Il governo guidato da Bolsonaro continua la sua folle corsa alla distruzione della foresta amazzonica con un ritmo sempre più incalzante
Nell’indifferenza del mondo, la foresta amazzonica continua a macinare tristi record di deforestazione, che suonano come sirene d’allarme lontane (ma non per questo meno preoccupanti).
Nel solo mese di aprile, la foresta amazzonica brasiliana ha perso più di 390 miglia quadrate (oltre 1.000 chilometri quadrati) della sua superficie – un aumento del fenomeno di deforestazione del 74% rispetto ad aprile del 2021. Si tratta del terzo record mensile stabilito quest’anno, secondo l’agenzia Reuters, con gennaio e febbraio che hanno registrato record rispetto ai dodici mesi precedenti.
Ma non solo: si stima che nei primi quattro mesi di quest’anno siano già 754 le miglia quadrate (quasi 2.000 chilometri quadrati) di foresta persa – un’area enorme, più del doppio della città di New York. Un altro triste record, il 69% di deforestazione in più rispetto al primo quadrimestre dello scorso anno.
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Questi livelli di deforestazione sono particolarmente inquietanti se si pensa che il Brasile si trova ora nella sua stagione delle piogge – il momento meno adatto per i taglialegna per abbattere gli alberi. Ma, nonostante le condizioni tutt’altro che favorevoli per la deforestazione, il numero di alberi abbattuti è incredibilmente alto. È la chiara dimostrazione della gravità del fenomeno della deforestazione.
Un altro segnale di allarme arriva dalla regione in cui la maggior parte degli alberi sono abbattuti – ovvero gli Stati del Para e del Mato Grosso: si tratta di regioni poco popolose, ancora incontaminate e nelle quali l’ecosistema della foresta vive ancora in una condizione di relativa integrità.
Tuttavia, il presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha annunciato la messa a nuovo di un tratto dell’autostrada BR-319, che passa proprio in queste regioni. L’annuncio di Bolsonaro ha acceso quindi gli animi degli speculatori, che hanno dato avvio a manovre di disboscamento illegale che favoriranno poi la creazione di pascoli o campi coltivati in maniera intensiva una volta che la strada sarà asfaltata.
Conosciamo tutti la preziosità di un ecosistema ricco e variegato come quello della foresta amazzonica, e tuttavia vogliamo ricordarne ancora una volta i benefici ambientali che derivano dalla preservazione di questo ambiente: stoccaggio di anidride carbonica dall’atmosfera, mitigazione dell’aumento delle temperature globali, conservazione della biodiversità. Al contrario, se continuiamo a tagliare gli alberi l’ecosistema della foresta potrebbe raggiungere un punto critico, finendo con il rilasciare CO2 nell’ambiente anziché immagazzinarla.
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Ovviamente quella del presidente Bolsonaro è la figura maggiormente responsabile in questo scempio ambientale, ma non è la sola: le multinazionali della carne e i più grandi produttori di soia al mondo concorrono alla deforestazione poiché distruggendo la foresta ricavano terreni utili per far progredire le loro attività tutt’altro che sostenibili.
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Fonte: Reuters
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