Stop agli incentivi al fotovoltaico nei terreni agricoli. E' quanto si legge nella nuova bozza del decreto liberalizzazioni
Incentivi al fotovoltaico, non più per i terreni agricoli. Lo aveva detto Clini qualche giorno fa. E adesso il decreto liberalizzazioni, nella sua attuale bozza, ha stabilito uno stop agli incentivi per le installazioni di impianti fotovoltaici a terra, sui campi.
In particolare, l’art.65 dell’ultimo decreto emanato dal governo Monti avrebbe dunque modificato nuovamente il Quarto conto energia e posto un freno agli incentivi al fotovoltaico, stabilendo che non saranno più riconosciuti per gli impianti installati su terreni agricoli.
Ecco cosa dice la nuova bozza del decreto.
1. (RIFORMULAZIONE MEF) Dalla data di entrata in vigore del presente decreto, per gli impianti solari fotovoltaici con moduli collocati a terra in aree agricole, non è consentito l’accesso agli incentivi statali di cui al decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28.
2. Il comma 1 non si applica agli impianti solari fotovoltaici con moduli collocati a terra in aree agricole che hanno conseguito il titolo abilitativo entro la data di entrata in vigore del presente decreto o per i quali sia stata presentata richiesta per il conseguimento del titolo entro la medesima data, a condizione in ogni caso che l’impianto entri in esercizio entro un anno dalla data di entrata in vigore del presente decreto.
3. Agli impianti i cui moduli costituiscono elementi costruttivi di serre così come definite dall’articolo 20, comma 5 del decreto ministeriale 6 agosto 2010, si applica la tariffa prevista per gli “impianti fotovoltaici realizzati su edifici“. Al fine di garantire la coltivazione sottostante, le serre – a seguito dell’intervento – devono presentare un rapporto tra la proiezione al suolo della superficie totale dei moduli fotovoltaici installati sulla serra e la superficie totale della copertura della serra stessa non superiore al 50%.
4. I commi 4, 5 e 6 dell’articolo 10 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28 sono abrogati.
Che significa? In sostanza, gli impianti a terra non potranno più usufruire degli incentivi precedentemente previsti, con due eccezioni. Saranno salvi gli impianti che abbiano conseguito il “titolo abilitativo” prima dell’entrata in vigore del decreto o che hanno già presentato domanda. E, in secondo luogo, potranno avere lunga vita le serre fotovoltaiche, considerate al pari di impianti fotovoltaici realizzati su edifici.
Le associazioni di categoria, GIFI-ANIE, però non hanno accolto con favore le modifiche al decreto: “Ribadiamo la nostra assolutà contrarietà ad ogni modifica della legge in corso d’opera, in generale, e quindi anche a questi emendamenti” ha detto Valerio Natalizia, Presidente di GIFI-ANIE. “L’industria fotovoltaica ha ridimensionato gli organici e modificato i piani di investimento già nel 2011. Ora abbiamo bisogno di stabilità e certezza normativa per poter continuare a creare benefici per il Sistema Paese: posti di lavoro, prezioso gettito fiscale per le casse sello Stato, energia pulita ed indipendenza dalle fonti fossili”.
“A mio parere – conclude Natalizia – questi emendamenti rischiano di inficiare i progressi fino ad oggi fatti per la definizione dello sviluppo e della regolamentazione del settore fotovoltaico in Italia. Confido nel Governo e ribadisco la nostra posizione a favore della certezza del diritto e del rispetto delle regole”.
Intanto, una nuova stretta arriva dal Gse: “Il costo annuo corrispondente agli incentivi per i grandi impianti entrati in esercizio entro il 31 agosto 2011 e per quelli ammessi al Registro per l’anno 2011 è pari a 1 miliardo di euro, a fronte del limite di costo fissato dal Decreto in 300 milioni di euro. Come indicato dalla normativa, ciò determina il conseguente azzeramento della disponibilità relativamente al secondo semestre 2012, il cui livello di costo è fissato nel Decreto in 130 milioni di euro“.
Per questa ragione, non vi sarà una nuova apertura del Registro per i grandi impianti nel secondo semestre del 2012.
Francesca Mancuso