La Coca Cola ha fatto il suo patto col panda: a partire dal 1 novembre, la bibita più famosa del mondo sarà venduta in speciali lattine e bottiglie “total white”, nell’ambito di “Arctic Home”, una campagna del WWF per la salvaguardia degli orsi polari minacciati dal cambiamento climatico e dalla pressione antropica.
La Coca Cola ha fatto il suo patto col panda: a partire dal 1 novembre, la bibita più famosa del mondo sarà venduta in speciali lattine e bottiglie “total white”, nell’ambito di “Arctic Home”, una campagna del WWF per la salvaguardia degli orsi polari minacciati dal cambiamento climatico e dalla pressione antropica.
Il suo rosso intenso, che è riuscito a tingere i vestiti anche di babbo natale – e il Natale stesso – verrà abbandonato per la prima volta nella lunga storia del brand per aiutare il WWF nella lotta per la salvezza degli orsi bianchi. Per questo, durante le feste natalizie, saranno distribuite 1,4 miliardi di lattine bianche, con il disegno di una mamma orsa con due cuccioli, mentre sulle bottiglie di Coca Cola, Diet Coke, Coke Zero, Sprite, Nestea, Minute Maid, ecc. faranno bella mostra di sè tappi “total white”. Saranno versati, inoltre, 2 milioni di dollari come contributo iniziale alla campagna.
“Vogliamo aiutare l’orso polare, un’icona natalizia della Coca Cola fin dal 1922, contribuendo a conservare il suo habitat artico – ha dichiarato Muhtar Kent, presidente e CEO di The Coca Cola Company, in una nota – Ecco perché abbiamo deciso di usare una delle nostre risorse più grandi, il nostro marchio di punta, Coca Cola, per sensibilizzare i consumatori su questa importante causa”.
“Gli orsi polari ispirano l’immaginazione. Sono enormi, potenti, belli e vivono in nessun luogo a parte l’Artico, le loro vite sono intimamente legate al ghiaccio marino, che ora si sta sciogliendo a un ritmo allarmante – ha commentato Carter Roberts, presidente del WWF, in un comunicato – Grazie alla collaborazione con Coca Cola, potremo aumentare la visibilità degli orsi polari e della situazione che stanno affrontando e, soprattutto, convincere un maggior numero di persone a impegnarsi al nostro fianco per proteggere la loro casa”.
Insomma, un’ottima iniziativa con altrettanti ottimi intenti. Perché chi non ha cuore la salvaguardia del povero orso polare? Eppure, in tutto ciò c’è qualcosa che non convince, che cozza fortemente con la vasta “letteratura” anti-coca cola che descrive per filo e per segno un lato “oscuro” della compagnia di Atlanta, ben più fosco del colore del liquido che vende. Negli anni, infatti, sulla Coca Cola sono volate accuse di ogni genere, a partire dagli effetti nocivi sulla salute, per finire con le denunce di violazioni dei diritti umani e tattiche antisindacali in Colombia e Guatemala. E ancora impoverimento delle risorse idriche, evasioni fiscali, frodi, assassini, torture, minacce, ricatti a lavoratori, sindacalisti, governi e imprese. Per non parlare di tutto l’inquinamento prodotto per realizzare e trasportare le confezioni della Coca Cola Company.
Proprio quell’inquinamento direttamente responsabile dei cambiamenti climatici che minacciano la sopravvivenza degli orsi polari e tutto l’ecosistema marino dell’Artico. Viene spontaneo allora chiedersi se sia sufficiente che le bottiglie si rifacciano il look e diventino bianche per salvare davvero gli orsi polari. Chissà se beneficeranno realmente, assieme ai lavoratori colombiani, dell´immagine “verde” e gentile che la Coca Cola si farà finanziando questa campagna del Wwf.
Male che vada… dal prossimo anno torneremo ad avere…un bianco Natal.
Roberta Ragni