Diego Masi, Presidente di Assocomunicazione, s'immerge nella Green Revolution ed elabora Go Green, un vademecum per permettere al lettore di capirla ed immaginarla con maggiori strumenti.
Diego Masi, Presidente di Assocomunicazione, s’immerge nella Green Revolution e ne elabora un vademecum per permettere al lettore di capirla ed immaginarla con maggiori strumenti. La prospettiva descritta da Masi è dominata dal verde, Green Communication, Green Economy, Green Revolution, nuovi approcci al macrosistema economico e comunicativo ma anche analisi delle problematiche in atto e prospettive italiane.
E proprio nella comunicazione, origine di riferimento di Masi, che le parole diventano azioni. Come evitare operazioni di facciata, il Greenwashing, di breve respiro e scarsa utilità futura, come ispirare l’azienda ed il cliente ad un mondo più consapevole dei pericoli che corre, come modificare la percezione dei clienti, della Supply Chain, delle persone che al sistema azienda aderiscono, e quindi anche al consumatore finale, il più emotivamente e finanziariamente coinvolto.
L’azienda che vorrà far parte del nuovo mercato in formazione, del nuovo sistema economico del Go Green, che vorrà comunicare i propri prodotti e servizi ad un’utenza sempre più orientata alla sostenibilità, potrà iniziare da qui.
L’analisi di Diego Masi spazia un po’ su tutto, partendo da una relazione Assocomunicazione-GFK Eurisko, in cui il dito è puntato soprattutto sulle aziende, in ritardo rispetto al resto dei paesi ricchi, e sul sistema politico, che mal comprende le novità, le rivoluzioni.
Il consumatore finale, consapevole che può fare qualcosa, che il suo microatto può risultare importante per la salvaguardia del territorio per le generazioni future, premia la Green Economy orientando la sua scelta all’onestà, la trasparenza, l’eticità, l’integrità, la lungimiranza e la creatività.
Green Economy intesa come una rivoluzione nel modo di vivere dei singoli per cercare di cambiare un sistema destinato al collasso. Masi parla di “dieci emergenze verdi” nella loro doppia accezione problema-possibilità.
Tossicità, inquinamento, ozono, deforestazione. Il pianeta si può salvare? Solo attraverso la Green Revolution, primo tentativo collettivo di salvare la specie. Una rivoluzione che parte dal basso e che solo grazie alla comunicazione potrà e dovrà diventare normalità. Il cittadino-consumatore, infatti, ha un potente mezzo a sua disposizione, il web, dove le conversazioni tra gli utenti, le opinioni dei blogger, valgono più di ogni spot e dove le regole del gioco sono chiarezza e trasparenza. La campagna elettorale di Obama ne è la dimostrazione. Siamo noi a fare la differenza con la nostra obiettività e partecipazione.
La rivoluzione verde è già iniziata. Le aziende saranno in grado di accogliere la sfida e cambiare strategia? Lo abbiamo chiesto direttamente a Diego Masi.
D. Lo saranno ?
D.M. Non potranno fare altrimenti.
D. Quali sono i settori che hanno maggiore urgenza di comunicare green ?
D.M. Ci sono due categorie che hanno urgenza. Gli Antagonisti, chi fa prodotti e servizi palesemente non ecologici, siderurgia ad esempio, ma la lista è lunga. E chi fa prodotti per il mercato, che oggi chiamiamo green, ma che domani sarà semplicemente Il mercato.
I primi devono comunicare i passi in avanti fatti verso una produzione più sostenibile; i secondi devono presentare i loro prodotti al consumatore finale, un consumatore diverso rispetto a quello tradzionale, ma pur sempre raggiungibile. È digitalizzato, evoluto, comprende il cambiamento. Ma anche i mezzi per raggiungerlo sono diversi; non più televisione ma Web, siti, blog e social network.
D. Il consumatore finale preferisce sentir parlare di necessità o di opportunità ?
D.M. Non sono sicuro che il cittadino ragioni in questi termini. Sicuramente non ha degli stereotipi. Ha paura per la sopravvivenza e non ha sufficienti informazioni per un quadro chiaro del futuro, come anche del presente; ma avverte questi argomenti come importanti.
La risposta è comunque un insieme di cose, perché ad esempio una lampadina a basso consumo comporta anche un’opportunità di risparmio. È certamente un cambiamento di stile.
D. Solo moda ?
D.M. No, è una tendenza duratura.
D. Nell’indagine Assocumincazione/Eurisko si fa cenno al fatto che “le agenzie devono essere al di sopra delle parti, per evitare i sospetti di manipolazione.” A cosa si riferisce ?
D.M. Non c’è manipolazione voluta. Anzi molte agenzie sono più oneste, esiste piuttosto un disallineamento temporaneo dovuto alla crisi e ai prodotti che proprio non vanno.
L’agenzia moderna studia il prodotto e non lo prende più come “granted”, acquisito. L’agenzia moderna fa un’analisi completa dell’intero prodotto, della provenienza geografica, delle 2″>emissioni di CO2 rilasciate per produrlo, se la retribuzione dell’operaio è equa, e tutto quello che c’è intorno al prodotto, oltre alle sue caratteristiche organolettiche. Questo è quanto richiede la comunicazione green.