Gli studi italiani sulla simulazione dei processi per la produzione di energia e la depurazione dell'ambiente hanno fatto enormi passi in avanti. Tanto da guadagnarsi la copertina della prestigiosa rivista internazionale "Physics of Fluids", pubblicata dall'American Institute of Physics.
Gli studi italiani sulla simulazione dei processi per la produzione di energia e la depurazione dell’ambiente hanno fatto enormi passi in avanti. Tanto da guadagnarsi la copertina della prestigiosa rivista internazionale “Physics of Fluids“, pubblicata dall’American Institute of Physics.
Il merito è di una ricerca portata avanti dall’Università di Pisa, in collaborazione con quella di Udine e la Pierre et Marie di Parigi.
Lo studio in questione riguarda in particolare la simulazione dei processi per la generazione di energia e la depurazione degli ambienti, che sono alla base della costruzione d’impianti industriali eco-sostenibili.
Attualmente – in questo specifico settore – sono necessari software avanzati e computer super efficienti, come quelli in uso al Cineca di Bologna o al Caspur di Roma, ma la vera sfida consiste nel creare modelli a basso costo, che siano anche in grado di rispettare l’ambiente. E quelli proposti dallo studio dell’Università di Pisa potrebbero essere realmente attuati all’interno delle nostre aziende, con software commerciali usati per la progettazione industriale, specie nel campo della produzione d’energia.
“La simulazione accurata di processi per la generazione di energia e la depurazione ambientale richiede oggigiorno software sofisticati e supercomputer come quelli esistenti nei grossi centri di calcolo, come quelli che in Italia si trovano al Cineca di Bologna e al Caspur di Roma – ha spiegato Maria Vittoria Salvetti, professoressa di fluidodinamica dell’Ateneo pisano – la sfida scientifica impone, dunque, la produzione di modelli a basso costo computazionale e alta affidabilità per l’utilizzo sul computer di ciascuna azienda, per un processo di ottimizzazione che renda gli impianti energeticamente e ambientalmente sostenibili“.
Ricordiamo che il progetto di ricerca italiano è stato finanziato dall’European Science Foundation, dal Ministero delle Attività produttive, dal Ministero per l’Università e la ricerca, nell’ambito dei Progetti di rilevante interesse nazionale (Prin) e da alcuni fondi Erasmus, e condotto da Maria Vittoria Salvetti per l’Ateneo di Pisa, da Cristian Marchioli, Alfredo Soldati e Federico Bianco per l’Università di Udine e da Sergio Chibbaro per l’Università Pierre et Marie Curie di Parigi.
Verdiana Amorosi