Francesca Biagioli Non è impossibile trovare un caffè al bar a 70 centesimi, a patto però di portare con sè tazzina, cucchiaino e zucchero. Si tratta dell'originale proposta di un bar ligure
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In questi giorni ha fatto molto discutere quanto accaduto in un ristorante di Finale Ligure, dove una famiglia si è trovata di fronte ad un insolito scontrino in cui erano stati addebitati due euro in più per un piattino supplementare, utile a far assaggiare alla bambina un po’ di trofie al pesto.
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Mentre i commenti e le polemiche su questa vicenda ancora non si arrestano, c’è chi ha pensato di offrire invece, sempre in Liguria, un’opportunità di risparmio ai propri clienti.
Parliamo del bar La Bottega del Caffè a Millesimo, in provincia di Savona, che sta attirando l’attenzione grazie a una singolare offerta: lo sconto sul caffè per coloro che portano con sé la propria tazzina, cucchiaino e zucchero da casa. Un’idea che non solo punta a ridurre i costi, ma dimostra un impegno concreto nel rispetto dell’ambiente.
L’insolita proposta è venuta in mente a Valentina Venturino, insieme ai suoi genitori Elio e Marina (i gestori bar), e in particolare è nata da una battuta del padre, inerente alle controversie scaturite proprio dai costi supplementari del piatto per condividere la pasta (così come dei 2 euro chiesti per tagliare un toast).
Da una semplice battuta, quindi, è nata questa iniziativa che si propone sia di affrontare i rincari dei costi delle materie prime sia di garantire un caffè al bar accessibile a tutti.
Da questa settimana, infatti, chi porterà da casa tutto l’occorrente per gustarsi il suo caffè, potrà pagarlo solo 70 centesimi (il prezzo in alternativa è di 1,20 euro).
Non si offre in questo modo solo un risparmio diretto per il cliente, ma c’è anche un impatto positivo sulle risorse e sull’ambiente: portando gli utensili da casa, il bar ridurrà il consumo di energia elettrica e di acqua della lavastoviglie.
L’opinione pubblica su questa notizia però si divide: c’è chi la trova una buona idea e chi invece ha commentato: “a questo punto il caffè me lo bevo a casa!“. Voi che ne pensate?
Fonte: Il Secolo XIX
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