Fotovoltaico: gli USA introducono un nuovo dazio sui pannelli solari cinesi

Gli Stati Uniti hanno introdotto un nuovo dazio per limitare la diffusione dei pannelli solari cinesi

Come arginare l’invasione di pannelli made in Cina? Se da una parte l’Europa tenta di intervenire incentivando in diversi modi l’uso di celle prodotte nella UE (si pensi alle disposizioni contenute nel quarto conto energia) gli Usa corrono ai ripari aumentando ulteriormente di dazi già introdotti lo scorso marzo per tutelare il mercato nazionale.

Una sorta di protezionismo delle rinnovabili Made in Usa. In risposta ad una denuncia da parte del gruppo statunitense SolarWorld e di altre sei imprese che lamentavano la concorrenza dei rivali cinesi, il Dipartimento del Commercio ha annunciato nuovi dazi compresi tra il 31% e il 249%, che coinvolgono 60 importatori cinesi tra cui la Suntech e Trina Solar. Tali cifre si aggiungono al 2,9% e 4,73% sulle celle solari e sui pannelli cinesi in vigore già da marzo. Si tratta delle misure antidumping più pesanti mai adotatte dagli Stati Uniti.

Secondo gli Usa, i produttori asiatici avrebbero goduto di qualche aiuto sleale da parte della finanza pubblica che li avrebbe aiutati a diventare una potenza esportatrice, vendendo celle e pannelli a prezzi inferiori al valore “equo”. Gli Stati Uniti hanno importato più di 3 miliardi di dollari di celle e pannelli solo lo scorso anno, raddoppiando di fatto la quantità di importazioni del 2010.

I pannelli solari sono solo una parte di una battaglia più ampia contro le pratiche commerciali cinesi. Gli Stati Uniti, l’Unione europea e il Giappone più volte hanno sottoposto all’Organizzazione mondiale del commercio vari casi “dubbi” sull’operato cinese. Dal canto suo, il Ministero del Commercio cinese ha accusato gli Stati Uniti di protezionismo. E i funzionari hanno detto che presto indagheranno sui sussidi commerciali degli Stati Uniti per l’energia pulita.

Il caso del commercio solare ha diviso l’industria dell’energia solare americana. Alcuni produttori di pannelli, guidati da SolarWorld, hanno accusato la Cina di aver distrutto oltre 2.000 posti di lavoro statunitensi nella produzione solare a causa delle tariffe estremamente ridotte. Gordon Brinser, presidente di SolarWorld ha commentato: “Il nostro intento è quello di riavviare la produzione americana di energia rinnovabile”.

Ma la Cina non resterà di certo a guardare. I funzionari cinesi hanno già annunciato la contromossa, che potrebbe riguardare un dazio sull’importazione da parte degli Usa del silicio policristallino.

Francesca Mancuso

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