Un piano di ricerca nel campo dell'energia nucleare pulita senza emissioni di carbonio e praticamente illimitata, grazie a un progetto sostenuto dalla Banca europea per gli investimenti nel quadro del piano Juncker, per un valore complessivo di 250 milioni di euro.
Un piano di ricerca nel campo dell’energia nucleare pulita senza emissioni di carbonio e praticamente illimitata, grazie a un progetto sostenuto dalla Banca europea per gli investimenti nel quadro del piano Juncker, per un valore complessivo di 250 milioni di euro. L’idea è quella di replicare sulla Terra i meccanismi dell’energia delle stelle e del Sole per garantire sul nostro pianeta una fonte energetica pulita, rinnovabile, sicura e inesauribile.
La Bei ha ufficializzato lo stanziamento di 250 milioni di euro per il pionieristico progetto Dtt dell’Enea, il laboratorio italiano ideato dagli scienziati dell’Enea che servirà a sperimentare importanti step tecnico-scientifici per realizzare la fusione. Il Divertor Tokamak Test (Dtt-divertor) sorgerà a Frascati, nel Lazio, e promette di dar lavoro a 1500 persone, di cui 500 scienziati e ricadute economiche e sociali per 2 miliardi di euro. L’annuncio è stato fatto a Roma direttamente dal vicepresidente di Bei, Dario Scannapieco; sostegno anche da parte della Regione Lazio che stanzierà 25 milioni di euro per la ricerca e 41 milioni di euro per le infrastrutture.
Grazie ai finanziamenti anche di EUROfusion, il programma dell’UE per produrre energia nucleare sicura e pulita,dunque, del Ministero dell’Istruzione e del Mise, il progetto è pronto a partire. L’investimento totale nell’impianto di Frascati sarà di 500 milioni di euro.
“La ricerca sulla fusione nucleare, il processo per produrre energia rinnovabile, sicura, pulita, e inesauribile è una sfida nella direzione della sostenibilità e dell’innovazione che vede l’Italia in prima linea con importanti programmi internazionali e, da oggi anche con la cosiddetta ‘DTT’, una macchina sperimentale ideata per rispondere ad alcune delle problematiche più complesse sulla fusione”, spiega il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Lorenzo Fioramonti.
L’impianto Enea nasce con l’obiettivo di rispondere ad alcune tra le principali criticità scientifiche e tecnologiche nella realizzazione della fusione nucleare e al problema di come controllare l’enorme quantità di calore che viene generata.
“E’ il maggiore investimento mai fatto a livello mondiale dalla banca per un singolo progetto. Quello Enea ha due aspetti fondamentali per l’Europa: innovazione e lotta al cambiamento climatico. Sono entrambi campi in cui dobbiamo fare di più se vogliamo guardare al futuro del nostro pianeta con speranza e ottimismo”, spiega Scannapiego.
“La sua realizzazione è un grande successo, perché consentirà di dare risposte a problematiche complesse del processo di fusione e conferma la forte leadership dell’Italia in questo campo” ha osservato Testa che ha parlato di una “comunità scientifica di eccellenza che ha saputo coinvolgere le industrie più avanzate per creare una filiera di grande rilievo”,dice Federico Testa, presidente Enea.
Il Commissario responsabile per l’Azione per il clima e l’energia Miguel Arias Cañete chiosa: “Per raggiungere l’obiettivo di un’Europa climaticamente neutra entro il 2050 dobbiamo continuare a investire in nuove soluzioni tecnologiche. La fusione è una potenziale fonte di energia sicura, senza emissioni di carbonio e praticamente illimitata. Compiere progressi decisivi in questa tecnologia contribuirebbe significativamente ai nostri sforzi per rendere l’Europa la prima grande economia climaticamente neutra. L’odierna decisione sugli investimenti rappresenta un passo verso questo obiettivo”.
Il progetto DTT e la fusione nucleare
La fusione, processo opposto alla fissione nucleare, si propone di riprodurre il meccanismo fisico che alimenta le stelle per ottenere energia rinnovabile, sicura, economicamente competitiva, in grado di sostituire i combustibili fossili e contribuire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione. E la DTT nasce proprio per rispondere ad alcune problematiche legate al processo di fusione, tra cui ad esempio la gestione di temperature elevate e si pone come “anello” di collegamento tra i grandi progetti internazionali ITER[2] e DEMO, il reattore che dopo il 2050 dovrà produrre energia elettrica da fusione nucleare.
La DTT sarà un cilindro ipertecnologico alto 10 metri con raggio 5, all’interno del quale saranno confinati 33 metri cubi di plasma con un’intensità di corrente di 6 milioni di Ampere (pari alla corrente di sei milioni di lampade) e un carico termico sui materiali fino a 50 milioni di watt per metro quadrato (oltre due volte la potenza di un razzo al decollo).Il plasma lavorerà a oltre 100 milioni di gradi mentre gli oltre 40 km di cavi superconduttori di niobio, stagno, titanio distanti solo poche decine di centimetri, saranno a 269 °C sotto zero.
La sfida della fusione nucleare per produrre energia sicura e pulita entro il 2050, quindi, è già iniziata grazie anche alla collaborazione con con università e centri di ricerca italiani ed europei.
Leggi anche:
- Fusione nucleare: sarà a Frascati il centro di ricerca sperimentale dell’energia pulita e illimitata
- Fusione nucleare: esperimento riuscito nei laboratori USA
- Fusione Nucleare: 1,3 miliardi di euro dall’Europa per ITER
Dominella Trunfio