Già i sindaci hanno espresso il loro forte dissenso e ora anche ai cittadini sono scesi in campo per ribadire il loro fermo NO al desposito
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E’ una levata unanime di scudi quella contro il deposito nazionale di rifiuti radioattivi. I siti annunciati da Sogin a inizio gennaio e candidati a ospitare il futuro deposito sono a dir poco indigesti e i cittadini di tutta Italia stanno dando vita a numerose proteste, che passano anche per il web.
Nessuno vuole avere dietro casa un sito che ospita rifiuti radioattivi. Già i sindaci hanno espresso il loro forte dissenso e ora anche ai cittadini sono scesi in campo per ribadire il loro fermo NO al desposito.
Tante sono le petizioni e le raccolte di firme lanciate nel nostro paese nel corso delle ultime settimane. E il parere è unanime. Poco dopo il lancio, le varie petizioni riescono a ottenere migliaia di consensi.
La petizione di Carmagnola
A partire da quella di Carmagnola, dove è nato un Comitato civico per opporsi al deposito all’interno del territorio. Il portavoce del comitato è la sindaca Ivana Gaveglio. I cittadini di Carmagnola di recente hanno lanciato una petizione su Change.org in cui si spiega perché Carmagnola non sia una zona adatta a ospitare il deposito. Nel momento in cui vi scriviamo sono oltre 5.500 le firme raccolte, a cui si aggiungono quelle ottenute fisicamente nei banchetti allestiti per la città,.
“Non vogliamo perdere pregiati terreni agricoli (classe I), coltivati da generazioni. La nostra identità territoriale si fonda sui grandi prodotti di qualità della nostra agricoltura, dal peperone di Carmagnola al porro lungo e dolce di Carmagnola, dalla tinca gobba dorata del Pianalto di Poirino D.O.P. all’asparago di Santena; come certificato anche dall’avviamento del Distretto del Cibo della Zona Omogenea 11 della Città Metropolitana di Torino. Inoltre, Carmagnola fa parte del sito Riserva di Biosfera MAB Unesco CollinaPo, riconoscimento che ha individuato il nostro territorio e quello di oltre 80 altri comuni lungo il percorso del Po come meritevole di protezione per le peculiari caratteristiche ambientali e culturali” si legge nella petizione.
Anche la Val D’Orcia si schiera contro il deposito
All’indomani dell’annuncio dei 67 siti individuati, il Vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana Scaramelli ha lanciato una raccolta firme che gli ha permesso di raccogliere 1000 consensi in appena 12 ore. Oggi le firme sono oltre 1200.
“Tra i 67 siti uno è Pienza (SI), Comune Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Al di là dei meri criteri tecnici che hanno portato all’indicazione di questa zona tra le idonee ad ospitare il Deposito, riteniamo che la collocazione di questa discarica radioattiva, all’interno di un sito Unesco, sia pericolosa e deleteria per il territorio nel suo complesso. Allo stesso modo, riteniamo altrettanto inadeguata la previsione di un’altra possibile area, quella di Campagnatico (GR), comune nel cuore della Maremma” si legge nell’appello.
“L’individuazione di queste aree è uno schiaffo – commenta Scaramelli – alla vocazione turistica, alle produzioni agroalimentari, alla storia e alla morfologia del nostro territorio. Per non parlare dei criteri, assolutamente aggredibili, adottati per l’individuazione dei siti”.
Da Chivasso il no ai rifiuti radioattivi
Anche gli abitanti di Chivasso e dintorni hanno detto No al deposito. Il Sogin in Piemonte ha individuato varie aree,ben 8, tra cui quella la zona TO-10 individuata nei Comuni di Mazzè, Caluso e Rondissone che si trova su terreni agricoli di pregio circondati da centri abitati (l’abitato di Rondissone si trova a circa 1 km di distanza dal sito ipotizzato!), da centri e cascine storiche, da una fattoria didattica ed a circa 1 km dalla settecentesca Regia Mandria di Chivasso, Bene Culturale tutelato dalla Soprintendenza.
“Nel Chivassese/Basso Canavese la lista delle emergenze ambientali irrisolte è tristemente nota ed estremamente preoccupante, nonché di grande attualità. Le più evidenti e gravose sono senza dubbio, oltre allo smog causato dagli svincoli della A4 per il polo logistico di Amazon, le discariche di Chivasso e Torrazza (discarica RU 4,8mln/mc, discarica tossico/nocivi a Torrazza), la Centrale Termoelettrica di Chivasso (A2A), la centrale a olio di palma dell’ex Lancia, i depositi carburanti, il sito nucleare Saluggia, il deposito dello smarino della TAV a Torrazza, la Centrale per trattamento rifiuti organici urbani (FORSU) già autorizzata a Rondissone (a circa 1,5 km dal sito previsto per i rifiuti radioattivi) e la possibile creazione di un altro impianto di trattamento rifiuti FORSU da75,000 tonnellate/anno nell’area ex Edilias a circa 600 metri (!!) dal sito ipotizzato per il deposito radioattivo, il progetto in itinere di un altro impianto gemello da 75.000 tonnellate di rifiuti organici a San Benigno Canavese (a 9 km più ad est del sito) e, dal 5 gennaio 2021, anche il deposito nazionale di rifiuti radioattivi!” si legge nella petizione lanciata su Change.
In tutto sono oltre 13mila le firme raccolte.
Certamente saranno in corso molte altre iniziative popolare, un coro unanime contro il deposito che fa paura a tutti.
Fonti di riferimento: Consiglio Regionale Toscana,
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