approvvigionamento energetico dall’estero“.

Giunge l’approvazione al decreto anche da parte di IFI, che tramite il suo presidente Filippo Levati, fa sapere: “Il Comitato Imprese Fotovoltaiche Italiane esprime grande soddisfazione per il riconoscimento da parte del Ministro e delle istituzioni del ruolo che la filiera industriale italiana può ricoprire nello sviluppo del settore. L’impianto del testo nel suo complesso si rivela valido, con un approccio prospettico che potrà consentire al sistema Paese di lavorare nei prossimi anni al consolidamento della propria posizione competitiva a livello globale e contribuire al raggiungimento della grid parity, in armonia con le diverse necessità di bilanciamento del mix energetico“.

Soddisfazione anche da parte di Power-One, azienda di Arezzo con più di 1200 dipendenti, numero uno in Italia e seconda al mondo nel settore degli inverter fotovoltaici, che trova elementi positivi nel decreto sulle rinnovabili firmato ieri: “È la prima volta – spiega Averaldo Farri del consiglio direttivo, – che in Italia abbiamo una legge che dà una visibilità di cinque anni al settore ed apprezziamo l’innalzamento a 23 GW della potenza totale incentivata. Questo dimostra un impegno da parte del governo a dotarsi finalmente di una fonte di energia “totalmente nostrana”, pulita e rinnovabile, che copra una parte dei fabbisogni energetici del nostro paese. Inoltre, – continua Farri- giudichiamo anche positivamente il premio addizionale stabilito per chi acquisterà i propri componenti da aziende europee. Tuttavia conclude il manager di Power-One – sebbene ci siano alcuni elementi nel testo, che possono essere ancora migliorati, Power-One ritiene che questo decreto rappresenti una buona legge che permetterà al settore di ripartire.

Fino qui tutti osanna e alleluja. Ma non mancano i pareri negativi. Primo tra tutti quello di Assosolare, che non ha perso tempo a sottolineare “tutte le criticità” del provvedimento. In particolare, il presidenteGianni Chianetta, ha rimarcato i danni che rischia di subire il segmento dei grandi impianti“. “Esprimiamo con grande forza – aggiunge Francesca Marchini, direttore generale dell’associazione – tutte le criticità riguardanti il testo. Il Governo ci è venuto incontro con quello che possiamo definire un ‘aperitivo’, ma in realtà non ha cambiato la sostanza. Sono state anche ignorate alcune delle posizioni delle Regioni, ma soprattutto non sono stati ascoltati gli operatori del settore.” Per questo, conclude Marchini “Non escludiamo la possibilità di procedere anche con azioni e strategie legali, visto che una parte dei diritti sono stati violati”.

Un po’ più diplomatico invece il presidente di Aper, Roberto Longo, che ha detto: “Non abbiamo mai avuto nulla in contrario all’aggiustamento al ribasso delle tariffe in linea con le esigenze del mercato e da sempre siamo stati d’accordo all’applicazione del modello tedesco. Ma continuiamo a non essere d’accordo sul metodo seguito che non ha rispettato né i diritti acquisiti con il Terzo Conto Energia, né i principi costituzionali ed europei di legittimo affidamento causando una forte turbativa del mercato. Non mi stupirei se l’atteggiamento del Governo venisse sanzionato, anzi mi aspetto che ci siano operatori che facciano causa all’esecutivo per i danni subiti“. Tuttavia, sostiene che è “meglio un cattivo provvedimento” che niente. “Vedremo ora come funzionerà il nuovo regime – conclude- soprattutto il sistema del registro per i grandi impianti, il punto che ci rende più perplessi oltre al sistema dei ‘cap’ sia sulla spesa sia sulle capacità installata, che riteniamo davvero ingestibile“.

Fare causa? Detto fatto. Già ieri SOS Rinnovabili si è fatta portavoce del punto di vista di 150 aziende italiane, pronte ad avviare un’azione legale collettiva contro il decreto Romani: “Il primo ricorso verrà presentato alla Corte di Giustizia Ue, perché il decreto del 3 marzo scorso non recepisce la direttiva europea che prevede lo sviluppo delle rinnovabili, ma anzi limita la crescita delle energie dal sole”. Si parla poi di una seconda azione “nei confronti del TAR, è non è improbabile che si finisca davanti alla Corte costituzionale: perché il provvedimento danneggia le aziendeche, pur avendo rispettato le norme di legge vigenti, avranno un diverso trattamento a livello di tariffe incentivanti“. E infine ci sarà, secondo SOS Rinnovabili, anche “un ricorso alla Corte dei Conti perché il decreto espone lo Stato al rischio di esborsi pesanti; e, infine, una segnalazione all’Antitrust: il provvedimento emanato dal governo falsa i termini della concorrenza, avvantaggiando i grandi gruppo oligopolistici“.

Negativo anche il commento di Legambiente, con Edoardo Zanchini: “Dopo aver bloccato per diversi mesi lo sviluppo delle rinnovabili, il Governo finalmente ha compiuto un passo indietro rispetto all’idea di cancellare o ridimensionare le energie alternative in Italia. Seppure, infatti, rimaniamo ancora in attesa dell’approvazione di decreti attuativi per le altre fonti pulite, con il decreto di oggi, almeno per il solare fotovoltaico, potranno ripartire gli investimenti. Questa scelta politica è anche frutto di una protesta di settore senza precedenti che dimostra l’affermarsi nel nostro Paese di un forte settore industriale rispetto al quale anche il Ministero dell’Ambiente ha offerto un ruolo di supporto, sostenendo le legittime richieste delle imprese”.

Bocciatura anche da parte del WWF: “Non siamo di certo d’accordo – afferma in una nota l’associazione ambientalista – sulla necessità di procedere in fretta e furia per porre un tetto allo sviluppo delle rinnovabili in Italia senza costruire invece un percorso di agganciamento degli incentivi ai costi reali, nel quadro di una Strategia Energetica nazionale che pure il Ministro Romani dice di voler completare prima dell’estate. Consideriamo inoltre inadeguato il fatto che non si sia tenuto conto delle osservazioni delle Regioni e che il decreto attuativo sia un pasticcio che si poteva scongiurare sul nascere, evitando cioè di porre limiti agli incentivi nel decreto legislativo da cui è scaturito. Prendiamo le distanze soprattutto dal fatto che il decreto venga presentato per quello che non è, un successo per l’ambiente, pur avendo apprezzato i tentativi di miglioramento da parte del ministro Prestigiacomo. I toni trionfalistici di alcuni esponenti del Governo sul provvedimento che definisce il quarto Conto Energia ci paiono decisamente fuori luogo”.

La favola del Quarto Conto Energia sembra proprio non trovare un lieto fine. Altro che “e vissero tutti felici e contenti”.

 

Francesca Mancuso

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