Doha 2012: il futuro del clima è incerto

Doha, secondo giorno di incontri per salvare le sorti del pianeta dai cambiamenti climatici in atto. Ieri durante il discorso di aperture, il presidente di Cop18, Abdullah Bin Hamad Al-Attiyah, ha accolto le 194 nazioni partecipanti alla conferenza sul clima del Qatar invitando tutti alla collaborazione


Doha, secondo giorno di incontri per salvare le sorti del pianeta dai cambiamenti climatici in atto. Ieri durante il discorso di apertura, il presidente di Cop18, Abdullah Bin Hamad Al-Attiyah, ha accolto le 194 nazioni partecipanti alla conferenza sul clima del Qatar invitando tutti alla collaborazione.

La conferenza, dice, è un evento storico, e di grande importanza, in quanto rappresenta un importante punto di svolta nei negoziati sui cambiamenti climatici. Occorre fare in fretta. Il protocollo di Kyoto ha ormai i giorni contati. Il 31 dicembre sancirà la sua fine, per questo si valuta da tempo la possibilità di avviarne una seconda fase, il Kyoto 2 già dal 1° gennaio. Se n’era già parlato a Durban, ma manca ancora parecchia strada. A Doha infatti si chiuderà una fase storica dei negoziati sul clima. Come ha sottolineato Legambiente in un comunicato, è la fase in cui ci si era illusi che per superare la crisi climatica fosse sufficiente l’impegno legalmente vincolante di riduzione delle emissioni da parte dei soli paesi industrializzati.

Ma occorre guardare ad un nuovo accordo globale con un “arco d’impegni” vincolanti per tutti i paesi nel pieno rispetto dell’equità “secondo il principio di responsabilità comuni ma differenziate tra paesi ricchi e poveri”. Secondo quanto concordato a Durban lo scorso anno, l’accordo dovrà essere sottoscritto entro il 2015 e dovrà divenire operativo entro il 2020. Si parte dunque da Doha per avviare la transizione che porterà al raggiungimento del nuovo accordo globale e legalmente vincolante entro i prossimi tre anni. Durante la conferenza, inoltre, dovrà essere definito il percorso negoziale per colmare il preoccupante gap esistente tra gli impegni di riduzione assunti sino ad ora dai diversi paesi e la riduzione di emissioni, per contenere sotto ai 2°C il riscaldamento globale.

In questo contesto è fondamentale approvare a Doha il rinnovo degli impegni previsti dal Protocollo di Kyoto, in scadenza alla fine di quest’anno – ha dichiarato Mauro Albrizio, responsabile Politiche Europee di Legambiente -. Sino ad ora, tra i paesi industrializzati, hanno garantito la sottoscrizione l’Unione europea, la Svizzera e la Norvegia. Mentre USA, Canada, Giappone e Russia si sono già detti contrari. Australia e Nuova Zelanda invece devono ancora assumere una decisione finale. Nonostante ciò il Kyoto 2 è uno strumento indispensabile a garantire la transizione verso il nuovo accordo globale; è l’architrave del nuovo accordo e garantisce la continuità degli impegni di riduzione legalmente vincolanti per il periodo di transizione 2013-2020”.

Secondo gli ambientalisti i negoziati sul Kyoto 2 sono ad un punto di svolta. Restano però ancora dei nodi da sciogliere, per garantire l’avvio già dal 1° gennaio 2013, e soprattutto resta da risolvere la questione spinosa del surplus di emissioni assegnate per il primo periodo di impegno del Protocollo di Kyoto e che secondo le norme attuali possono essere conteggiate per gli impegni di riduzione del secondo periodo 2013-2020. Si tratta di ben 13 miliardi di tonnellate di CO2 – pari a tre volte le emissioni annuali dell’Unione europea – che interessano soprattutto Russia, Ucraina ed alcuni paesi dell’est Europa.

Il cambiamento climatico è una sfida per tutta l’umanità, quindi dobbiamo implementare seri sforzi per mitigare i suoi effetti, e garantire un futuro migliore per noi e per le generazioni future. Un occasione d’oro ci attende nei prossimi giorni, e non dobbiamo perderla”. ha detto il presidente. “Dobbiamo essere flessibili e non possiamo indugiare su questioni marginali”

Sinceramente, non si prevede di riuscire a colmare il Green Climate Fund qui a Doha, per due ragioni: la crisi economica e il fatto che ancora non si sa come i fondi verranno amministrati, e nessuno metterebbe mai dei soldi senza sapere come saranno utilizzatiha detto Christiana Figueres, Segretariato della UNFCCC.

Curiosità. Quella di Doha sarà la prima Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico ad attuare il programma PaperSmart delle Nazioni Unite. I partecipanti infatti saranno dotati di copie digitali dei documenti, in modo da stampare solo i documenti di cui hanno bisogno. Inoltre per ridurre l’inquinamento legato al traffico e all’afflusso di un gran numero di persone alle conferenze, una flotta di autobus accompagnerà i partecipanti dagli alberghi al Centro Congressi e al Centro espositivo di Doha. Inoltre, Cop18 si adopererà per lasciare un’eredità verde in Qatar. Un Expo sulla sostenibilità metterà in evidenza i progetti di tecnologia verde delle imprese locali e internazionali. Gli organizzatori della conferenza hanno assicurato che l’intero evento sarà carbon neutral: tutte le emissioni di carbonio generate saranno compensati da investimenti in riduzioni di carbonio.

Se vuoi camminare veloce, cammina da solo. Se vuoi andare lontano, cammina con gli altri“, ha concluso il presidente Al-Attiyah.

La cooperazione è la strada da intraprendere per limitare i danni che l’uomo sta infliggendo al pianeta.

Francesca Mancuso

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