Il Presidente Vignaroli denuncia: pochi controlli e nessuna legge che tuteli la salute dei cittadini dagli interessi delle multinazionali
Il Presidente Vignaroli denuncia: pochi controlli e nessuna legge che tuteli la salute dei cittadini dagli interessi delle multinazionali
La commissione parlamentare Ecomafie, guidata dal deputato M5S Stefano Vignaroli ha presentato la relazione relativa all’uso e alla dispersione ambientale delle sostanze perfluroalchiliche, i PFAS. Detti anche forever chemicals per la loro resistenza alla degradazione anche per periodi di tempo molto lunghi, i PFAS sono ancora oggi utilizzati nella produzione degli oggetti più disparati – dalle pentole antiaderenti ai prodotti per la cosmetica e l’igiene della casa, ai materiali da costruzione – nonostante siano stati condotti, negli anni, numerosi studi che attestano la loro pericolosità per l’ambiente e per la salute umana.
Il loro uso è consentito anche nel nostro Paese, e la commissione lamenta l’assenza di leggi in merito e di limiti chiari all’utilizzo di queste sostanze altamente dannose – per questo fa richiesta al Ministro Roberto Cingolani, a capo del attuale Ministro della Transizione Ecologica, di non sottovalutare il problema e di correre ai ripari per salvare la salute dei cittadini.
Il problema è nazionale e interessa tutti – denuncia il presidente della commissione, Vignaroli. – È necessario che lo Stato fissi dei limiti sulle matrici ambientali. C’è l’esigenza di una regolamentazione uniforme su tutto il territorio nazionale, che consideri i limiti suggeriti dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’Ispra. Il ministro Cingolani ponga la questione PFAS al centro della sua agenda politica.
Come risulta anche dalle parole del deputato, l’inquinamento da PFAS è un problema di portata nazionale, ma le situazioni più critiche si concentrano in alcune aree industriali del Piemonte e del Veneto, dove per decenni le industrie hanno sversato nei corsi d’acqua queste sostanze chimiche, che sono state ingerite dalla popolazione della zona proprio attraverso la fruizione dell’acqua.
Il caso del Veneto
Per decenni gli abitanti del Veneto sono stati a contatto con i PFAS, a causa della presenza sul territorio (precisamente a Trissino, in provincia di Vicenza) di una sede della multinazionale Mitsubishi-Enichem, che avrebbe inquinato indisturbata le falde acquifere e avrebbe negato informazioni relative ai danni ambientali. Il processo legale è ancora in corso, ma ciò che preoccupa è l’inquinamento provocato dall’azienda in questi anni e i danni inflitti alla popolazione: i PFAS sono causa di moltissime patologie, anche gravi – come tumori, malattie cerebrovascolari, diabete, Alzheimer, disfunzioni tiroidee – come dimostrano numerosi studi in merito.
Secondo la commissione Ecomafie, la bonifica procede ad un ritmo troppo lento, e anche in questo caso si spinge verso provvedimenti più incisivi (con lo stanziamento di fondi ad hoc per un veloce ripristino di una condizione di salubrità delle acque): le barriere filtranti attualmente in uso, pur con la loro efficacia, non bastano da sole a risolvere il problema.
La situazione in Piemonte
Attualmente preoccupa anche l’inquinamento che interessa la città piemontese di Alessandria e la sua provincia, causato dallo sversamento senza limiti di PFAS nelle falde acquifere ad opera della multinazionale belga Solvay, considerata la seconda produttrice di PFAS in Italia. Già due anni fa la Cassazione aveva condannato i dirigenti dell’azienda per disastro ambientale, ma per altre sostanze – quindi lo sversamento nelle falde acquifere è potuto proseguire senza conseguenze per la multinazionale. Oltre ai danni provocati dall’industria, ad oggi non risulta nessun progetto per bonificare le acque e migliorare l’efficacia della barriera idraulica – questo costringe le persone a usare acqua contaminata e inquinata.
Relazione Pfas, presidente Ecomafie Vignaroli: non solo Veneto, preoccupazione per la provincia di Alessandria. Necessario intervento ministro Cingolani“La Commissione d'inchiesta sulle Ecomafie ha approvato, nella giornata odierna, la relazione sulla diffusione delle sostanze perfluroalchiliche (PFAS). Un lavoro d’inchiesta molto atteso dai territori che sono stati investiti da questo grave problema. Ma il problema è nazionale e interessa tutti. Alla luce del lavoro portato avanti dalla Commissione, si ritiene necessario che lo Stato, sulla base delle proprie competenze, fissi dei limiti sulle matrici ambientali. Vi è l'esigenza, infatti, come precisa la relazione, di una regolamentazione uniforme su tutto il territorio nazionale in materia. In tal senso, sono sicuramente da considerare i limiti suggeriti dall'Istutito Superiore di Sanità e Ispra, riportati anche all'interno della relazione. Si tratta di un intervento indispensabile per la tutela dell'ambiente e non più derogabile. Auspichiamo che il ministro Cingolani ponga la questione Pfas al centro della sua agenda politica. Da sottolineare come la vicenda veneta desta grave preoccupazione ma cosi anche l’autorizzazione data dalla provincia di Alessandria alla Solvay per uno scarico con limiti esageratamente permissivi. Non si può tutelare semplicemente una multinazionale a discapito del rischio salute per i cittadini.Un particolare ringraziamento va ai relatori la deputata Braga e l’onorevole Zolezzi. Un ringraziamento esteso a tutti i membri della commissione, ai magistrati come ai funzionari, collaboratori e ufficiali di collegamento. È la decima relazione approvata, segno di un lavoro costante e attento che non sarebbe stato possibile se non con l’unità d’intenti che anima il lavoro in Ecomafie”.
Posted by Commissione Ecomafie on Thursday, January 20, 2022
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Fonti: ANSA / Commissione Ecomafie
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