“In Italia troppi ritardi sulle rinnovabili”, al via a Rimini agli Stati Generali della Green Economy

Oggi e domani alla Fiera di Rimini vanno in scena gli Stati Generali della Green Economy, un'occasione per approfondire i passi compiuti dal nostro Paese in settori cruciali come quello delle rinnovabili e della mobilità sostenibile

Le imprese italiane sono davvero pronte ad intraprendere il percorso della transizione ecologica? Se ne discuterà nell’arco di due giorni in occasione degli Stati Generali della Green Economy, in programma alla Fiera di Rimini, in contemporanea a Ecomondo (fiera internazionale dedicata alla transizione ecologica) e Key Energy (l’evento su rinnovabili e mobilità sostenibile). Il summit è stato inaugurato questa mattina con la presentazione dei traguardi raggiunti e delle sfide ancora da affrontare in questo importante settore.

Se da un lato, infatti, il nostro Paese vanta risultati soddisfacenti per l’economia circolare e l’agricoltura biologica, non si può dire lo stesso per gli investimenti nelle rinnovabili e per il consumo di suolo, che lo scorso anno ha toccato un record negativo.

La green economy è ormai un cambiamento in corso. –commenta Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – In Italia dispone di buoni potenziali di sviluppo: numerose imprese hanno intrapreso un percorso verso la transizione green non solo per necessità ma come opportunità di sviluppo anche sui mercati internazionali. L’aumento dei costi dell’energia, la scarsità delle materie prime, possono fare da acceleratore nella direzione green.

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Green Economy: traguardi raggiunti e sfide per l’Italia

In totale sono nove i settori strategici della Green Economy su cui si concentra la relazione presentata all’inaugurazione del summit verde, che quest’anno è dedicato al tema “La nuova sfida della transizione ecologica per le imprese italiane”: dal clima alle rinnovabili, passando alla mobilità.

Clima: in aumento le emissioni inquinanti

Nel 2021 le emissioni di gas serra sono tornate a crescere del 6,8% nel nostro Paese, annullando la gran parte della diminuzione del 2020 dovuta alla pandemia: un aumento superiore a quello europeo che è stato del 6%. Il 2022, invece, si è rivelato un anno terribile per l’ambiente, a causa di temperature record e la pesante ondata di siccità. Nonostante ciò, in Italia manca ancora una legge sul clima.

Le nostre città sono ancora poco green

Le città dovrebbero giocare un ruolo di primo piano nel percorso verso la neutralità climatica, che è ormai un obbligo per i Paesi europei. Tuttavia, pochissime di quelle italiane hanno fissato questo obiettivo e quindi adottato misure per raggiungerlo, sia con un maggiore impegno per una crescita forte delle fonti rinnovabili, sia con misure per decarbonizzare i trasporti locali. Soltanto un esiguo numero di città ha adottato piani di misure di adattamento ai cambiamenti climatici.

Rinnovabili: una crescita troppo a rilento

Lo scorso anno consumo di energia da fonti rinnovabili è cresciuto del 3% sull’anno precedente. Al contempo la quota di rinnovabili sul consumo finale di energia è diminuita: dal 20,4% del 2020 al 18,9% del 2021.

Nel 2021 la produzione di elettricità da fonte rinnovabile è stata la stessa del 2020, perché la crescita dell’eolico e del fotovoltaico è stata appena sufficiente a compensare il calo di quella idroelettrica e geotermica. Così, dato l’aumento dei consumi di elettricità, la quota di fonti rinnovabili è scesa dal 42% nel 2020 al 36% nel 2021 e i dati del primo semestre del 2022 sono addirittura peggiori. Con le autorizzazioni rilasciate per nuovi impianti eolici e solari emerge un miglioramento degli impianti installati entro la fine del 2021 e, ancora di più, il prossimo anno con 4-5 GW. Ma nonostante ciò, l’Italia non riuscirebbe a rispettare la traiettoria del nuovo target europeo al 2030.

