Riciclo dei rifiuti, nel 2013 la crisi non ne ha frenato la crescita, anzi. Nonostante la riduzione dei consumi delle famiglie italiane e delle industrie, il riciclo degli imballaggi ha registrato una crescita complessiva pari all'1% : 7,633 milioni di tonnellate contro le 7,562 del 2012 e le 7,511 del 2011. Un incremento dovuto a tutte le filiere produttive con i migliori risultati ottenuti in comparti come carta (86%), acciaio (74%) e vetro (65%)
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Riciclo dei rifiuti, nel 2013 la crisi non ne ha frenato la crescita, anzi. Nonostante la riduzione dei consumi delle famiglie italiane e delle industrie, il riciclo degli imballaggi ha registrato una crescita complessiva pari all’1% : 7,633 milioni di tonnellate contro le 7,562 del 2012 e le 7,511 del 2011. Un incremento dovuto a tutte le filiere produttive con i migliori risultati ottenuti in comparti come carta (86%), acciaio (74%) e vetro (65%).
È questa la fotografia scattata dal rapporto “L’Italia dei rifiuti 2014”. L’analisi, promossa e realizzata da FISE Unire (l’Associazione di Confindustria che rappresenta le aziende del recupero rifiuti) e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, ha messo in risalto che l’industria della green economy è cresciuta negli ultimi 5 anni.
Crescono gli occupati e le aziende
Ad aumentare è stato non solo il numero di occupati (+13%) ma anche quello delle aziende (+10%) impegnate nel settore della gestione rifiuti, il 94% delle quali svolge attività di recupero. Ciò si riflette in un volume d’affari pari a 34 miliardi di euro. A prevalere sono in termini quantitativi le piccole imprese anche se è cresciuto il numero di società di capitali.
Le imprese che in Italia svolgono un’attività di recupero dei rifiuti sono oltre 9.000, principalmente micro-imprese con meno di 10 addetti. Il loro numero è aumentato di oltre il 10% in 5 anni.
Incremento del riciclo degli imballaggi
Il riciclo degli imballaggi è in continua crescita: nel 2013 è stato registrato l’1% in più rispetto al 2012 nel tasso di riciclo imballaggi. Oltre il 68% dei nostri imballaggi viene avviato a riciclo e sono registrati dei miglioramenti nelle filiere alluminio, carta, legno, plastica e vetro.
Va meno bene nelle altre filiere. In particolare sono in calo le quantità di materiali ottenute dalla bonifica e dalla demolizione di veicoli fuori uso avviati a reimpiego, riciclo e recupero di energia e la raccolta pro-capite media nazionale di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche: per questi ultimi il dato (3,8 kg/ab) è ancora lontano dai target fissati dalla nuova direttiva appena recepita in Italia. Dati incompleti quelli sui rifiuti inerti da costruzione e demolizione mentre per la raccolta dei tessili si calcolano valori bassi, pari a 1,8 kg per abitante.
La tabella che segue mostra le quantità di imballaggi riciclate negli anni 2011, 2012 e 2013:
“Il riciclo dei rifiuti in Italia potrebbe crescere, generando nuovi investimenti e nuova occupazione, con norme più chiare, certe ed efficaci a partire da quelle, attese da anni,che indichino con precisione a quali condizioni un rifiuto sottoposto ad un trattamento di recupero cessa di essere un rifiuto e diventa un prodotto”, ha detto Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.
E in futuro?
Notevoli sono le prospettive di crescita per il settore del riciclaggio a livello nazionale ed europeo. Secondo il rapporto, la prevenzione dei rifiuti, l’ecodesign, il riuso e misure simili potrebbero generare un ulteriore risparmio pari a 600 miliardi di euro e ridurre le emissioni di gas serra dal 2 al 4%. Inoltre, il conseguimento dei nuovi obiettivi in materia di rifiuti porterebbe alla creazione di circa 600.000 nuovi posti di lavoro, rendendo l’Europa più competitiva e riducendo la domanda di risorse scarse e costose. Le misure proposte prevedono il riciclaggio del 70% dei rifiuti urbani e dell’80% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030 e, a partire dal 2025, il divieto di collocare in discarica i rifiuti riciclabili.
Francesca Mancuso
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