Ancora emergenza ambientale a Genova. Domenica sera un'esplosione alle condutture della raffineria Iplom ha causato uno sversamento di petrolio nel torrente Polcevera. È subito scattato l'allarme e sono state avviate le procedure di bonifica ma a farne le spese finora sono stati gli animali
Ancora emergenza ambientale a Genova. Domenica sera un’esplosione alle condutture della raffineria Iplom ha causato uno sversamento di petrolio nel . È subito scattato l’allarme e sono state avviate le procedure di bonifica ma a farne le spese finora sono stati gli animali.
Proprio mentre si votata per decidere se prorogare o meno le attività di ricerca e le concessioni per il petrolio entro le 12 miglia marine, nell’entroterra genovese si consumava l’ennesimo disastro ambientale legato all’oro nero.
Al momento sembra che il rischio che il liquame raggiungesse il mare sia stato scongiurato grazie agli sbarramenti innalzati a circa 100 metri dalla foce. Le panne assorbenti poste nel rio Pianego (che convoglia le sue acque nel Fegino e quindi nel Polcevera) avrebbero permesso di bloccare il petrolio.
Ieri intanto si è svolto un incontro al Comune a cui hanno preso parte anche Arpal e Asl. L’amministrazione comunale ha chiesto loro di procedere al monitoraggio costante comunicando ogni giorni i valori registrati per tenere sotto controllo la situazione.
Secondo gli aggiornamenti finora a disposizione, dalla mezzanotte di domenica fino a ieri 18 aprile i livelli di idrogeno solforato non hanno mai fatto registrare sforamenti dei limiti previsti dalla legge a tutela della salute pubblica.
“Al momento non esistono quindi – secondo quanto riferito dagli enti preposti ai controlli – elementi di pericolo sanitario” spiegano.
Anche la Iplom, cui spetta il compito di rimuovere il danno ambientale, dovrà riferire alle autorità lo stato delle operazioni condotte. L’azienda ha comunicato che da oggi verranno avviati i lavori di messa in sicurezza della zona in cui si è verificato il danno alla conduttura.
In una nota Iplom ha aggiunto anche che nel rio Fegino è in corso la schiumatura per limitare l’evaporazione.
È possibile che il Comune di Genova chieda lo stato di emergenza:
“In considerazione della criticità della situazione il Comune si riserva di chiedere alla Regione Liguria lo stato di emergenza. L’amministrazione sta valutando tutti gli aspetti connessi alle responsabilità di quanto accaduto. Cioè se vi siano stati comportamenti evitabili che hanno arrecato danni all’ambiente. Questo per tutelare nella maniera migliore possibile gli interessi della collettività”.
Ma intanto a farne le spese sono stati loro malgrado gli animali. Alcuni volontari si sono subito attivati per ripulire quelli sporcati dal petrolio:
“Genova è in emergenza ambientale. Nell’aria un lezzo nauseabondo e sul greto iniziano ad apparire le prime vittime del disastro: gli animali ‘intrisi’di petrolio! Iniziano le segnalazioni, i cittadini ci portano gli animali e noi iniziamo a ripulirli. Il lavoro è lungo e difficoltoso ma noi continuiamo senza sosta per tutta la giornata. Per fortuna parecchi avevano solo le zampe sporche e dopo un’accurata pulizia hanno potuto riguadagnare subito la libertà. Ma per i casi più gravi si dovrà attendere” scrive Lav Genova su Facebook.
Ecco le immagini condivise in queste ore:
Cosa accadrà adesso? Dopo che si separerà il petrolio dall’acqua, il liquame verrà aspirato e poi si procederà alla bonifica ambientale sulla zona che tra l’altro è di pregio ambientale.
“La bonifica sarà lunga, difficile e costosa anche perché i 600 metri cubi di greggio nigeriano finiti nel Polcevera se da un lato non sono troppo volatili, e quindi danno pochi problemi di esalazione dall’altro, essendo molto pesante, renderà molto complesso il ripristino dell’alveo del torrente, circa 3 o 4 km da ripulire. Ancora presto per dare i contorni definitivi di ciò che è accaduto” scrive la LAV.
Il caro petrolio, a cui due terzi degli italiani è tanto affezionato…
Francesca Mancuso
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