Ancora nulla di fatto: l'esame della bozza del Quarto Conto Energia è stato rimandato ulteriormente, al prossimo 28 Aprile. Ieri, infatti, la Conferenza Stato-Regioni ha iniziato l'esame della bozza , che il comitato tecnico aveva già avuto modo di visionare martedì ma, come ha dichiarato Gianfranco Simoncini, assessore alleattività produttive della Regione Toscana: ''Non ci è stato dato modo di poter discutere un decreto di cui non condividiamo alcune parti''.
Ancora nulla di fatto: l’esame della bozza del Quarto Conto Energia è stato rimandato ulteriormente, al prossimo 28 Aprile. Ieri, infatti, la Conferenza Stato-Regioni ha iniziato l’esame della bozza , che il comitato tecnico aveva già avuto modo di visionare martedì ma, come ha dichiarato Gianfranco Simoncini, assessore alleattività produttive della Regione Toscana: ”Non ci è stato dato modo di poter discutere un decreto di cui non condividiamo alcune parti”.
”In particolare – spiega Simoncini- ho chiesto che venga incentivato l’uso di materiali prodotti in Italia”. Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni, ha fatto eco a Simoncini: ”Abbiamo chiesto al Governo – ha spiegato Errani – un rinvio di una settimana del decreto sulle rinnovabili. Sono stati fatti alcuni passi avanti, ma per noi rimangono forti criticità“.”Confidiamo – ha aggiunto Errani – di raggiungere l’intesa la prossima settimana. È importante per i produttori e per la filiera industriale”.
Il via libera definitivo per la definizione del Quarto Conto Energia, dunque, si dovrebbe avere il 28 Aprile prossimo, cioè due soli giorni prima della scadenza prevista dal Decreto Romani per l’approvazione del provvedimento tramite decreto attuativo. Le perplessità sulla bozza dei nuovi incentivi al fotovoltaico stilata dal Governo sarebbero molte, e provenienti da rappresentanti di diverse regioni italiane: ad esempio l’assessore all’ambiente della Regione Umbria, Silvano Rometti, aveva già avuto modo di dire la sua “La proposta disattende quanto già evidenziato ed indicato dalle Regioni, tra cui l’Umbria, nel corso di precedenti incontri con i Ministri Fitto, Romani e Prestigiacomo”.
Per Nichi Vendola, presidente della regione Puglia, ”il Governo ha dato un colpo mortale, uccidendo la creatura delle energie rinnovabili, un settore dell’economia del nostro Paese vitale e con buone prospettive occupazionali.”
Molto critica l’Anci (Associazione dei Comuni Italiani) che ha presentato un documento con il quale si prende atto dell’urgenza di approvare il decreto con il Quarto Conto Energia ma, allo stesso tempo, si sottolinea che l’ impegno preso dal Ministro Romani, second o cui il testo del provvedimento sarebbe stato redatto in concerto con i rappresentanti degli Enti Locali, non è stato, invece, rispettato. L’Anci, dunque, ha criticato il metodo di lavoro seguito e il mancato invio nei tempi concordati del provvedimento posto all’ordine del giorno ed ha fatto una serie di osservazioni e richieste di emendamento che sono finalizzate a fornire chiarezza al mercato fino al 2016, con un procedimento più parteciapto che vada a coniugare le esigenze delle imprese, del territorio e del sistema complessivamente inteso, a partire dai cittadini. Sul regime transitorio previsto dal documento, poi, l’Anci sostiene che la diminuzione degli incentivi individuata per gli impianti piccoli e grandi, rischia di non tutelare gli investimenti in corso, specie per gli impianti a terra, con una penalizzazione delle nuove domande.
L’Anci propone quindi una maggiore gradualità nella riduzione tariffaria, contenuta per i piccoli entro il 20% fino al termine del 2012, e che non superi il 10% per l’anno in corso. Per quanto riguarda, inoltre, i “nuovi” meccanismi introdotti, come il Registro per i grandi impianti, l’Anci chiede che tale previsione sia accompagnata da una contestuale garanzia di efficienza del sistema ad esempio di meccanismi sanzionatori per il Gestore di rete in caso di mancato rispetto dei termini per il rilascio della certificazione di fine lavori, e dei soggetti deputati al controllo.
