Un ecomostro di metallo, vetro e cemento nel bel mezzo della Piazza d'Armi antistante il Castello di Federico II a Siracusa. Ecco cosa sta succedendo all’interno dell’area Unesco che si affaccia sul Porto grande, luogo magico in Sicilia.
Un ecomostro di metallo, vetro e cemento nel bel mezzo della Piazza d’Armi antistante il Castello di Federico II a Siracusa. Ecco cosa sta succedendo all’interno dell’area Unesco che si affaccia sul Porto grande, luogo magico in Sicilia.
La denuncia arriva da Italia Nostra perché in questi giorni sta davanti al federiciano Castello Maniace, sta sorgendo un ecomostro: una struttura di metallo e vetro con ancoraggio in cemento armato per ospitare un bar-ristorante.
“Italia Nostra ancora una volta si trova a contrastare chi non vede l’ora di sfregiare un sito Unesco alla ricerca di facile notorietà, sotto l’egida dei politici locali insensibili al valore culturale della nostra storia”, scrive l’associazione e continua:”I difensori della struttura assicurano che, in fondo, è sempre meglio dei tendoni e palchi che d’estate, negli anni precedenti, occupavano l’area e che si tratta pur sempre di un manufatto temporaneo, facilmente amovibile”.
Ma secondo Italia Nostra le cose non stanno esattamente così le foto testimoniamo che “si è scavato con le ruspe per creare gli allacci della struttura e si è fatta una platea di cemento armato per ancorarvi sopra un manufatto che di temporaneo non ha nulla”.
L’intervento infatti costa 267mila euro e il demanio di Stato ha concesso per 12 anni ad un privato l’utilizzo di 1500m2 circa della spianata con l’idea che così si valorizzerebbe la piazza finalmente aperta al pubblico.
Italia Nostra contesta “la necessità di costruire un nuovo edificio sulla spianata per ospitare un caffetteria, quando all’interno della Caserma Abela e nella ex biglietteria della Soprintendenza esistono già spazi che potrebbero essere usati a tal fine”.
E ancora contesta, il costo irrisorio pagato dal privato concessionario “solo 3 euro al metro quadro mentre l’utilizzo del suolo pubblico comunale costa in media 34 euro, clamoroso esempio di svendita dei “gioielli di famiglia” ai privati”.
Se prima, entrando nella Piazza d’Armi, si aveva davanti agli occhi il mare del Porto Grande e la lettura della splendida posizione Castello, la situazione adesso cambierà.
“D’ora in poi quel che prima è stato non sarà più, con buona pace della Soprintendenza che negli anni passati ha fatto demolire i magazzini della Caserma perché ostruivano la vista del mare e ora approva un progetto che, contraddicendo i principi basilari della fruizione dei beni culturali e paesaggistici, ripropone l’ostacolo precedentemente rimosso in versione “terzo millennio”.
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Dominella Trunfio