Grazie al fotovoltaico anche in Italia assisteremo ad un aumento dei posti di lavoro verdi, i cosiddetti Green Jobs, e ad una parallela diminuzione dei posti di lavoro legati alla produzione di energia da fonti fossili. Un futuro sempre più orientato alla Green Economy, dunque, anche per il nostro mercato del lavoro, almeno stando allo sudio realizzato dall'Università di Padova, la più antica università italiana e, senza dubbio, una delle più prestigiose.
Grazie al fotovoltaico anche in Italia assisteremo ad un aumento dei posti di lavoro “verdi”, i cosiddetti “Green Jobs”, e ad una parallela diminuzione dei posti di lavoro legati alla produzione di energia da fonti fossili. Un futuro sempre più orientato alla Green Economy, dunque, anche per il nostro mercato del lavoro, almeno stando allo sudio realizzato dall’Università di Padova, la più antica università italiana e, senza dubbio, una delle più prestigiose.
A rispondere è lo stesso Lorenzoni: “Abbiamo realizzato un’analisi generale dell’impatto dell’installazione del fotovoltaico sull’occupazione, basandoci su dati e studi effettuati per altri paesi europei, identificando un indice da associare alla potenza fotovoltaica installata. In particolare, ci siamo rifatti al caso tedesco, ritenendolo rappresentativo dell’impatto del fotovoltaico sull’occupazione anche nel nostro paese”. “E quindi -ha aggiunto- abbiamo fissato un indice di 35 posti di lavoro per Mw installato nella fase di investimento, e un posto di lavoro ogni 2 Mw installati per l’intera durata di vita degli impianti“. Alla crescita degli impiegati nel fotovoltaico, corrisponde, secondo lo studio, la diminuzione di impiegati nel settore del gas. “La domanda in questo settore – spiega Lorenzoni – si contrae infatti a seguito della crescita del fotovoltaico
Lo studio, del resto, conferma la tendenza in atto anche per i prossimi anni: per il 2011, infatti, si ipotizzano 22.160 occupati nella costruzione degli impianti (1.052 nella gestione e manutenzione), fino ad arrivare agli 83.679 addetti previsti nel 2020 (7.499 nella manutenzione). I dati sono strettamente correlati al tasso di crescita delle installazioni previsto dalla ricerca: +15,6 % circa all’anno, che porta a circa 15 Gw installati al 2020, in grado di produrre circa il 5% dei consumi elettrici attuali. Il tasso di crescita e’ sensibilmente inferiore a quello stimato da Epia (European Photovoltaic Industry Association ) per il mercato europeo (21 e 29% rispettivamente nei due scenari moderato e avanzato), ma ragionevole, secondo gli autori della ricerca, per il caso italiano.
Non possiamo fa altro che augurarci che il “trend” previsto dallo studio sia confermato sperando che il Governo Italiano raccolga le indicazioni degli operatori economici del settore del fotovoltaico e, quindi, i tagli agli incentivi del Conto Energia non siano così drastici come inizialmente paventato. Se è vero che ogni inziativa pubblica nell’economia equivale, per così dire, a “drogare” il mercato, è pur vero che ci sono dei settori che, più di altri, meriterebbero l’intrvento regolatore della “mano pubblica”: secondo lo stesso Lorenzoni che, forse senza saperlo, si inserisce in un filone che ha visto fiorire numerosi interventi, anche polemici, sulla bozza di decreto sul Nuovo Conto Energia 2011, “il fotovoltaico è una tecnologia giovane, e come tale deve essere sostenuta”. “È vero che adesso gode di regimi di sostegno vantaggiosi, i cosiddetti incentivi, ma c’è anche da dire – avverte – che oggi sono meno costosi rispetto a 5-10 anni. E poi quale settore in Italia non gode di incentivi? A mio parere è necessario – conclude Lorenzoni – supportarla fino a quando non sarà ‘matura’ commercialmente e capace di ‘camminare’ sulle proprie gambe“
Personalmente mi sento di sottoscrivere in pieno le parole di Lorenzoni.