Deposito scorie nucleari: la lista delle aree idonee è stata trasmessa al MiTE

Pronta la mappa dei territori che andranno ad ospitare le scorie nucleari. Ieri la società Sogin ha inviato la CNAI (Carta Nazionale delle Aree Idonee) al Ministero della Transizione e nei prossimi giorni verrà resa pubblica

Che fine faranno le scorie nucleari del nostro Paese rimasti da anni in attesa di una collocazione? A quanto pare lo sapremo molto presto (finalmente!). Ieri infatti la Sogin, società pubblica responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi, ha trasmesso al Ministero della Transizione Ecologica la mappa aggiornata con le aree idonee d’Italia ad ospitare il deposito.

La CNAI (Carta Nazionale delle Aree Idonee) è stata realizzata il base agli della  consultazione pubblica avviata il 5 gennaio 2021 con la presentazione della proposta dei territori italiani potenzialmente idonei. Alla consultazione – articolata in tre fasi – hanno partecipato centinaia di soggetti direttamente interessati al progetto del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco Tecnologico. Sono stati oltre 160 i partecipanti, tra cui le 7 Regioni in cui dovrebbero essere depositati i rifiuti nucleari e numerosi comitati e associazioni. Adesso il prossimo step è l’approvazione della CNAI da parte del MiTE e del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili. Una volta approvata, la mappa verrà resa pubblica sui siti dei ministeri e della Sogin.

La mappa con le aree potenzialmente idonee

Ma quali sono quindi le aree considerate potenzialmente idonee al trasferimento delle scorie nucleari? Sono 67 in totale, disseminate in 7 Regioni. Ecco dove si trovano:

  • Piemonte: 8 aree tra le province di Torino e Alessandria (comuni di Caluso, Mazzè, Rondissone, Carmagnola, Alessandria, Quargento, Bosco Marengo)
  • Toscana e Lazio: 24 zone tra Siena, Grosseto e Viterbo (comuni di Pienza, Campagnatico, Ischia e Montalto di Castro, Canino, Tuscania, Tarquinia, Vignanello, Gallese, Corchiano)
  • Sardegna: 24 aree della provincia di Oristano (Siapiccia, Albagiara, Assolo, Usellus, Mogorella, Villa Sant’Antonio, Nuragus, Nurri, Genuri, Setzu, Turri, Pauli Arbarei, Ortacesus, Guasila, Segariu, Villamar, Gergei)
  • Basilicata e Puglia: 17 zone tra le province di Potenza, Matera, Bari, Taranto (comuni di Genzano, Irsina, Acerenza, Oppido Lucano, Gravina, Altamura, Matera, Laterza, Bernalda, Montalbano, Montescaglioso)
  • Sicilia: 4 aree localizzate nelle province di Trapani, Palermo, Caltanissetta (comuni di Trapani, Calatafimi, Segesta, Castellana, Petralia, Butera).

Di seguito la mappa disponibile sul sito del Deposito Nazionale:

mappa rifiuti nucleari

@Deposito Nazionale

Per prendere visione della mappa aggiornata, però, bisognerà attendere ancora qualche giorno.

Cos’è il Deposito Nazionale

Il Deposito Nazionale sarà un’infrastruttura che permetterà di sistemare definitivamente in sicurezza i rifiuti radioattivi (provenienti dagli impianti nucleari e dalle quotidiane attività di medicina nucleare, industria e ricerca), oggi stoccati all’interno di decine di depositi temporanei presenti nel Paese.

Insieme al Deposito Nazionale verrà realizzato anche il Parco Tecnologico, centro di ricerca applicata e di formazione nel campo dello smantellamento nucleare, della gestione dei rifiuti radioattivi e della radioprotezione, oltre che della salvaguardia ambientale. Il Deposito Nazionale e Parco Tecnologico saranno costruito all’interno di un’area di circa 150 ettari (di cui 110 dedicati al Deposito e 40 al Parco Tecnologico).

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Fonti: Sogin/Deposito Nazionale/MiTE

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