Certificare tecnologie ambientali con lo strumento ETV (acronimo inglese per Environmental Technology Verification) conviene perché le aziende, in questo modo, sono più credibili sul mercato. Soprattutto perché il processo di verifica è davvero indipendente, come ci spiega Giovanni D'Angelo, Scheme Manager per il servizio ETV di RINA
L’ETV (acronimo inglese per Environmental Technology Verification) è uno strumento promosso dalla Commissione Europea capace di determinare in modo oggettivo quanto le tecnologie usate delle aziende impattino sull’ambiente.
Consiste, infatti, nel dimostrare in modo credibile e oggettivo che le affermazioni sulle prestazioni delle tecnologie ambientali rese dai fornitori sono vere e si basano su dati di test delle prestazioni generati in condizioni controllate e di qualità.
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Non a caso sono oltre 60 già le tecnologie ambientali certificate con ETV, distribuite in diversi ambiti specifici, tra cui trattamento dei rifiuti e delle acque reflue, ma anche tecnologie energetiche e per l’agricoltura, il che dimostra l’estrema versatilità dello strumento ETV (tra queste figurano una decina di imprese italiane e alcune extra europee)
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Il processo di verifica segue infatti le procedure definite nella norma ISO 14034:2016 Environmental Management: Environmental Technology Verification, riassunto in 5 fasi: candidatura, pre-verifica, verifica, reporting e post-verifica.
Lo sviluppatore o il venditore della tecnologia (il Richiedente) deve produrre in particolare una Dichiarazione di Prestazione, cioè un documento che descrive il funzionamento o la prestazione della tecnologia, i potenziali effetti ambientali diretti della tecnologia e i parametri che dovranno essere verificabili attraverso dei test.
Un Organismo di Verifica indipendente esamina la Dichiarazione di Prestazione, i dati e i risultati dei test, quindi, una volta accertata l’efficacia della tecnologia, rilascia una Dichiarazione di Verifica, che il produttore o venditore potrà utilizzare per commercializzare la propria tecnologia.
Ci spiega i dettagli di questo processo Giovanni D’Angelo, Scheme Manager per il servizio ETV di RINA (Registro Navale Italiano), fondata nel 1861 come una società di classificazione navale, ma che, a partire dagli anni ‘90, ha fortemente diversificato il catalogo dei servizi, attiva su ETV da una decina d’anni con circa 16 tecnologie già verificate, soprattutto nel campo del trattamento acque, ma anche dell’energia e della gestione dei rifiuti.
La verifica ETV è una verifica finalizzata alla valorizzazione delle tecnologie ambientalmente innovative e poggia su alcuni principi chiave – spiega D’Angelo – quali i) imparzialità nella conduzione dell’intero iter di verifica; ii) trasparenza, garantita dalla pubblica disponibilità di tutta la documentazione prodotta durante dell’attività di verifica; iii) rigorosità scientifica, perché è una verifica basata su metodi scientifici robusti e internazionalmente accettati; iv) ripetibilità, perché tutte le valutazioni e le verifiche che vengono svolte, devono essere replicabili e riproducibili; v) e chiaramente l’accuratezza, perché la verifica poggia su dati che devono essere precisi e affidabili
Proprio su questa imparzialità si basa la forza dello strumento ETV.
[…] è importante perché la verifica deve essere innanzitutto una verifica credibile, perché va ad aumentare quella che è la fiducia del mercato, di tutti gli stakeholder che sono coinvolti e interessati a questa verifica
Ma non solo. Come precisa l’esperti, l’imparzialità e l’indipendenza sono fondamentali anche per evitare qualsiasi tipo di conflitto di interesse, che potrebbe creare una manipolazione dei dati e dei risultati prodotti. Ma anche per garantire la trasparenza delle informazioni comunicate, anche questi aspetti fondamentali per generare fiducia.
Su questo l’Organismo di Verifica gioca un ruolo chiave.
Il ruolo [dell’Organismo di Verifica, N.d.R.] è quello di garantire l’imparzialità e l’indipendenza di cui parlavamo prima. Questo avviene attraverso un’attività che consente di assicurare l’assenza di conflitti di interesse, perché l’ente terzo è un ente totalmente slegato da tutti gli altri soggetti e stakeholder che possono essere coinvolti
L’ente terzo è e deve essere infatti un ente che certifica, in grado di assicurare la conformità rispetto agli standard delle performance e della tecnologia che sono state dichiarate.
Assicura che i risultati siano trasparenti ed effettivamente riproducibili, fornisce anche un controllo di qualità su tutto l’iter, su tutto il processo di verifica, e infine emette un documento molto dettagliato e pubblico, che può essere quindi diffuso anche a livello comunicativo a tutto il mercato.
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