“Dobbiamo fare pace con la Natura”: inizia la COP16, salverà la biodiversità mondiale?

La Conferenza ha aperto a Cali con un forte appello per la protezione della biodiversità e la pace con la natura. Secondo la presidente della COP16 e ministra dell'ambiente, Susana Muhamad, "è necessario ripensare il modo in cui viviamo insieme nella diversità"

Il 20 ottobre 2024, Cali, in Colombia, ha dato il via alla COP16, la conferenza mondiale sulla biodiversità, riunendo 197 delegazioni diplomatiche e oltre 21.000 partecipanti pre-registrati. Questa edizione segna un record per il vertice e diventa una delle più importanti nella storia degli incontri della Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite.

Il tema centrale? “Pace con la natura“, un richiamo potente a un cambiamento radicale nel nostro rapporto con l’ambiente.

L’evento di apertura ha visto la partecipazione di numerosi leader mondiali, tra cui il presidente colombiano Gustavo Petro, il cui discorso è stato un grido di allarme contro l’attuale modello economico e il suo impatto devastante sulla biodiversità. La COP16 si presenta come un momento cruciale per garantire il rispetto degli obiettivi fissati dal Quadro Globale sulla Biodiversità di Kunming-Montreal, un accordo fondamentale per la salvaguardia degli ecosistemi mondiali entro il 2030.

Un summit sotto il segno della biodiversità e della decarbonizzazione

Durante il suo discorso di apertura, il presidente Gustavo Petro ha posto l’accento sulla necessità di ridurre il debito dei Paesi del terzo mondo, come parte di una più ampia strategia per affrontare la crisi climatica. “La vita planetaria non può dipendere da interessi economici”, ha affermato Petro, aggiungendo che il modello economico basato sui combustibili fossili rappresenta una minaccia esistenziale per il nostro futuro. “È tempo di cambiare le regole del gioco”, ha dichiarato, esortando le nazioni più ricche a sostenere un piano Marshall per la decarbonizzazione globale.

L’intervento di Petro si è concentrato sull’idea di scambiare il debito con l’azione climatica, sostenendo che la riduzione del debito per i Paesi in via di sviluppo è essenziale per permettere loro di intraprendere misure incisive nella lotta contro il cambiamento climatico. Questa proposta ha trovato eco tra i leader presenti, evidenziando la necessità di un approccio più equo nella gestione delle risorse globali e nella protezione degli ecosistemi.

Il legame tra biodiversità e azione climatica

Susana Muhamad, presidente entrante della COP16 e ministra dell’Ambiente della Colombia, ha sottolineato come la conservazione della biodiversità sia strettamente legata all’azione per il clima.

Secondo Muhamad, l’uso estrattivo delle risorse naturali non solo genera il 50% delle emissioni di gas serra, ma è anche responsabile del 90% della perdita di biodiversità. La ministra ha inoltre indicato che il ripristino degli ecosistemi potrebbe contribuire fino al 40% alla stabilizzazione del clima e del ciclo del carbonio, evidenziando l’importanza di un approccio integrato tra lotta al cambiamento climatico e protezione della biodiversità.

Muhamad ha descritto la COP16 come un’opportunità per fare “pace con la natura” e per promuovere una nuova visione di sviluppo che non sia in conflitto con l’ambiente. “È necessario ripensare il modo in cui viviamo insieme nella diversità, in un sistema che non faccia della natura la vittima dello sviluppo, ma ne sia invece il fondamento“, ha affermato.

Arte e cultura per la pace con la natura

Ad aprire i lavori è stata proprio Susana Muhamadn, in una prima sessione plenaria aperta da una preghiera alla “Pachamama”, la Madre Terra, pronunciata dai membri di uno dei 115 popoli indigeni del Paese.

La cerimonia di apertura ha incluso anche un emozionante evento culturale dal titolo D’acqua e terra, prodotto dal Centro Nazionale per le Arti della Colombia. Lo spettacolo ha celebrato il profondo legame tra umanità e natura, coinvolgendo comunità indigene, afrodiscendenti e contadine. Un altro momento significativo è stato il concerto Peace with Nature“, che ha invitato i partecipanti a riflettere sull’importanza della pace non solo tra i popoli, ma anche con l’ambiente.

Questi eventi culturali hanno rappresentato un simbolo della volontà del governo colombiano di integrare la dimensione umana e culturale nella discussione globale sulla biodiversità, rafforzando l’idea che la protezione della natura passa anche attraverso il riconoscimento e il rispetto delle comunità che vivono in simbiosi con essa.

I grandi temi della COP16

Nei prossimi giorni, i rappresentanti dei quasi 200 Paesi partecipanti discuteranno di alcuni dei temi più urgenti legati alla biodiversità. Tra questi, l’attuazione concreta del Quadro Globale di Kunming-Montreal, che prevede la protezione del 30% delle terre e dei mari entro il 2030 e la riduzione dei sussidi dannosi all’ambiente. Inoltre, verranno affrontati temi critici come la finanza per la biodiversità e la biopirateria.

Il finanziamento delle misure di conservazione rappresenta un punto cruciale. Alla COP15 del 2022, i Paesi si erano impegnati a garantire almeno 30 miliardi di dollari all’anno per la biodiversità entro il 2030. A Cali, uno degli obiettivi sarà verificare se questi impegni finanziari vengono rispettati, con particolare attenzione alle risorse destinate ai Paesi in via di sviluppo, dove si concentra gran parte della biodiversità mondiale.

Cosa aspettarsi dalla COP16

Il summit di Cali promette di essere una pietra miliare nella lotta per la conservazione della biodiversità. Con un programma che prevede 12 giorni di negoziati, workshop e tavole rotonde, la COP16 mira a definire strategie concrete per fermare la distruzione degli ecosistemi e ripristinare quelli già compromessi. L’incontro è anche visto come un test per la capacità della comunità internazionale di agire in modo coordinato e determinato di fronte a una delle più grandi sfide del nostro tempo: la crisi della biodiversità.

L’impegno della Colombia, in quanto Paese ospitante, non è solo simbolico. La nazione, ricchissima di biodiversità, si posiziona come un leader globale nella conservazione ambientale, puntando a diventare un esempio per il mondo nella protezione e nel ripristino degli ecosistemi.

Con i riflettori puntati su Cali, la COP16 si configura come un evento storico, capace di influenzare le politiche ambientali globali per i decenni a venire.

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