Disastro ambientale in Argentina: fuoriuscita di cianuro da una miniera inquina cinque fiumi

Dopo mesi di polemiche, accuse, silenzi e smentite, ora è ufficiale: la fuoriuscita di cianuro che si è verificata lo scorso settembre presso la miniera Veladero della Barrick Gold, nella provincia di San Juan, nella parte nord-occidentale dell'Argentina, ha contaminato cinque fiumi della zona, e non è possibile escludere ripercussioni su salute umana e biodiversità.

Dopo mesi di polemiche, accuse, silenzi e smentite, ora è ufficiale: la fuoriuscita di cianuro che si è verificata lo scorso settembre presso la miniera Veladero della Barrick Gold, nella provincia di San Juan, nella parte nord-occidentale dell’Argentina, ha contaminato cinque fiumi della zona, e non è possibile escludere ripercussioni su salute umana e biodiversità.

Lo sostiene un’informativa ufficiale stilata dal Dipartimento per i reati ambientali della Polizia Federale argentina, pronta dallo scorso mese di dicembre ma divenuta pubblica solo ora. I fiumi interessati dalla contaminazione sono Jáchal, Potrerillos, Blanco, Palca e Las Taguas, nei quali sono state riscontrate concentrazioni di cianuro e di altri metalli pesanti superiori ai limiti previsti dalle leggi.

La contaminazione da cianuro dei cinque corsi d’acqua argentini va aggiungersi alla sconfortante lista di disastri ambientali avvenuti negli ultimi mesi: dalla fuga di gas in California al crollo delle dighe in Brasile; dal rogo delle foreste della Tasmania allo sversamento di petrolio nel fiume Marañon, nell’Amazzonia peruviana.

La miniera Veladero è una della più grandi miniere d’oro del mondo, è situata nelle Ande, ad oltre quattromila metri di altitudine, ed è gestita dalla multinazionale canadese Barrick Gold. Attiva dal 2005, la miniera dà lavoro a quasi quattromila persone.

Secondo la ricostruzione più recenti, lo scorso 13 settembre un tubo rotto avrebbe causato la fuoriuscita di oltre un milione di litri di soluzione di cianuro dalla miniera, contaminando le acque dei fiumi dell’area.

In un primo momento, Barrick Gold ha ammesso l’incidente ma ne ha notevolmente ridimensionato l’entità, negando categoricamente la presenza di cianuro nei corsi d’acqua dela zona. In questo, la compagnia ha avuto sin dall’inizio (e continua ad avere) il sostegno delle autorità locali, secondo cui non vi erano prove di sversamenti e, di conseguenza, di rischi per la salute della popolazione locale.

Tuttavia, l’informativa della polizia va in una direzione molto diversa, parlando apertamente di contaminazione dei corsi d’acqua e riaccendendo le polemiche e i sospetti che da anni accompagnano le attività minerarie nella provincia di San Juan.

“Siamo di fronte ad una chiara violazione della legge 24,051 (sui rifiuti pericolosi), per l’inquinamento riscontrato nei fiumi Potrerillos, Jachal, Blanco, Palca e Las Taguas, a causa della presenza di sostanze tossiche non previste dal regolamento.” – si legge nel rapporto – “[…] tutti i campioni analizzati, sia liquidi che solidi, hanno evidenziato la presenza di cianuro totale, in alcuni casi in concentrazioni superiori ai valori massimi consentiti dalla legge, e di altri metalli pesanti. È stata inoltre riscontrata una ‘concentrazione eccessiva’ di sali e di cobalto nell’acqua della rete di distribuzione domestica.”

Il progetto della minera Veladero è stato criticato numerose volte nell’opinione pubblica locale, sia per il rischio di inquinamento ambientale che per l’eccessivo consumo di acqua e di suolo. Il governo della provincia di San Juan, tuttavia, si è sempre schierato a favore delle attività estrattive, ritenendole fondamentali per lo sviluppo economico dell’area.

In seguito alla divulgazione del rapporto della polizia, le autorità locali hanno cercato di sopire ogni polemica, facendo sapere che esistono altri report molto meno categorici e allarmistici, che mettono in dubbio la contaminazione dei corsi d’acqua, ed escludendo che possano esservi pericoli per la popolazione.

Ora la palla e il giudizio passano alla magistratura argentina. Ma ciò che preoccupa di più l’opinione pubblica è che gli innumerevoli interessi economici legati all’industria estrattiva possano prevalere sulla trasparenza, sul buon senso e sulla tutela dell’ambiente e del diritto alla salute dei cittadini.

Lisa Vagnozzi
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