Investire sul fotovoltaico conviene, a prescindere dagli incentivi. Occorre puntare sull'energia offerta dal sole non pensando esclusivamente al raggiungimento della grid parity. È quanto è emerso in occasione dell'incontro organizzato da Cogenergy a cui ha preso parte anche Davide Chiaroni, dell’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano
Investire sul fotovoltaico conviene, a prescindere dagli incentivi e dal nuovo Quinto Conto Energia. Occorre puntare sull’energia offerta dal sole non pensando esclusivamente al raggiungimento della grid parity. È quanto è emerso in occasione dell’incontro organizzato da Cogenergy a cui ha preso parte anche Davide Chiaroni, dell’Energy&Strategy Group, ques’ultimo composto da docenti e ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano.
Secondo l’esperto, la cosidetta parità fra il costo di produzione dell’energia rinnovabile e il costo di acquisto dell’energia dalla rete è sì un obiettivo a cui puntare, ma più semplicemente il fotovoltaico è da considerare anche come un ottimo investimento. Perché conviene? Nel corso del suo intervento a Fiorano Modenese, Chiaroni ha spiegato le differenze regionali dei rendimenti: un utente che installa un impianto fotovoltaico a sud avrà un rendimento medio dell’8%, mentre un cittadino che abita al nord del 6%. Ma tali cifre crescono in concomitanza con gli impianti di taglia più grande, ad esempio da 400 kW di potenza, con il 100% di autoconsumo e un costo di 1.300 euro al kW. In questo caso, il rendimento è del 13% al sud e dell’8% al nord.
Sotto il profilo tecnico dell’analisi, il fotovoltaico ha un costo fisso di produzione ma variabile in relazione alla localizzazione geografica o alle scelte di progettazione, con un prezzo variabile (per tipologia di cliente e fascia oraria) di acquisto. Per questo c’è un rischio di produzione a fronte di un rischio praticamente nullo di acquisto. A ciò va aggiunta una potenziale quantomai concreta diminuzione del prezzo dei moduli nel triennio in corso, che va dal 2011 al 2013. Stando alle cifre, i costi sono scesi del 42,6% nel corso del 2011 mentre la diminuzione di prezzo nel 2012 è stata del 31% e tra il 2012 e il 2013 sarà dell’8% per via anche dell’aumento delle richieste.
In questo caso, spiega Chiarone, “in realtà, il concetto di grid parity nella pratica assume più il significato di una misura di investimento, dal momento che include una vasta gamma di variabili, come l’incostanza della produzione di energia da parte di un impianto fotovoltaico. E i numeri cominciano a essere ragionevoli“.
Con o senza conto energia.
Francesca Mancuso
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