Il grafene potrebbe essere veramente il materiale del futuro: resistente, flessibile, trasparente ed ottimo conduttore, infatti, si presta ad essere usato per una straordinaria quantità di applicazioni elettroniche e tecnologiche, non solo, quindi, nel settore del fotovoltaico, in cui potrebbe andare a sostituire il silicio, una risorsa costosa e in via di esaurimento.
Il grafene potrebbe essere veramente il materiale del futuro: resistente, flessibile, trasparente ed ottimo conduttore, infatti, si presta ad essere usato per una straordinaria quantità di applicazioni elettroniche e tecnologiche, non solo, quindi, nel settore del fotovoltaico, in cui potrebbe andare a sostituire il silicio, una risorsa costosa e in via di esaurimento.
Senza contare, poi, che anche in Italia si stano facendo esperimenti sulle possibilità del grafene nel campo delle energie rinnovabili: presso i laboratori di Tecnica e Tecnologia dei Materiali del centro ENEA della Casaccia, infatti, si cerca il modo per agire sulle proprietà “elettrocatalitiche” del grafene, trattato opportunatamente in modo da aumentarne la conducibilità, ad esempio per utilizzarlo al posto del platino nelle celle a combustibile, così da ridurre i costi, ma ottenere alte prestazioni. Oppure proprio per il fotovoltaico di “terza generazione”, sostituendo il grafene con il silicio o, ancora, nelle celle a combustibile per immagazzinare idrogeno.
Presso l’ Università della California meridionale, poi, è stato realizzato un supporto flessibile e trasparente, basato su monostrati di carbonio, che può essere usato per aumentare l’efficienza dei pannelli solari. Infatti la trasparenza del grafene, accoppiata alle sue proprietà di conducibilità elettrica, lo rendono materiale ideale per la realizzazione di superfici fotovoltaiche ad alta efficienza.
Ma come è fatto il grafene, perché è così duttile ?
Nel campo della medicina, ad esempio, il grafene può essere usato per velocizzare le analisi biologiche o genetiche oppure per costruire condensatori in grado di ricaricarsi in un millesimo di secondo: la base di partenza per realizzare delle batterie da utilizzare nell’alimentazione dei chip e magari, in futuro, anche per muovere veicoli elettrici.
Computer superveloci, analisi biologiche e genetiche immediate o pannelli solari ad alta efficienza: grazie al grafene, dunque, il futuro potrebbe essere veramente verde e a portata di mano.
Andrea Marchetti