Non abbiamo ancora imparato cos’è davvero il risparmio energetico

Si parla molto di risparmio energetico in Italia, ma purtroppo spesso restano solo parole. Nel 2021 sono cresciuti i consumi finali di energia riassorbendo non solo il calo avvenuto durante la pandemia, ma raggiungendo il livello più alto dal 2012: 114,8 milioni di tep.

L’aumento dei consumi di energia ha riguardato un po’ tutti i settori: in particolare i trasporti, ma anche terziario, industria, agricoltura ed edifici a uso abitativo. Il Superbonus del 110% è servito a rilanciare alcuni settori produttivi, ma molto poco a ridurre i consumi di energia: a fronte di un investimento complessivo di oltre 16 miliardi e quasi 100.000 interventi finanziati, sono stati risparmiati meno di 200.000 tep.

Buone performance nel settore dell’economia circolare

Per quanto riguarda l’economia circolare, il nostro Paese si distingue positivamente. Nel 2020 ha guidato la classifica della produttività delle risorse con 3,5 euro di Pil per ogni kg di risorse consumate (+60% della media europea), mentre nel 2021 il riciclo ha tenuto il passo con buone performance, contribuendo a contenere la domanda di materie prime vergini e le difficoltà di approvvigionamento e di alti prezzi.

La produzione di acciaio in Italia nel 2021 è cresciuta rispetto all’anno precedente del 20%, con il 78% proveniente dal riciclo del rottame ferroso. Gli imballaggi immessi al consumo sono saliti da 13,1 milioni di tonnellate nel 2020 a 14,3 nel 2021 e quelli avviati al riciclo sono aumentate del 10,5%; nel 2022, con il rallentamento economico e le attività di riciclo di alcune filiere, stanno entrando in una fase di difficoltà di collocazione dei materiali riciclati.

Il capitale naturale è in uno stato critico

Molto deludenti i risultati riguardanti la salvaguardia del capitale naturale. Lo scorso anno lo stato di conservazione delle specie e degli habitat documentano una situazione prevalentemente critica, senza significativi miglioramenti rispetto al 2020: il 54% della flora e il 53% della fauna terrestri sono in uno stato di conservazione inadeguato o cattivo e l’89% degli habitat tutelati sono in condizioni inadeguate o cattive. La tutela del territorio sta al 21,4% (media Ue 26,4%), rispetto all’obiettivo europeo del 30% entro il 2030.

Consumo di suolo e acqua: due punti dolenti

Quello relativo alla gestione di suolo e acqua rappresenta un tasto dolente per l’Italia. Infatti, ill 2021 ha registrato il consumo di suolo più alto degli ultimi dieci anni: circa 19 ettari in media in più al giorno, equivalenti a 69,1 chilometri quadrati in più, con il 7,13% di copertura artificiale del suolo, resta ben al di sopra della media europea (4,2%). E anche gli sprechi idrici sono ancora insostenibili: dei circa 10 miliardi di metri cubi all’anno immessi negli acquedotti per gli usi potabili, 4 miliardi siano dispersi durante il trasporto nelle reti.

Cresce l’agricoltura biologica

Buone notizie per l’agricoltura biologica: nel 2021 la superficie a coltivazione biologica è cresciuta in Italia del 4,4% rispetto al 2020, portandola al 17,4% del totale coltivato. Insomma, un buon risultato anche se ancora distante dal target europeo del 25% entro il 2030.

Diminuisce la vendita di auto a favore della sharing mobilty

La transizione ecologica e climatica investe il mercato dell’auto che vede in Italia un parco di 675 auto ogni 1.000 abitanti e una forte presenza industriale nella produzione  delle auto tradizionali. Ma i dati del 2021 dimostrano che qualcosa sta cambiando: lo scorso anno sono state immatricolate 468.000 auto in meno di quelle vendute nel 2019, le auto diesel vendute sono state il 29% in meno dell’anno precedente e quelle a benzina il 16%; nel 2021 sono state immatricolate 136.000 auto elettriche (+127%) e 423.000 auto ibride (+91%), mentre ha ripreso a crescere la sharing mobility.

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