L'energia del sole a rischio. Stretto tra il ridimensionamento degli incentivi, il perdurare della forte crisi economica e una politica incerta, il settore del fotovoltaico inizia a piegarsi e lancia l'allarme occupazione: sono oltre 6 mila i posti a rischio. Lo denuncia ANIE/GIFI, l'associazione che raggruppa 200 aziende che operano nell'intera filiera industriale del comparto.
L’energia del sole a rischio. Stretto tra il ridimensionamento degli incentivi con il Quinto conto energia, il perdurare della forte crisi economica e una politica incerta, il settore del fotovoltaico inizia a piegarsi e lancia l’allarme occupazione: sono oltre 6 mila i posti a rischio. Lo denuncia ANIE/GIFI, l’associazione che raggruppa 200 aziende che operano nell’intera filiera industriale del comparto.
“L’industria italiana del fotovoltaico è in bilico: crisi economica, situazione politica incerta e leggi che non favoriscono la crescita e la competitività delle aziende. Con i cambi normativi occorsi nel 2012 si è messo in discussione un settore che, fino al 2011, impiegava più di 100 mila persone con età media inferiore a 35 anni. Si registrano già numerosi segnali di ridimensionamento e chiusure di aziende“, denuncia una nota.
Da un’indagine condotta fra le aziende dell’associazione italiana del fotovoltaico più rappresentativa, con un volume di affari pari a 13,5 miliardi di euro nel 2011, emerge come l’occupazione nell’industria fotovoltaica italiana ha constatato un calo del 24% dei posti di lavoro nel 2012, a cui va aggiunta un’ulteriore flessione del 7% prevista nel 2013. “Siamo preoccupati – spiega Valerio Natalizia, Presidente ANIE/GIFI, la voce fotovoltaica di Confindustria – saranno oltre 6 mila i lavoratori del fotovoltaico che perderanno il lavoro. Sono in pericolo ingegneri e tecnici. Personale altamente qualificato per il quale le aziende hanno investito ingenti somme per la loro formazione. Il rischio è che questi dati già drammatici possano essere rivisti ulteriormente al ribasso“.
Secondo i più recenti dati ISTAT, inoltre, nel primo semestre 2012 nell’industria elettromeccanica italiana, al cui interno si annovera il segmento Fotovoltaico, le ore medie di ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni è più che triplicato rispetto al 2007, passando da 4.5 ore a 12,9 ore (su mille ore lavorate) che diventano 25.2 nella componente operai. “Quello che ci lascia molto perplessi – continua Natalizia – è il totale silenzio delle istituzioni e dei media sulla crisi dell’industria fotovoltaica italiana Nell’ambito delle consultazioni avviate sulla SEN, siamo pronti a dare il noostro contributo attraverso un pacchetto di proposte per dare continuita’ al mercato“.
Eppure il futuro del comparto non è senza speranza: basterebbero interventi immediati di natura non-monetaria e a costo zero per i consumatori, come la liberalizzazione del mercato elettrico per agevolare la vendita diretta di energia prodotta dagli impianti fotovoltaici a privati ed aziende posti in prossimità degli impianti stessi, l’innalzamento dello scambio sul posto per supportare l’autoconsumo, l’introduzione/estensione delle detrazioni fiscali sulla spesa iniziale anche per le aziende, la facilitazione dell’accesso al credito a condizioni vantaggiose per le aziende. Queste le preposte dell’Associazione, che chiede con forza al Governo di essere “finalmente ascoltata”. Ne va del futuro del settore.
Roberta Ragni