Tutto rimandato, dunque, alla prossima assemblea, convocata appositamente in seduta straordinaria. Le associazioni del settore ripongono ancora molta fiducia nella Confrenza Stato Regioni, in particolare nel presidente Vasco Errani a cui, come abbamo detto nell’articolo di ieri, hanno inviato una lettera della quale Errani sembra aver tenuto conto. Secondo le associazioni, infatti, non sarebbero tutelati i diritti acqusiti, il regime transitorio sarebbe un deterrente per la finanziabilità dei nuovi impianti e, inoltre, il sistema di incentivazione non terrebbe nella dovuta considerazione la fine dei lavori certificata, adando ad attribuire le tariffe incentivanti dopo l’effettiva entrata in esercizio degli impianti fotovoltaici.
Alcune perplessità sono state palesate anche dalla CNA, secondo la quale i nuovi interventi sul fotovoltaico sarebbero insufficienti e la bozza non coglierebbe le esigenze delle decine di migliaia di imprese che operano nel campo delle energie rinnovabili. Pur prevedendo minori decurtazioni agli incentivi riconosciuti ai piccoli impianti, la norma introduce per questi ultimi riduzioni che, a dicembre 2011, superano il 20% e, per il 2012, arrivano al 30%. Se confermati, dunque, anche secondo CNA questi tagli scoraggerebero nuovi investimenti e, specie per i piccoli impianti, diminuirebbe la fattibilità economico/finanziaria di qualunque progetto. La bozza di decreto prevede, inoltre, un intervento di riduzione degli incentivi fin dal prossimo mese di giugno, colpendo anche i progetti avviati sulla base di un contesto normativo approvato solo pochi mesi fa. La CNA , dunque, sostiene le proposte già presentate al Ministro Romani: il mantenimento delle condizioni attuali fino a fine 2011 per gli impianti di piccola dimensione e una riduzione, graduale, da giugno 2011 solo per gli impianti di maggiori dimensioni. CNA, poi, chiede di avviare rapidamente un tavolo permanente di consultazione con le Associazioni d’impresa per definire , con una procedura condivisa , tutto il nuovo quadro degli incentivi per le rinnovabili.
In questo quadro di prese di posizione e proposte non sono mancate iniziative di protesta come il “Solar Day” di eri, lo sciopero nazionale indetto da Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil, ma anche il sit in di protesta di SOS Rinnovabili di fronte a Montecitorio. Come era lecito aspettarsi, poi, sono intervenuti a fianco di chi protestava anche alcuni rappresentanti dei partiti politici di opposizione: Il capogruppo del Partito Democratico alla commissione Ambiente della Camera, Raffaella Mariani, ad esempio, ha così commentato dopo aver visionato la bozza diffusa sul Quarto Conto Energia diffusa dal Governo: ” la diffusione della bozza del Quarto Conto Energia – ha dichiarato – è la dimostrazione della miopia di un governo che, a differenza degli altri Paesi europei, non crede nello sviluppo di un settore che con aiuti e incentivi avrebbe poi camminato da solo. Stanno uccidendo un comparto di imprese piccole e medie che avevano creduto nell’innovazione e nell’economia verde. E saranno compromessi posti di lavoro dedicati ai giovani: si torni indietro e si rispettino gli impegni presi nel parlamento che ha votato all’unanimità la risoluzione a prima firma Franceschini”. Oggi è arrivata una replica del sottosegretario allo Sviluppo Economico, Stefano Saglia, che ha concentrato la sua attenzione sul rinvio della Conferenza Stato Regioni: “Spero che il rinvio chiesto dalle Regioni sia legato a una necessità di approfondimento – ha affermato – e lo concediamo perché le Regioni sono un architrave fondamentale ma non può essere una dilazione visto che, anche a causa nostra, gli investimenti sono rallentati e devono ripartire. Tuttavia se la posizione delle Regioni sarà ‘Salviamo tutto l’esistente’ noi non la condivideremo”. “Siamo consapevoli di essere dovuti intervenire in una situazione che stava andando fuori controllo e avrebbe comportato spese per i cittadini – ha concluso Saglia- Da qui l’urgenza di un decreto equilibrato che conferma che siamo il Paese con gli incentivi più alti per il solare fotovoltaico”.Dal 1° gennaio 2013 avremo il modello tedesco. Ora abbiamo il triplo degli incentivi che ci sono in Germania, considerato il grado di insolazione che c’è nel nostro Paese, ma anche quando introdurremo questo modello avremo sempre incentivi più alti di quelli che ci sono in Germania”.
Saglia, dunque, ammette i ritardi del Governo, cerca di rassicurare gli operatori del settore ma, allo stesso tempo, non sembra ammettere marce indietro su molti punti del decreto. Non resta che attendere una settimana e vedere se sarà trovato un compromesso per ridare, finalmente, certezze ad un settore importante per l’ambiente e per quello della nostra economia.
Andrea Marchetti
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