Un nuovo emendamento al Decreto Sviluppo aggiungerebbe ai costi della bolletta gli incentivi per le vecchie centrali a petrolio
Decreto sviluppo e bollette elettriche degli italiani. Desta scalpore la decisione del Parlamento di introdurre nel provvedimento aiuti per le vecchie centrali a petrolio che verranno presi direttamente dalle bollette delle famiglie italiane. Purtroppo sembra ormai cosa fatta visto che Montecitorio lo ha approvato alla Camera con il parere favorevole del Governo. Si attende adesso la decisione del Senato.
Una decisione giudicata vergognosa e ipocrita da Legambiente che ha accusato il Parlamento di aver fatto un regalo alle lobby del petrolio con i soldi dei contribuenti a danno delle fonti rinnovabili. L’emendamento approvato al Decreto Sviluppo, nel voto alla Camera, ha stabilito che per prevenire le cosiddette “situazioni di emergenza gas” saranno introdotti degli incentivi per le centrali a olio combustibile (petrolio).
E fa sorridere il fatto che fino all’ultimo si siano centellinate le risorse destinate ad esempio al fotovoltaico, col Quinto conto energia destinato ad esaurirsi poco dopo la sua entrata in vigore, il 27 agosto prossimo. Incentivare fonti inquinanti è dunque più conveniente? E per chi? Per gli italiani no di certo.
Secondo Legambiente l’emendamento sembra scritto “sotto dettatura delle lobby delle centrali più inquinanti: invece di rendere sicuri gli approvvigionamenti di gas, impegnarsi sul serio per ridurre i consumi e migliorare l’efficienza, si prendono i soldi per tenere in vita queste centrali direttamente dalle bollette“.
E non tutti. Spiegano gli ambientalisti che per rimettere in vita impianti vecchi, inquinanti e spesso posizionati in zone abitate, sono previste “deroghe alla normativa sulle emissioni in atmosfera o alla qualità dei combustibili” e le centrali “sono esentate dall’attuazione degli autocontrolli previsti nei piani di monitoraggio, con deroga alle prescrizioni nelle autorizzazioni integrate ambientali”, addirittura superando “gli obblighi relativi alla presentazione di piani di dismissione”.
Addio controlli ambentali. A tali impianti tutto è concesso. “Le accuse alle fonti rinnovabili e al loro impatto in bolletta da parte del Ministro Passera mostrano ora tutta la loro insopportabile ipocrisia” ha detto Zanchini.
“Anche l’OCSE ha rilevato che i sussidi alle fonti fossili in Italia, già pari a oltre 1,5 miliardi ogni anno, sono in crescita – ha concluso –. Nel prossimo passaggio del provvedimento al Senato, sarebbe quindi veramente opportuno stralciare questa decisione sbagliata, inutile e costosa“.
Ma non erano le rinnovabili a fare aumentare i costi della bolletta?
Francesca Mancuso